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Tomaso Albinoni – Adagio
Miei carissimi lettori
ho deciso di dedicare questo consueto incontro settimanale ad un artista e a una sua composizione che mi hanno preso il cuore al primo ascolto: Tomaso Albinoni ed il suo celeberrimo “Adagio”.
by Barbara Pasqualini
Miei carissimi lettori
ho deciso di dedicare questo consueto incontro settimanale ad un artista e a una sua composizione che mi hanno preso il cuore al primo ascolto: Tomaso Albinoni ed il suo celeberrimo “Adagio”.
Andando a curiosare un po’ nella vita dell’artista, mi si è palesato un primo, piccolo giallo (d’altra parte, anche la composizione che vi propongo è al centro di un “giallo”, come forse già saprete!): ho reperito tre diverse date di nascita da tre diverse fonti! L’anno è il 1671, il mese giugno, il giorno… 8, 6 o 14… A me piacerebbe fosse l’8, come me, ma… mi rimarrà il dubbio!
Ironia a parte, Tomaso Giovanni Albinoni (in documenti d’epoca noto anche come Tomaso Zuane) nacque a Venezia e ivi morì, il 17 gennaio 1751; è stato uno dei compositori e violinisti italiani, nato nella Repubblica di Venezia, appartenente alla stagione del barocco.
http://it.wikipedia.org/wiki/Tomaso_Albinoni
http://www.haendel.it/compositori/albinoni.htm
http://www.treccani.it/enciclopedia/tomaso-albinoni_(Dizionario_Biografico)/
http://www.settemuse.it/musica/tomaso_albinoni.htm
Tomaso Giovanni nacque da una ricca famiglia veneziana di mercanti di carta originaria di Castione della Presolana (Bergamo). Albinoni amava definirsi Musico di violino, dilettante Veneto. Il termine dilettante all’epoca non aveva nessuna connotazione negativa.
Studiò violino e canto, e già in età precoce divenne un bravo cantante e soprattutto un valente violinista. Probabilmente ebbe come maestro Giovanni Legrenzi (1626 – 1690, compositore e organista italiano dell’epoca barocca). In controtendenza rispetto ai contemporanei, Albinoni coltivò l’arte della composizione musicale soltanto per diletto e non per esigenze di affermazione professionale, mantenendosi quasi sempre su atteggiamenti di forte indipendenza personale, e rifiutando costantemente di avere mecenati al suo seguito. Forse per sua scelta non s’iscrisse mai alla corporazione veneziana degli strumentisti professionisti (l’Arte dei Sonatori) privandosi così di esibirsi in pubblico, cosa che non amava, e di ottenere dei guadagni; si orientò quindi verso la composizione.
Visse sempre a Venezia anche se viaggiò molto; si ricordano almeno due suoi viaggi a Firenze nel 1703 e nel 1722. Recentemente è stata scoperta – grazie al ritrovamento di documenti dell’epoca – una sua permanenza nella città di Clusone, nella bergamasca, allora appartenente alla Repubblica di Venezia. Compose la sua prima opera Zenobia regina de Palmireni nel 1694 su libretto di Antonio Marchi, anno in cui uscì anche la sua prima raccolta di musica strumentale, le 12 Sonate a tre Op.1. Da allora divise la sua attività tra le composizioni per canto (melodrammi, serenate e cantate) e per strumenti (sonate e concerti).
Fino al 1709, anno della morte del padre, poté dedicarsi alla musica senza la necessità economica. Poi anche grazie alla volontà testamentaria paterna fu sollevato dal dover continuare l’attività affaristica familiare, in quanto figlio maggiore, lasciando tale compito ai fratelli minori. Questo gli permise di dedicarsi alla musica a tempo pieno e di raggiungere una certa notorietà abbastanza rapidamente.
Sposò una cantante d’opera, Margherita Raimondi, nel 1721, e fu anche grazie a lei che cantò a Monaco, nel 1722. Massimiliano Emanuele II, Elettore di Baviera (1662 – 1726), cui Albinoni dedicò dodici concerti, lo invitò a Monaco per dirigere l’opera durante le celebrazioni per le nozze del Principe Elettore Carlo Alberto di Baviera (1697 – 1745) con Maria Amalia d’Asburgo (1701 – 1756), figlia dell’ultimo Imperatore Giuseppe I (1678 – 1711). In tale occasione compose l’opera I veri amici e la serenata Il trionfo d’amore.
Dopo Zenobia regina de Palmireni, inscenata nel 1694 al teatro dei SS. Giovanni e Paolo, si prodigò in numerosi titoli di successo, come Didone Abbandonata del Metastasio (1698 – 1782, poeta, librettista, drammaturgo e sacerdote italiano) (1725), nella quale cantò il celebre Farinelli (1705 – 1782, considerato il più famoso cantante lirico castrato della storia), fino ad Artamene, sua ultima opera del 1741.
Oltre alla formidabile produzione operistica, di cui oggi purtroppo non rimangono che poche arie, Albinoni si cimentò, da giovane, senza successo, nella composizione di musica religiosa, di cui ci è pervenuto solo una Messa a tre voci maschili senza accompagnamento e un Magnificat (dubbio e comunque perduto), e scrisse più di 40 cantate profane, tra le quali le dodici cantate per solista, Op. IV, e quattro serenate, tra cui l’imponente Il nascimento dell’Aurora, scritta per la corte austriaca.
A parte alcuni lavori strumentali datati 1735 poco si sa della vita e delle opere di Albinoni dopo la metà degli anni 1720.
Ma se la musica vocale di Albinoni fu relativamente poco conosciuta fuori dall’Italia, in compenso quella strumentale godette di grande popolarità nell’Europa del Nord: Albinoni soddisfò la richiesta di sempre nuova musica strumentale, che da quell’area proveniva, sfornando diverse raccolte di concerti e sonate, che, ad iniziare dall’opera IV, affidò opportunamente all’efficienza editoriale e commerciale dei migliori stampatori di Amsterdam, luogo deputato a consacrare la fama di un compositore attraverso pubblicazioni a stampa di grande prestigio e diffusione. Iniziò con l’op. I, 12 Sonate a tre del 1694, per proseguire con l’op. II, una raccolta di Sinfonie e concerti a cinque, del 1700, e una serie di raccolte di Concerti a cinque: le opere V (1707), VII (1715), IX (1722), e X (c.1735). In particolare l’op. IX si situa all’apice della sua produzione strumentale e della sua carriera compositiva. Nel complesso Albinoni ci ha lasciato 64 concerti, pubblicati, 8 sinfonie, e 97 tra sonate e balletti.
Oltre a musica concertistica barocca, per cui ha la notorietà odierna, famosi in particolare i suoi concerti per oboe, compose circa una cinquantina di opere liriche quasi tutte andate perdute e di cui rimangono poche arie. Solo del Radamisto del 1698 rimane la partitura completa. Non conosciamo le sue opere ma sappiamo che esse rivaleggiarono con quelle di Francesco Gasparini (1661 – 1727), compositore attivo nella città lagunare.
La sua musica strumentale attrasse fortemente l’attenzione di Johann Sebastian Bach (1685 – 1750, compositore, organista, clavicembalista e maestro di cappella tedesco del periodo barocco), che scrisse almeno due fughe su temi di Albinoni e usò i suoi bassi per armonia, dedicati all’esecuzione del basso continuo (è l’accompagnamento strumentale che conduce il discorso d’insieme mediante l’elaborazione estemporanea di accordi, seguendo la traccia della parte più grave della partitura. Il basso continuo constava di una linea melodica in chiave di basso che fungeva da sostegno armonico a tutta la composizione. Sul rigo, però, non erano indicati gli accordi da suonare insieme alle note del basso, ma solo dei numeri che davano allo strumentista esperto indicazioni sul modo di improvvisarli. Il basso continuo era affidato a uno strumento ad arco che seguiva solo la parte scritta, e a uno strumento polifonico, come clavicembalo o organo, sul quale l’esecutore suonava anche gli accordi) come esercizio per i suoi studenti. Le sue opere inoltre furono sempre considerate all’altezza di altrettanto famosi compositori contemporanei come Corelli (1653 – 1713) e Vivaldi (1678 – 1741). Le sue dieci raccolte strumentali furono pubblicate con molto successo in Italia, ad Amsterdam e a Londra, riscuotendo un notevole successo in molte corti e famiglie nobili dell’Europa meridionale.
Fu particolarmente attratto dall’oboe, uno strumento relativamente poco usato in Italia fino ad allora, tanto che il suo è stato il primo concerto per oboe scritto in Italia. Mentre i concerti per oboe solo furono per la prima volta composti in Germania da Telemann (1681 – 1767) e Haendel (1685 – 1759). Albinoni dopo aver composto quattro concerti per oboe solo (N. 3, 6, 9, 12) compose quattro concerti con due oboi (N. 2, 5, 8, 11) (Op.7) che furono i primi ad essere pubblicati e che riscossero un tale successo che Albinoni ripeté questa formula nel 1722 con l’Op.9.
Molti dei lavori di Albinoni andarono perduti durante la Seconda guerra mondiale per la distruzione da parte degli alleati della Libreria di Stato di Dresda. Forse dopo il 1740 si ritirò a Venezia e smise di comporre dedicandosi alla scuola di canto da lui fondata.
La sua opera più famosa è l’Adagio in sol Minore, ricostruito (o meglio reinventato ex novo) da Remo Giazotto, un musicologo milanese, nel 1945, basandosi solo sui bassi e su sei frammenti di melodia (che tuttavia non sono di Albinoni).
Albinoni morì nella sua città natale nel 1751.
Remo Giazotto (1910 –1998) è stato un musicologo e compositore italiano, famoso soprattutto per il catalogo sistematico delle opere di Tomaso Albinoni e ancora di più, per aver recuperato il celeberrimo Adagio in sol minore. E qui si apre la spinosa questione che accennavo in apertura: chi è il vero padre dell’Adagio in sol Minore? Quest’ultimo, noto anche come Adagio di Albinoni, è una composizione musicale barocca che sarebbe stata scritta nel XVIII secolo, ma pubblicata soltanto nel 1958 da Remo Giazotto. Il musicologo dichiarò di essersi limitato a “ricostruire” l’Adagio sulla base di una serie di frammenti di Tomaso Albinoni che sarebbero stati ritrovati tra le macerie della biblioteca di Stato di Dresda – l’unica biblioteca a possedere partiture autografe albinoniane – in seguito al bombardamento della città avvenuto durante la Seconda guerra mondiale. I frammenti sarebbero stati parte di un movimento lento di sonata (o di concerto) in sol minore per archi e organo, di cui purtroppo mai si hanno avute certezze concrete.
In verità, a partire dal 1998, anno della morte di Remo Giazotto, si è diffusa la voce che l’Adagio sia un lavoro interamente originale di Giazotto, giacché nessun frammento di notazione è stato trovato in possesso della Biblioteca Nazionale Sassone.
A questi link troverete degli interessanti approfondimento in merito: al di là di Giazotto, molti altri artisti hanno attinto alla fonte “Albinoniana”: tanto per citare un esempio, nel 1999, (1970, cantautrice belga) ha realizzato una rivisitazione molto popolare del brano, la canzone nota, appunto, come Adagio, in lingua italiana e inglese, basandosi su quest’opera.
http://it.wikipedia.org/wiki/Adagio_in_Sol_minore
http://mperrottet.hubpages.com/hub/Who-Wrote-the-Adagio-in-G-Minor-A-Musical-Myste
La composizione è stata inoltre usata come sottofondo musicale in numerosissimi programmi televisivi e spot pubblicitari, per esempio nella serie di fantascienza Spazio 1999 (1975). Pare che la sigla inziale derivi da un arrangiamento ispirato al famoso Adagio di Albinoni, mentre nell’episodio “Il dominio del drago” sarebbe stata impiegata la musica “originale”. Ho citato questa serie non a caso, perché ho avuto il piacere di scoprirla e vederla grazie a mio padre: il perfetto connubio di musica ed immagini suscitano in me un profondo coinvolgimento emotivo!
Infine, leggendo qua e là le varie curiosità, ho scoperto che nel film La rabbia (1963), Pasolini utilizza come leitmotiv proprio l’Adagio di Albinoni. Solenne e maestoso, ma anche percorso da un sottile velo di malinconica riflessività, il brano indica quale fosse l’attenzione di Pier Paolo Pasolini per la scelta degli elementi musicali e, più in generale, sonori, mai considerati secondari nei suoi film.
Concludendo, desidero ricordare l’interpretazione di “Adagio”, in francese, dall’album “Insight”, del 1993, di Artemios Ventouris “Demis” Roussos (1946 – 2015) grande cantante e bassista greco, scomparso pochi giorni fa.
La versione di “Adagio” di Albinoni che vi propongo (i due link a seguire possono essere un utile spunto per l’acquisto) è stata eseguita dalla Berliner Philharmoniker, diretta da Herbert von Karajan ed edita dalla Deutsche Grammophon.
Albinoni: Adagio in G minor / Pachelbel: Canon
Berliner Philharmoniker and Herbert von Karajan
June 11, 1984
http://www.deutschegrammophon.com/en/cat/4133092
http://www.amazon.com/Albinoni-Adagio-minor-Pachelbel-Canon/dp/B000V7CC7G
Vi ho già proposto questo “tris”, anche in uno dei nostri più recenti appuntamenti, parlando del Peer Gynt di Edvard Grieg.
Vi riporto qualche informazione in merito, per mia (e nostra) insaziabile curiosità!
http://www.karajan.org/jart/prj3/karajan/main.jart?reserve-mode=active&rel=en
http://it.wikipedia.org/wiki/Herbert_von_Karajan
Heribert Ritter “Herbert” von Karajan (1908 –1989) è stato un direttore d’orchestra austriaco.
È generalmente considerato uno dei più grandi direttori d’orchestra di tutti i tempi, nonché fra i migliori del dopoguerra, è ricordato come quello con il maggior numero di incisioni discografiche, in particolare con i Berliner Philharmoniker, che ha guidato per trentacinque anni, fino al 1989.
http://www.berliner-philharmoniker.de/en/
http://it.wikipedia.org/wiki/Berliner_Philharmoniker
I Berliner Philharmoniker (nome ufficiale prima del 2002 Berliner Philharmonisches Orchester, cioè Orchestra filarmonica di Berlino) sono una tra le più prestigiose orchestre sinfoniche del mondo.
Nata dallo scioglimento di due complessi orchestrali berlinesi nel 1882, l’orchestra intraprese una brillante attività concertistica sotto la guida di Franz Wüllner.
Vari sono stati i direttori stabili avvicendatisi alla sua guida: ricordiamo, dal 1955, Herbert von Karajan, per 35 anni. In quegli anni, l’orchestra fu impegnata in un lavoro costante di miglioramento della qualità sonora: von Karajan impose l’acquisto di nuovi strumenti, un ricambio generazionale continuo, ed un ampliamento notevole del repertorio. La tempesta che portò alla frattura tra i filarmonici berlinesi e Karajan fu causata dall’assunzione della clarinettista Sabine Meyer (1959), come Primo clarinetto da affiancare a Karl Leister, che il maestro fece assumere nonostante il voto contrario dell’Orchestra, da qui si arrivò alla vendetta del Maestro, che li rimpiazzò al Festival di Salisburgo con i filarmonici viennesi. Acquisirono sempre più importanza le già delicatissime condizioni di salute di Karajan (soffriva di artrite reumatoide) e alla fine si arrivò alla rescissione in tronco del contratto del direttore. Si attese però la morte del maestro per l’assunzione di un nuovo direttore. (Si dice che Karajan ebbe addirittura un infarto a causa del rapporto degenerato con i Berliner). Dal 1989, dopo la morte di Karajan, il nuovo direttore dei Berliner è stato per 12 anni il “nostro” Claudio Abbado (1933 – 2014).
Caratteristica principale dell’orchestra è la pregevole qualità del suono, che i componenti di questa compagine riescono a produrre nell’esecuzione di qualsiasi brano musicale.
http://www.deutschegrammophon.com/en/
http://it.wikipedia.org/wiki/Deutsche_Grammophon
La Deutsche Grammophon è un’etichetta discografica tedesca specializzata nella produzione di dischi di musica classica, che fa parte del gruppo Universal.
Fondata a Hannover nel 1898 da Emile Berliner, l’inventore del grammofono, e da suo fratello Joseph Berliner, la Deutsche Grammophon è una delle etichette più prestigiose nel panorama della musica classica, che raccoglie l’eredità della Berliner Gramophone, la più antica casa discografica tedesca e una delle principali a livello europeo e mondiale, ma ormai non più operativa.
Molte delle opere di Albinoni sono andate perdute…
Per non dimenticare, ho trascritto l’elenco completo delle sue produzioni, per i lettori più arditi e curiosi; a seguire, qualche video curioso, sull’ “Adagio” originale e su qualche reinterpretazione/rifacimento!
Composizioni
Musica strumentale
Albinoni ha composto 64 concerti pubblicati, 8 sinfonie e 97 fra sonate e balletti.
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Op. 1 1694 12 Sonate a tre.
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Op. 2 1700 6 Sinfonie e 6 Concerti a 5.
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Op. 3 1701 12 Balletti da Camera a tre.
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Op. 4 1704 6 Sonate da chiesa per violino e basso continuo, pubblicate da Roger ad Amsterdam nel 1708.
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Op. 5 1707 12 Concerti per violino e basso continuo
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Op. 6 1711 12 sonate da camera.
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Op. 7 1716 12 Concerti per 1 o 2 oboi e archi.
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Op. 8 1721 6 Sonate e 6 Baletti a tre.
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Op. 9 1722 12 Concerti per 1 o 2 oboi e archi.
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Op. 10 1735 12 Concerti a 5.
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Op. 11 Sonate a tre (perdute).
Altre sinfonie
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Si 1: Sinfonia in re maggiore per il primo atto di Zenobia (per tromba, 2 violini, 2 violette, violoncello e basso continuo), 1694
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Si 2: Sinfonia in fa maggiore per il primo atto di Engelberta (for 2 violins, 2 violas, cello and basso continuo), 1709
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Si 3: Sinfonia in la maggiore (for 2 violins, viola, violone, and basso continuo), 1707–15 ca.
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Si 4: Sinfonia in re maggiore (for 2 violins, viola and basso continuo; manuscript versions for 2 oboes and bassoon), 1707 ca.
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Si 5: Sinfonia in la maggiore (for 2 violins, viola and basso continuo), 1707–15 ca.
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Si 6: Sinfonia in si maggiore (for 2 violins, viola, bassoon and basso continuo), 1715–22 ca.
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Si 7: Sinfonia in sol maggiore(per 2 flauti, 2 oboi, 2 violini, 2 violette, fagotto e basso continuo), 1715–22 ca.
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Si 8: Sinfonia in sol maggiore (for 2 violins, viola and basso continuo), 1722–35 ca.
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Si 9: Sinfonia in fa maggiore (for 2 violins, viola and basso continuo), 1722–35 ca.
Composizioni diverse spurie
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Mi 1-25
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Mi 26: Adagio in sol minore (per organo e archi) di Remo Giazotto, 1958
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Mi 27-30
Cantate per soprano o contralto
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12 Cantate da camera a voce sola op. 4 (per voci e basso continuo), Venezia 1702
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N. 1: Amor, Sorte, Destino (per soprano)
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N. 2: Da l’arco d’un bel ciglio (per contralto)
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N. 3: Del chiaro rio (per soprano)
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N. 4: Riedi a me, luce gradita (per contralto)
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N. 5: Lontananza crudel, mi squarci il core (per soprano)
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N. 6: Filli, chiedi al mio core (per contralto)
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N. 7: Ove rivolgo il piede (per soprano)
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N. 8: Mi dà pena quando spira (per contralto)
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N. 9: Parti, mi lasci, ah quale (per soprano)
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N. 10: Son qual Tantalo novello (per contralto)
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N. 11: Poiché al vago seren di due pupille (per soprano)
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N. 12: Chi non sa quanto inumano (per contralto)
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18 Cantate per Soprano e Basso continuo, Staatsbibliothek Berlin, ms. 447
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N. 1: Il bel ciglio d’Irene
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N. 2: Già dal mar sorgea l’alba
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N. 3: Amarissime pene, suonate ormai
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N. 4: (come op. 4 n. 5)
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N. 5: Sorgea col lume in fronte
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N. 6: Lontan da te, mia vita
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N. 7: Sovra letto d’erbette
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N. 8: (come op. 4 n. 11)
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N. 9: Il penar senza speranza
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N. 10: Senti, bel sol, deh senti
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N. 11: Quest’è l’ora fatale
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N. 12: Di tante ree sciagure
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N. 13: Fileno, caro amico
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N. 14: Sovra molle origliere
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N. 15: Clori nel ciel d’amor lucida stella
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N. 16: Dubbio affetto il cor mi strugge (Amante timido)
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N. 17: Rivolse Clori un giorno
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N. 18: Donna illustre del Latio
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Altre cantate
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Bel fantasmo tu fosti al mio pensiero (per soprano e basso continuo)
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Bella, perché tu forsi (per soprano e basso continuo)
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Biondo crin, occhio nero, e sen d’avorio (per soprano e basso continuo)
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Che ne dici, che risolvi (per soprano e basso continuo)
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Crudelissimo amore (per contralto e basso continuo)
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Dove sei, che fai cor mio (per soprano e basso continuo)
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E dove, Amor, mi guidi (per soprano, strumenti e basso continuo)
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Fatto bersaglio eterno (per contralto e basso continuo)
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Già tornava l’aurora
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In alta rocca, ove d’un genio amico (per soprano e basso continuo)
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Io che per colpa sol del fatio rio (per soprano e basso continuo)
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Là dove il nobil Giano (per soprano e basso continuo)
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Quanta pietà mi date, o mesti fiori (per soprano e basso continuo)
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Senza il core del mio bene (per soprano o contralto e basso continuo)
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Vorrei che lo sapessi (per contralto e basso continuo)
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Vorrei scoprir l’affanno (per soprano e basso continuo)
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Opere
Titolo |
Libretto |
Data della messa in scena |
Luogo, teatro |
Note |
Zenobia |
Antonio Marchi |
1694, Carnevale |
Venezia, Teatro SS. Giovanni e Paolo |
copia in Library of Congress, Washington |
Il prodigio dell’innocenza |
Fulgenzio Maria Gualazzi |
1695 |
Venezia |
musica perduta |
Zenone, imperator d’Oriente |
Antonio Marchi |
1696 |
Venezia |
musica perduta |
Il Tigrane, re d’Armenia |
Giulio Cesare Corradi |
1697 |
Venezia |
musica perduta |
Primislao, primo re di Boemia |
Giulio Cesare Corradi |
1697 |
Venezia |
musica perduta |
L’ingratitudine castigata |
Francesco Silvani |
1698 |
Venezia |
musica perduta |
Radamisto |
Antonio Marchi |
1698 |
Venezia |
|
Diomede punito da Alcide |
Aurelio Aureli |
1700 |
Venezia |
musica perduta |
L’inganno innocente |
Francesco Silvani |
1701 |
Venezia |
musica perduta, rinvenute alcune arie |
L’arte in gara con l’arte |
Francesco Silvani |
1702 |
Venezia |
musica perduta |
Griselda |
Apostolo Zeno |
1703 |
Firenze |
musica perduta, rinvenute tre arie |
Aminta |
Apostolo Zeno |
1703 |
Firenze |
musica perduta |
Il più fedel tra i vassalli |
Francesco Silvani |
1705 |
Genova |
musica perduta |
La prosperità di Elio Sejano |
Nicolò Minato |
1707 |
Genova |
musica perduta |
La fortezza al cimento |
Francesco Silvani |
1707 |
Piacenza |
musica perduta |
La fede tra gl’inganni |
Francesco Silvani |
1707 |
Venezia |
musica perduta |
Astarto |
Apostolo Zeno e Pietro Pariati |
1708 |
Venezia |
musica perduta, rinvenute alcune arie |
Il tradimento tradito |
Francesco Silvani |
1708 |
Venezia |
musica perduta |
Engelberta |
Apostolo Zeno e Pietro Pariati |
1709 |
Venezia |
IV e V atto di Francesco Gasparini |
Ciro |
Pietro Pariati |
1710 |
Venezia |
musica perduta |
Il tiranno eroe |
Vincenzo Cassani |
1711 |
Venezia |
musica perduta, rinvenute alcune arie |
Il Giustino |
Pietro Pariati da Nicolò Beregan |
1711 |
Bologna |
musica perduta |
La pace generosa |
Francesco Silvani |
1711 |
Genova |
musica perduta |
Le gare generose |
Antonio Zaniboni |
1712 |
Venezia |
musica perduta, rinvenute cinque arie |
Lucio Vero |
Apostolo Zeno |
1713 |
Ferrara |
musica perduta |
I rivali generosi |
Apostolo Zeno |
1715 |
Brescia |
musica perduta |
L’amor di figlio non conosciuto |
Domenico Lalli |
1716 |
Venezia |
musica perduta |
Eumene |
Antonio Salvi |
1717 |
Venezia |
musica perduta, rinvenuta un’aria |
Meleagro |
Pietro Antonio Bernardoni |
1718 |
Venezia |
musica perduta |
Cleomene |
Vincenzo Cassani |
1718 |
Venezia |
musica perduta |
Gli eccessi della gelosia |
Domenico Lalli |
1722 |
Venezia |
musica perduta, rinvenute alcune arie |
I veri amici |
Francesco Silvani e Domenico Lalli da Pierre Corneille |
1722 |
Monaco di Baviera |
musica perduta, rinvenute alcune arie |
Il trionfo d’amore |
Pietro Pariati |
1722 |
Monaco di Baviera |
musica perduta |
Eumene |
Apostolo Zeno |
1723 |
Venezia |
musica perduta, rinvenute due arie |
Ermengarda |
Antonio Maria Lucchini |
1723 |
Venezia |
musica perduta |
Antigono, tutore di Filippo, re di Macedonia |
Giovanni Piazzon |
1724 |
Venezia |
V atto di Giovanni Porta, musica perduta |
Scipione nelle Spagne |
Apostolo Zeno |
1724 |
Venezia |
musica perduta |
Laodice |
Angelo Schietti |
1724 |
Venezia |
musica perduta, rinvenute due arie |
Didone abbandonata |
Metastasio |
1725 |
Venezia |
musica perduta |
Alcina delusa da Ruggero |
Antonio Marchi |
1725 |
Venezia |
musica perduta |
La Statira |
Apostolo Zeno e Pietro Pariati |
1726, Carnevale |
Roma, Teatro Capranica |
|
Il trionfo di Armida |
Girolamo Colatelli da Torquato Tasso |
1726 |
Venezia |
musica perduta |
L’incostanza schernita |
Vincenzo Cassani |
1727 |
Venezia |
musica perduta, rinvenute alcune arie |
Le due rivali in amore |
Aurelio Aureli |
1728 |
Venezia |
musica perduta |
Li stratagemmi amorosi |
F Passerini |
1730 |
Venezia |
musica perduta |
Elenia |
Luisa Bergalli |
1730 |
Venezia |
musica perduta |
Merope |
Apostolo Zeno |
1731 |
Praga |
in parte di Albinoni, musica perduta |
Il più infedel tra gli amanti |
Angelo Schietti |
1731 |
Treviso, Teatro Onigo |
musica perduta |
Ardelinda |
Bartolomeo Vitturi |
1732 |
Venezia |
musica perduta, rinvenute cinque arie |
Candalide |
Bartolomeo Vitturi |
1734 |
Venezia |
musica perduta |
Artamene |
Bartolomeo Vitturi |
1741 |
Venezia, Teatro Sant’Angelo |
musica perduta |
SerenateIl nascimento de l’Aurora (anonimo), Venezia 1710 ca.
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Il nome glorioso in terra, santificato in cielo (Vincenzo Cassani), Venezia 1724
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Il concilio de’ pianeti (Girolamo Baruffaldi), Venezia 1729
Intermezzi
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(Vespetta e) Pimpinone (Pietro Pariati), Venezia 1708
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Malsazio e Fiammetta (anonimo), Roma 1726 (testo e musica perduta)
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Il Satrapone (Antonio Salvi), Parma 1729 (musica perduta)
Musica sacra
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Messa a tre voci (per due tenori e basso, a cappella), prima 1694
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I trionfi di Giosuè (Oratorio; Testo: Giovanni Pietro Berzini), Firenze 1703 (insieme con Alessandro Scarlatti, Giovanni Bononcini et al.)
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Maria annunziata (Oratorio; Testo: Francesco Silvani), Firenze 1712
Bibliografia
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Remo Giazotto, Tomaso Albinoni. “Musico di violino dilettante veneto” (1671–1750), Milano, Fratelli Bocca, 1945.
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Franco Rossi, Catalogo Tematico delle composizioni di Tomaso Albinoni Tomo I – Le 12 opere strumentali a stampa, Padova, edizione Solisti Veneti, 2002.
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Franco Rossi, Catalogo Tematico delle composizioni di Tomaso Albinoni Tomo II – Le opere strumentali manoscritte – Le opere vocali – I libretti, Padova, edizione Solisti Veneti, 2003.
Video:
Albinoni’s Adagio in G minor (Karajan)
Lara Fabian – Adagio in Italiano
Spazio 1999 1×23 – Il dominio del drago [ITA]
Demis Roussos – Adagio