Late Rembrandt al Rijksmuseum di Amsterdam
dal 12 febbraio al 17 maggio 2015
di Eugenio Cardi
Ebbene sì, Rembrandt, il gran Maestro, torna, il più noto e famoso dei pittori fiamminghi (assieme a Jan van Eyck, Rubens e Vermeer) torna e torna lì dove è di casa da sempre, in Olanda, al bellissimo Rijksmuseum di Amsterdam!
Assolutamente da non perdere!!!
Un evento imperdibile. Sia per quanto riguarda le opere dell’ultimo periodo di Rembrandt, sia per il museo che le ospita, che vale delle considerazioni a sè. Io l’ho visitato nel settembre scorso, il Rijksmuseum di Amsterdam, e vi assicuro che è stata davvero una bella esperienza, ricca ed interessante. Ve lo consiglio assolutamente.
Sito nella zona dei musei di Amsterdam, giusto affianco al museo Van Gogh e con un comodissimo ed ampio parcheggio per auto sottostante il museo stesso, il Rijksmuseum è stato ristrutturato completamente di recente (ad opera degli architetti Antonio Cruz e Antonio Ortiz), la stessa struttura che ospita il museo (fin dal 1885, opera di Pierre Cuypers) vale già una visita.
All’interno una serie di mostre che si svolgono spesso contemporaneamente, con ampi spazi e audioguide di ultimissima generazione; i numeri parlano da soli: centinaia di migliaia di visitatori l’anno, 8000 opere disposte in 80 sale. Il Rijksmuseum ha poi dedicato la parte più nobile ed importante del museo stesso alle opere di Rembrandt, che hanno uno spazio espositivo proprio e permanente composto di diverse sale.
La mostra – che vi consiglio caldamente di visitare – che si apre il 12 febbraio prossimo e che potete trovare anche alla National Gallery di Londra fino al 18 gennaio, ha quale oggetto l’ultimo Rembrandt, le opere pittoriche quindi riguardanti gli ultimi anni del famoso artista fiammingo.
E’ una mostra particolarmente importante in quanto essa è la prima in assoluto dedicata alla creatività della tarda età del pittore, età normalmente poco fruttifera di grandi trovate e di grande ingegno. In Rembrandt (Rembrandt Harmenszoon van Rijn, 1606-1669, nono figlio di un mugnaio olandese), invece, la capacità narrativa formulata su tela supera anche le barriere dell’età, facendo sì che la sua creatività ed il suo estro restassero intatti e per nulla scalfiti dell’incedere dell’età stessa e che anzi, al contrario, producessero forse le cose migliori dell’artista stesso.
E’ così quindi che quei visi spesso rugosi, scavati ma estremamente vitali e significativi prendano quasi vita, e ci guardino loro stessi esterefatti attraverso il filtro della tela che sembra vivere di vita propria, trasmettendoci emozioni e sensazioni a non finire.
I suoi numerosi autoritratti poi ci fanno pensare ad una apertura, ad un corridoio, ad uno squarcio verso la sua stessa anima che Rembrandt, in una senile introspezione psicologica, ci offre quasi arrendevolmente. Con i suoi famosi autoritratti dell’ultimo periodo della sua vita Rembrandt si spoglia di ogni possibile reticenza e – muto e diretto – ci interroga; il suo sguardo impietoso si posa su di noi, ci osserva e apre con noi un dialogo, diretto e franco, introspettivo ed esistenziale, quasi a chiedersi e a chiederci il significato stesso della vita.
Forse dovute alle pene per le difficoltà finanziarie incontrate, sicuramente per via della forte sofferenza dell’artista per la morte prematura dell’amata moglie Saskia, le domande esistenziali poste in campo dall’artista nell’ultimo periodo della sua vita trapassano la sua stessa densa pennellata e la sua tela e ce le ritroviamo tutte lì ancora oggi, intatte, inquietante e terribilmente affascinanti, proprio come i suoi misteriosi e insondabili giochi di ombre, luci e chiaroscuri.
Tutto questo ci indica una sola cosa: che il Maestro è lì, non è mai andato via, non ci ha mai lasciato. E’ divenuto immortale.
Late Rembrandt al Rijksmuseum di Amsterdam
dal 12 febbraio al 17 maggio 2015