GamuT El Superior 9 – Diffusore di riferimento

Mar 11, 2014 | Diffusori da pavimento, P Diffusori, P Magazine, P Video

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GamuT El Superior 9

 

GamuT El Superior 9 – Diffusore di riferimento

Articolo ripreso da The Absolute Sound – AVguide.com
May 11th, 2010 — by Roy Gregory

Adattamento in italiano e commento: Massimo Piantini

inglese 30pixEnglish version

 

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GamuT El Superior 9 . Novenbre 2008, Terni, Percorsi Sonori. Nella hall dell’hotel che ospita la mostra, passano due casse da imballo in legno di ragguardevoli dimensioni. Dentro ci sono le Gamut EL Superior S9 alla loro prima uscita mondiale. Aperti gli imballi i diffusori appaio nello loro bellezza. Il tempo di allestire il sistema, messo a disposizione dall’importatore Il Tempio Esoterico, e finalmente potremo ascoltarle

Fin dalle prime nota appare chiaro il carattere di questi oggetti: suono ben presente ed estremamente potente. Aiutate dai generosi Plinius SB 301 da 300 Watt per canale, restituiscono un impatto sonoro davvero notevole, ma soprattutto colpisce la grande facilità con cui è ricostruito il sound-stage che si spande ben oltre il fronte delle casse. Concordo su quanto ha scritto il recensore di The Absolute Sound circa le doti di tenuta in potenza e capacità dinamica, ma rispetto al dato di micro dettaglio che, come dice lui stesso, “rende l’ascolto live”,  ho avuto sensazioni diverse.

 

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Cito questo episodio perchè lo ritengo esplicativo del carattere di questi diffusori. Durante quella manifestazione ho eseguito alcune audizioni con il pubblico, usando cd di riferimento che conoscevo bene, sia per contenuto musicale, sia perchè da me registrati e quindi dove mi era ben noto il luogo dell’esecuzione.

Per parlare  con il pubblico ero in mezzo alle due casse, poco più aventi rispetto al loro asse orizzontale. Nel cd player avevo inserito il mio cd Antologie One e ho fatto suonare la traccia del cdDL005 Le Voci del Rinascimento, che riproduceva tre voci alle prese con un brano di musica antica. Al termine del brano ho chiesto agli appassionati presenti cosa avessero percepito. Alcuni, seduti nelle posizioni centrali, hanno riferito di aver avuta la netta percezione di tre figure chiaramente posizionate all’interno delle casse poco dietro me, ben separate tra loro, con dimensioni e altezze reali, tanto che, durante un mio commento al brano, quasi si potevano confondere con la mia presenza.

Ecco, questo episodio la dice lunga sul carattere “live” della Gamut S9.

 

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Non vi è discordanza con quanto affermato dal recensore di The Absolute Sound, perchè le condizioni di ascolto sono state molto diverse nelle due sedute. Durante la mia prova, probabilmente a causa della considerevole distanza dei diffusori dalle pareti laterali, e il finale in grado di erogare una notevole energia, hanno contribuito a determinare condizioni di ascolto più adeguate. Questa esperienza conferma invece, che per pilotare a dovere la S9 sono necessari amplificatori di grande potenza e di alta qualità.

Infine, conviene ricordare che questo modello top di gamma ha costi molto importanti, ma anche che la Gamut produce modelli ben più abbordabili, che comunque conservano il carattere di “realismo” della sorella maggiore.

Buona lettura e buon ascolto.

Massimo Piantini

 

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Video

 

 

 

 


SPECS & PRICING

 

GamuT El Superiores S9 Loudspeaker
Type: Three-way, reflex loaded loudspeaker
Driver Complement:
1x ScanSpeak ring radiator HF
1x ScanSpeak 180mm slotted paper cone MF
3x ScanSpeak 250mm fibre coned LF
Impedance: 4 Ohms nominal
Sensitivity: 88.5dB
Bandwidth: -3dB @ 26Hz


May 11th, 2010 — by Roy Gregory

Per la maggior parte dei lettori, GamuT è un nome associato soprattutto all’elettronica, con il finale di potenza D200 che ha richiamato una notevole attenzione quando è stato presentato nel 1999 (in origine era un prodotto da studio con il marchio Sirio). Forse, però, questa azienda è meno nota  per la produzione di casse acustiche,  invero molto avanzate, come le nuove El Superiores S9.
Gli altoparlanti usati sono nati dalla collaborazione con Lars Goller, ex di ScanSpeak, che  prima è stato prima un semplice collaboratore, per arrivare, successivamente, ad acquisire la GamuT.

Gli altoparlanti, sono realizzati senza compromessi, seguendo, per estensione, la filosofia low-loss Goller, vista per la prima volta sui suoi driver ScanSpeak, e che prevede delle particolari scanalate sui coni dei trasduttori. L’idea di base è quella di tagliare i coni e poi riunirli rompendo la risonanza capace di immagazzinare energia nel cono, mantenendo, nel contempo, leggerezza e rigidità. La S9 è anche un sistema molto coerente in fase, con pendenze del crossover del primo ordine e lunghe sovrapposizioni nelle emissioni degli altoparlanti. L’intero progetto ruota attorno alla massimizzazione della risposta in fase del meedrange, minimizzando, per contro, i materiali di smorzamento dentro il “case”.

 

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Nonostante le grandi dimensioni del mobile, all’interno vi è  un singolo volume chiuso, per estendere quanto più possibile in basso (e in fase), la frequenza di risonanza del midrange. Il crossover, permette una risposta piatta di questo componente, fino a 200Hz e un calo di solo -10dB a 28Hz. Per gestire questa grande energia delle basse frequenze, è  richiesta una buona escursione del woofer e una grande tenuta in potenza del midrange.
La parte alta è affidata ad un tweeter, mentre l’estremo basso è lasciato a tre woofer tutti uguali, che permettono di muovere una grande massa di aria. Un bassa distorsione e un’efficienza complessiva di 88.5 dB, unita con le dimensione del cabinet, fanno presagire un estremo inferiore concreto e molto potente.

Ma gli altoparlanti e la topologia del cross-over sono solo una parte del progetto.

Il cabinet è costruito per avere una grande rigidità. Le pareti sono composte da una combinazione di 10 millimetri di legno massello incollato a strati di betulla di 20 millimetri. Le scanalature nelle pareti esterne hanno una funzione simile a quelle della zona del midrange. Ciò che non si può vedere dal di fuori invece, sono le scanalature che tagliano le facce interne che, in combinazione con quelle esterne, suddividono i pannelli della cassa in tante sezioni più piccole, formando settori e zone di forma irregolare.

 

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Il poco materiale smorzante interno, è fatto da strati di diversa densità di lana sintetica posizionata in modo da impedire la formazione di onde stazionarie. Per gestire l’interazione driver /cabinet, GamuT ha preferito usare un filtro notch nel  crossover, piuttosto che lo smorzamento meccanico con  molto materiale assorbente interno.  Il costruttore ritiene che questo sia un effetto meno invasivo sull’emissione nello spettro audio.

Analogamente, le parti in di legno inserite al centro di ciascun woofer servono per accordare ogni singolo componente.

 

L’attenzione al dettaglio, e la particolarità del design coinvolge tutti gli aspetti della S9. I condotti reflex sono fatti ​ in ottone e sono montati su piastre in acciaio inox che servono per impedire risonanza nel pannello posteriore. La base in acciaio pieno, insieme a quattro piedi conici per il livellamento,  aggiunge massa e stabilità alla struttura . Sono previsti pattini integrati con la base per pavimenti duri. Anche i terminali, appositamente costruiti, sono in clima con tutta la filosofia costruttiva.

 

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Le griglie di protezione degli altoparlanti, sono rimovibili e, personalmente, preferiscono l’aspetto estetico senza di esse, anche se non c’è alcun beneficio sonico con la loro rimozione.

Per completare la filosofia progettuale di tutto il  sistema, GamuT ha prodotto una serie di elettronica, consistenti in un lettore CD, il CD3, un preamplificatore, il D3I e una coppia di amplificatori monofonici, gli M250i.

Questi non sono esattamente delle elettroniche di basso costo, anche se il prezzo della coppia di finali risulta economico se confrontato con quello richiesto per le S9s.

 

Con i prezzi di queste casse, si conferma la posizione dominante dei diffusori nella composizione di un impianto.
Una disamina delle prestazioni  delle elettroniche non è prevista in questa recensione, ma rileviamo comunque lo stesso gusto estetico, pulito e ordinato, della produzione GamuT, caratterizzato dall’alluminio spazzolato dei pannelli frontali, dai LED blu e dalla forma circolare dei pulsanti. L’effetto complessivo è “tecnologico”, senza essere invadente, scandinavo senza essere troppo austero, e per quel che vale, a me risulta piacevole.

La GamuT preferisce connessione bilanciate, lungo tutta la catena, come in questo sistema. I dati più importanti delle S9 sono una potenza nominale di 250 Watt su un carico di 8 Ohm e un carico nominali 4 ohm con un una minima impedenza di  3.1 Ohm.

 

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Lars Goller stesso ha istallato e settato il sistema, con delle elettroniche montate su mobile rack Master Reference, e con i diffusori posti in una inusuale posizione, molto distanziati, e diritti rispetto alla stanza.

Per questo motivo, ed anche per il loro peso, non ho cercato di spostare le casse dalla posizione iniziale. Dico questo perché, in ultima analisi, non posso evitare di pensare che questo set up abbia effettivamente influito sui risultati sonori e musicali conseguiti.

Appena acceso il sistema, ho avuto la sensazione di tanta potenza offerta con facilità, e ho sentito la mancanza, sulle elettroniche, di un visualizzatore di livello di uscita per sapere l’effettiva potenza emessa dai finali.

Le GamuT sono senza dubbio “Le Casse Acustiche”. Le S9, pilotate dai granitici amplificatori M250, hanno suonato in maniera prodigiosa, raggiungendo livelli sonori ancora più elevati di quanto si possa pensare, con un suono pulito e senza durezze, e con un volume elevato, senza accorgersene, proprio a causa della grande facilità di emissione. Ma con in fonometro, avremmo sicuramente rilevato livelli di pressione sonora veramente elevati e, con  questi valori, è venuta fuori una presenza musicale viscerale .
Con queste GamuT c’è una solidità nella ricostruzione degli strumenti e delle voci, un senso quasi palpabile dell’emissione dell’energia, che proietta la musica nella stanza di ascolto, rendendo spettacolare la performance musicale, ricca di contrasti e di colori vivaci, di una ricchezza espressiva che trascende la riproduzione sonora. Il tutto in accordo con le elettroniche. Questo non è un sistema dal suono ridondante, arrotondato o eccessivamente caldo, si tratta di un sistema in cui gli strumentali vibrano di energia pura e risultano tridimensionali. Nella  parte bassa dello spettro, la combinazione di potenza, presenza e consistenza è assolutamente da prima della classe. L’Avalon Isis ha forse maggiore trasparenza e definizione, ma le S9s sono spettacolarmente in grado di riprodurre strumenti bassi convincenti e di separarli  singolarmente anche quando si sovrappongono.

 

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E questo carattere porta in evidenza il problema che ho nel presentare queste GamuT. Spesso accade che  il particolare carattere di molti sistemi sia evidenziato da una particolare registrazione o da un preciso cd, rivelandone sia i loro punti di forza (o lo stile) che le loro debolezze. Per il sistema GamuT quel disco è Polskie Radio registrazione del Gorecki III Sinfonia. Questo live, SACD ibrido, con la sua straordinaria atmosfera e intensità emotiva, basato sulla popolare opera di Gorecki, mette in piena evidenza la presenza del sistema Gamut.

Quando il direttore (Gorecki stesso) entra nella sala, la calda accoglienza del pubblico, avvolge completamente e indistintamente l’ascoltatore. Con il sistema GamuT non è proprio così. La disposizione spaziale è buona, ma l’applauso non esce mai fuori dal singolo ascoltatore, anche se il pubblico è ben distinto, e non una macchia indefinita. Anche il calpestio dell’orchestra che si dispone a sedere è meno evidente, e manca la coerenza spaziale a cui sono abituato.
La parte bassa dello spettro è magnifica e ben definita, con i tempi di attacco precisi, e le note prodotte  dalla pedaliera dell’organo sono ben separate e reali.

La progressiva stratificazione degli strumenti, come è stata scritta nel pezzo, e la crescente intensità della massa orchestrale, sono restituiti in maniera superba. La spazialità totale è un po’ vaga e la posizione degli strumenti non perfettamente definita. Il sound stage è ampio in larghezza, ma manca di una certa profondità.
Quello che riferisco è quello che ho ascoltato in questa stanza, senza la possibilità di muovere e variare la disposizione dei diffusori. Quindi è mancata quella possibilità di esplorare nuove posizioni e di correggere eventuali carenze dell’interazione ambiente casse.

 

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In altre parole, ascoltando nel proprio ambiente e potendo cambiare il set up generale, si sarebbero potuti ottenere risultati anche molto diversi. Ciò che è importante da considerare è che, a parte gli aspetti spaziali, questo sistema ha qualità impressionanti da godere e ammirare, e non c’è modo di sfuggire al suo impatto musicale ed emozionale.

Se inserite il cd di Joe Cocker Sheffield Steel avrete una bella sorpresa. Fin dal primo colpo del rullante, dal Compass Point Studios, è uscita una battere solida e tattile.  Con la grande fluidità del basso, una  presenza sostanziale, i tamburi sono fisicamente proiettati nella vostra stanza. I vocalismi  appassionati di Cocker sono sospinti e sostenuti dai solidi ritmi propulsivi e arrangiati degli strumenti, non lasciando dubbi sulla  potenza di questa performance, o sulla grande voce soul di Joe. La musica guida le casse, e gli altoparlanti rispondono immediatamente alle sollecitazioni sonore.

 

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Niente disturba l’emissione delle GamuT, non importa l’intensità o la dinamica del segnale, l’equilibrio sonico rimane invariato.
Neanche l’apertura poderosa del cd Thin Red Line OST ha scalfito l’imperturbabilità di questi diffusori, mentre il potere ipnotico dei brani e le dolci melodie sono state riprodotte come l’infrangersi delle acque dell’Oceano Pacifico sulla scogliera.

Da notare come all’inizio del brano, quando si sviluppa la tessitura del pezzo, come la melodia del violoncello, scende possente verso l’estremo inferiore.
La terza traccia infine, inizia  più lentamente, ma ha  un crescendo poderoso, regalando una performance potente e memorabile in tutti i sensi.

Le S9s non sono riuscite a minacciare l’integrità strutturale della sala d’ascolto, ma sono impressionanti per potenza e, onestamente, non ho sentito la mancanza di gradualità nella sua potente emissione sonora.

 

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Possiamo dire con certezza che le S9 riproducono correttamente le grandi dimensioni sonore. Ma con le piccole formazioni e con gli strumenti singoli come si comportano?

Vediamo cosa succede con  Shawn Colvin di ‘Shotgun Down The Avalanche’, una traccia di immediatezza e di suono quasi soprannaturale. E’ un brano complesso. La ritmica irregolare e le pause sono rese con facilità, il ritmo del “trip-martel” della batteria è solido. L’attacco sulle corde di chitarra è chiaro e il loro movimento rimane  sotto il controllo della mano del musicista e delle casse. Ma la delicatezza vocale, la destrezza del musicista nel digitare le corde, cioè i micro dettagli dinamici che danno vita alla registrazione, sono in secondo piano.  E ‘quasi come se il sistema privilegiasse la struttura generale del brano a scapito dei dettagli più intimi e della delicatezza.

Visto la quantità di altoparlanti che le GamuT ci mettono sott’occhio (e data la possanza, potrebbero anche prenderli a pugni “gli occhi”) è difficile resistere ad usare, per il pilotaggio, un altro amplificatore, visto poi che c’è un Bryston 14B SST disponibile in un angolo della stanza d’ascolto…

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Ora, in termini di prezzo c’è uno squilibrio. Il 14B SST costa infatti circa un terzo del prezzo dei M250is, un fattore che influenza fin troppo evidentemente il parametro  dettaglio e finezza di grana.  Ma dalla parte del 14B SST c’è circa il doppio della potenza nominale (900 Watt su 4 Ohm sopportate della S9), e una emissione generale veramente più fluida.

Sì, c’è meno definizione, in particolare alle frequenze estreme, ma c’è un maggiore senso di coerenza nella fascia media, almeno in termini di coesione temporale. Musicalmente, questo si traduce in una vocalità più convincente e presente dalla “signora Colvin”, a scapito però di una perdita di dettaglio e definizione delle campane e delle altre percussioni.

 

Abbiano per contro, un maggior senso del “dramma” presente nel cd The Thin Red Line, a spese però della graduazione della potenza. E ‘quasi come se gli amplificatori GamuT usassero la loro potenza per il controllo dell’intero spettro musicale, tenendo perfettamente tutto in linea, mentre il Bryston si comporta semplicemente secondo la sua natura, “tanta potenza tutta e subito” gettando in avanti ogni informazione e sperando che il resto del messaggio segua poi. E questo sembra essere il nocciolo della questione: cosa vuoi dettaglio e definizione, o vuoi flusso di informazioni e grande massa sonora? Altri ascoltatori potranno trovare equilibri diversi con finali diversi.

L’esperienza Bryston è illuminante per due motivi: primo dimostra quanto le elettroniche GamuT siano controllate e a loro volta controllino le casse a loro collegate, secondo la precisione costruttiva di questi finali. Ma mostrano  anche il carattere di queste elettroniche e i costi che si devono affrontare per arrivare a simili prestazioni.

 

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Tenete presente però che comunque il Bryston, da parte sua, offre un controllo dell’emissione delle casse, più stretto rispetto a tanti altri ampli di pari potenza e costo.
Forse è davvero solo una questione di potenza, e le caratteristiche  di questi due pesi massimi a stato solido, riflettono semplicemente questo aspetto. Infine la questione è, non cosa vorrei ascoltare, ma cosa mi devo aspettare quando ascolto il sistema GamuT. In questo senso la risposta è chiara, basta esaminare quanto detto sopra.

In conclusione. Il sistema GamuT offre una performance eccezionale rispetto al parametro “modulazione potenza emessa”, con una richiesta di potenza infinita, quando si tratta di gestire un largo spettro di segnali con una possente energia musicale.
Se pensiamo alle GamuT come oggetti che stanno in un angolo del quadrato HI.Fi., per caratteristiche e costo, non sono sicuro che troverei all’angolo opposto di questo quadrato, un altro sistema che possa offrire le stesse caratteristiche allo stesso costo.

Se da un ascolto desideriamo tanta potenza della musica, presenza fisica e la sensazione di essere quasi spostati fisicamente durante i pieni sonori, allora dalla GamuT otterremo sicuramente quando desiderato

 

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Sia con i riff velocissimi di chitarra come su Cheap Trick Live At The Budokan (sicuramente il numero uno degli album di chitarra di tutti i tempi) o il “power chords” sovrapposti di Echo ‘Forgiven, avremo un suono veramente solido, materico.
Forse il  prezzo da pagare, per queste sensazioni,  è una diminuzione del micro contrasto, di intimità e di velocità di esecuzione negli arpeggi degli strumenti. Ma  penso, ci sono molti ascoltatori che saranno lieti di pagare questo scotto.

 

La prima regola quando si acquista hi-fi è di essere onesti con se stessi. Non comprate il cd Desert Island Discs solo per selezionare impenetrabili brani di musica del ventesimo secolo, solo perchè questo vi sembra intellettuale.

Quando si tratta di musica, l’emozione vince su ogni cosa.
Se questo per voi significa ascoltare The Clash, o ‘Calling di London, allora le GamuT fanno al caso vostro.
Joe Cocker forse non approverà questa scelta, ma molti “ragazzi” apprezzeranno la performance di queste casse.

Sicuramente  le S9 sono grandi e costose, ma GamuT offre una vasta gamma di prodotti a prezzi più accessibili. La Gamut è una società con le idee molto chiare e sa esattamente dove sta andando con i suoi progetti. Ascoltatele e sono sicuro che vi porteranno la dove voi volete.


 

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