Cello Amati Evo – Renaissance

Nov 2, 2023 | Diffusori da Stand, P Diffusori, P Magazine, P Shop, Shop Diffusori

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Cello Amati Evo – Renaissance

 

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By Bruno Fazzini e Massimo Piantini

Graphic Massimo Piantini

 

Classificazione

Diffusori da pavimento: 3Vie – 9 Altoparlanti – Quasi sospensione pneumatica

 

Rapporto Qualità/Prezzo Usato: –5– (1=sotto la Parità, 2=Parità e da 3 =Favorevole a 5= Molto Favorevole) 

Diffusore che ricalca per dimensioni e struttura il progetto originale degli anni 80/90 e aggiornato nei trasduttori e nel cross-over.

 

 

Riporto qui l’incipit degli altri progetti EVO per introdurre e chiarire le motivazioni dei questa modalità “evolutiva” riguardante oggetti del recente passato.

 

EVO Project by BlueMoon AT. Cosa è, e perché è nato.

Il progetto EVO (Evolution), nasce dalla necessità di adeguare casse acustiche, attuali o del passato, alle odierne necessità durante l’inserimento in sistemi audio nelle più disparate sale di ascolto.

 

Sull’articolo Diffusori e ambiente domestico pubblicato sulla nostra web a cui rimando per gli approfondimenti, abbiamo messo in evidenza quali siano le problematiche che abbiamo verificato esistere, nell’assemblare un sistema audio HiEnd in una qualunque sala di ascolto domestica.

 

Abbiamo anche individuato le soluzioni che possono portare grandi benefici per avvicinarsi, quanto più possibile, alla riproduzione reale dell’evento sonoro in ambiente e…..see more

 

 

 

Cello Amati Evo – Renaissance. Note Tecniche

 

Quando negli anni 70°  le AR LST furono presentate per la prima volta, suscitarono interesse e diffidenza.

 

Per capire questo atteggiamento degli audiofili, bisogna ricordare che il quel periodo, la scuola dominante tra i diffusori era quella Inglese, contrassegnata da forme rigorosamente paralleloidali, e per lo più in bass-reflex.

 

Immaginate il disorientamento che creò quella forma irregolare, in un volume tutto sommato piccolo e con il caricamento del woofer in sospensione pneumatica.

 

Però qualche anno Mark Levinson vide in questo progetto delle peculiarità da sfruttare.

 

Quindi prese le LST le rese di diffusori diversi da usare non solo in campo Home HiFi.

 

Con le modifiche al cross-over, potenziamento della struttura, aggiungendo la possibilità di multi-amplificare e usandone 2 o 3 coppie contemporaneamente sovrapposte, le trasformò in oggetti che dovevano riprodurre musica, avvicinandosi all’impatto dell’evento live.

 

Riporto i valori di pressione sonora indicati dalla Cello in funzione delle Amati usate:

SPL massimo:

circa 115dB 1 paio

121dB 2 coppie

127dB 4 coppie

(Una maggiore gamma dinamica si ottiene con amplificatori Performance a ponte).

 

 

Nonostante queste premesse, il tempo poi ha dimostrato le oggettive difficoltà nel raggiungere questo obbiettivo. Infatti gli utilizzatori si lamentavano per la mancanza di ariosità sull’estremo superiore, una certa nasalità in gamma media ed un non adeguato controllo sulle basse frequenze.

 

Queste problematiche sono dovute soprattutto ai componenti usati, in cellulosa come da tradizione AR, e ad alcune caratteristiche di progetto sulla gamma media.

 

Se esaminiamo l’incrocio tra midrange e woofer, che la AR dichiara essere a 575Hz, notiamo che il woofer di 30cm lavora fino ad un range non proprio consono alle sue caratteristiche. Infatti il midrage a cupola, dichiarato essere da 3,8cm, non può scendere in frequenza oltre quella di progetto.

 

Questo taglio è in parte responsabile della caratteristica tendente al nasale riscontrata dagli appassionati.

 

Inoltre prendendo a riferimento le dimensioni interne del mobile dichiarate, si può calcolare un volume interno netto di poco superiore ai 30 litri.

 

Questo volume, per le dimensioni del woofer, 30cm, è destinato a produrre rimbombi e a mettere in movimento le pareti del mobile, specialmente quella posteriore, generando un segnale che inquina quello principale degli altoparlanti.

 

Ma nonostante queste problematiche, il progetto resta un deciso passo evolutivo dei diffusori, e degno di essere aggiornato per renderlo al passo con l’evoluzione tecnologica degli ultimo 40 anni.

 

Per questo motivo abbiamo deciso di produrre le Cello Amati EVO, cioè l’evoluzione di un progetto innovativo allora come oggi.

 

Le basi progettuali.

Per prima cosa abbiamo deciso di mantenere le stesse dimensioni e forma, che comunque sono funzionali ad una ottima resa acustica e ricostruzione scenica.

 

Abbiamo deciso anche di usare altoparlanti che fossero odierni, con caratteristiche sonore di primaria qualità e che fossero già stati da noi sperimentati con successo in altre realizzazioni, (vedi serie ML e LS BlueMoon AT).

 

 

Il tweeter è un componente a nastro con flangia rotonda, già ampiamente testato per le sue prestazioni audio. Regala suoni setosi e ben presenti senza freddezze o emissioni pungenti.

 

Come midrange abbiamo adottato un componente con cono in rame da 7cm. È stato adottato in tutta la serie ML, e come array di 14 altoparlanti in line source, nella grande ammiraglia LS3. Si adatta benissimo a scendere anche a frequenze di qualche decina di Hz, è quindi il compagno ideale dei woofer.

 

Il woofer è un componente a cono in alluminio di 25cm. Questo oggetto garantisce presenza, velocità e neutralità timbrica.

Nella serie ML è usato in box separato, sia come singolo che doppio componente. I risultati sonici sono al di sopra di ogni sospetto.

 

Sul pannello posteriore sono presenti i regolatori di livello per le singole vie. Inoltre abbiamo inserito un altro attenuatore per regolare finemente i tweeter centrali. Questo Permette di uniformare l’emissione con quelli laterali.

Sullo stesso pannello sono presenti i morsetti per la multi-amplificazione, come accadeva per la versione anni 90.

 

I pannelli anteriori che contengono gli altoparlanti, sono fissati elasticamente solo in alto ed in basso del pannello stesso.

Nessun vincolo è presente lateralmente. Inoltre tra i pannelli e i montati in legno vi è un piccolo spazio che lascia una fessurazione.

 

Questo accorgimento ha la una doppia funzione. Limitare la trasmissione di vibrazione dei componenti agli altri pannelli, e dato il litraggio non esuberante del cabinet, limitare l’impatto delle emissioni del woofer contro la parete posteriore.

 

Considerazioni sul suono

 

Sul suono delle Cello Amati EVO, troverete ampio dettagli sulle note di Bruno Fazzini.

 

Vorrei però porre l’accento sul sound-stage generato.

 

Uno dei parametri che fanno riconoscere il suono riprodotto come vicino al “reale”, è proprio ricreare un palcoscenico credibile dove gli artisti sono identificati per le loro posizioni durante l’esecuzione. Lo spazio che si crea intorno a loro, è condizione “sine qua non” perchè il nostro cervello percepisca i suoni del sistema audio come “reali”.

 

Le Cello Amati Evo hanno la capacita di farti sentire a pochi metri dal palcoscenico virtuale.

Inoltre la presenza per dinamica e timbrica di questi diffusori, aumenta in maniera importante l’illusione dell’evento reale.

 

Se siete amanti della musica e del buon suono, un ascolto di questi diffusori sarebbe appropriato.

Buon divertimento a tutti

 

Massimo Piantini

 

 

 

 

 

Cello Amati Evo – Renaissance. Come suonano

 

Le Cello Amati sono nate a nuova vita.

Nacquero come evoluzione delle precedenti AR-LST ad opera di Mark Levinson che ebbe, come al solito, una delle sue sensazioni straordinarie nel modo di disperdere il messaggio musicale in ambiente.

 

Le Cello Amati poco si discostavano dalle AR-LST, con tutte le difficoltà che gli appassionati hanno lamentato nel corso degli anni riguardo la capacità di farle esprimere al meglio.

Oggi, all’interno del progetto Cello Renaissance, sono disponibili le nuove Cello Amati create sulla base del progetto originale (stessa forma, stesso litraggio, ecc), ma impiegando componentistica interna (cross over e cablaggi) e esterna (trasduttori) moderna e non vecchia di 40 anni.

 

I risultati? Eccellenti!

A detta del costruttore che si occupa delle nuove elettroniche Cello e di alcuni audiofili che le hanno ascoltate in anteprima (oltre agli ascolti fatti da noi nella Blue Moon House), questi diffusori hanno delle speciali particolarità.

 

Andiamo a descriverle.

L’aspetto che immediatamente e positivamente colpisce l’ascoltatore è la straordinaria capacità di ricostruire un palcoscenico sonoro ampio e molto sviluppato non solo in ampiezza, ma anche in profondità.

 

 

Soud-Stage. Grazie al nuovo cross-over e, soprattutto, ai nuovi trasduttori, la struttura della scena appare solida e ricca di volumi, con gli esecutori sul palco che hanno molto spazio a disposizione.

Questo risultato dipende soprattutto dal lavoro dei tweeter posti lateralmente alle casse acustiche, grazie ai quali la scena si espande e si amplia non solo in larghezza.

 

A beneficiare di quanto descritto non sono solo i piccoli ensamble rock o jazz ma, cosa assai rara per moltissimi diffusori in commercio, sono i grandi cori o le masse orchestrali ad avere, finalmente, il giusto respiro, quell’alito di vita che rende una riproduzione piena di forza e vitalità.

 

Timbrica. Se, però, tutto questo non è coadiuvato da una estrema correttezza timbrica, allora tutto si chiude e s’impasta; i piani si comprimono e si perde la sensazione di spazialità.

Con le Amati Evo questo non accade, perché ad opera del minuzioso lavoro di progettazione e taratura del cross over, oltre naturalmente allo splendido lavoro dei moderni trasduttori, le tre gamme di frequenza sono perfettamente legate senza sovrapposizioni.

 

La gamma bassa, anche in forza dell’accordo in sospensione pneumatica, è controllata e fluida, e mai tende a sporcare l’estremo superiore.

Questo range medio, grazie all’impiego di moderni altoparlanti in rame, ha una precisione assoluta che però non scade mai nell’irrigidimento timbrico. Le voci maschili e femminili, infatti, sono di una correttezza esemplare.

 

La gamma alta, infine, descrive e rifinisce il messaggio sonoro, infondendo una forte sensazione di ariosità e solidità insieme, senza che si manifesti mai la fastidiosa sensazione d’ingessatura strumentale.

Insomma, le Amati Evo forniscono la percezione di una musicalità a tutto tondo, unita ad una precisione armonica che poche altre volte mi è capitato di ascoltare.

 

Dinamica. Con una ricostruzione scenica e una timbrica come quella descritta, come poteva essere la dinamica se non vitale e coinvolgente, emozionante e capace di far somigliare l’evento riprodotto ad un evento live.

 

 

Che si ascolti un concerto rock o un intimo brano di classica o, infine, un evento jazz, le Amati saranno sempre in grado di destreggiarsi a meraviglia con ogni genere, grazie anche alla possibilità di tarare le tre gamme di frequenza e l’emissione dei tweeter laterali, nei diversi ambienti in cui verranno collocate ad opera dei regolatori posti sul retro.

 

La trasparenza, poi, ad opera dei deliziosi, moderni, ribbon tweeter è di alto livello.

 

Ma non è solo merito dei tweeter, poiché la trasparenza dell’intero messaggio sonoro dipende dal sinergico lavoro delle tre gamme che riescono ad offrire una focalizzazione davvero rara.

L’eccellente risultato dipende, pertanto, anche degli ottimi midrange e dall’altrettanto eccellente, veloce e dinamico woofer in alluminio. E’ la corretta interazione fra i tre range di frequenza che, oltre ad una timbrica sana come quella sopra descritta, produce anche una trasparenza esemplare.

 

Le Cello Amati, però, affinché possano esprimersi al meglio, hanno bisogno di partner all’altezza.

Noi, nella nostra Blue Moon House, le abbiamo pilotate con pre phono Cello RMC, pre Cello Encore e finali Cello Encore alternati con il poderoso finale Cello Duet 350.

 

I migliori risultati, però li abbiamo ottenuti con 4 finali mono Cello Encore, facendo pilotare due finali ai due woofer e gli altri due finali ai rimanenti componenti di ogni canale.

E’ questo, probabilmente, il sistema che porteremo alla presentazione ufficiale non solo dei diffusori Cello Amati, ma dell’intera produzione Cello Renaissance che ci sarà a Roma il 15 e 16 Ottobre 2022.

 

Abbiamo poi voluto esagerare e abbiamo collegato Le Amati Evo ai modelli top di gamma della Cello, come il pre Suite e i finali quattro telai Performance.

 

I risultati?

Vi posso solo dire che questi diffusori hanno retto egregiamente l’alzarsi dell’assicella senza scomporsi minimamente e saranno oggetto di un articolo dedicato.

 

Bruno Fazzini

 

 


 

Gli altoparlanti della

Cello Amati Evo – Renaissance

 

I tweeters planari contribuiscono in maniera decisiva alla creazione dell’ottimo soud-stage.

 

Il nuovo midrange è un componente moderno a cono, con membrana in rame

 

 

Abbiamo inserito un woofer da 25cm con cono in alluminio, invece del vecchio 30cm in cellulosa.

Il componente moderno decisamente più performante rispetto al vecchio AR ha fatto la differenza, donando alle gamma bassa, ma anche alla dinamica generale, quella presenza che ci si aspetta da una esecuzione live

 

 

La consolle del cross-over.

A destra sono disposti i regolatori di livello per le tre vie

Il alto a sinistra inoltre è stata predisposta una regolazione autonoma per i tweeter del pannello centrale.

Come per la Amati del 1990 sono disponibili i morsetti separati per la multi-amplificazione.

Inoltre è stata prevista anche la possibilità della munti-amplificazione attiva. Questa è attivabile agendo sulla morsettiera interna del Cross-over.

Questa facoltà apre nuovi orizzonti a chi decide di intraprendere questa strada.

 

Il piedistallo è stato progettato per alzare di 66cm da terra, e allinearle alle orecchie di un ascoltatore seduto, a circa 106cm

 

 

Cello Amati Evo – Renaissance

 

TECHNICAL SPECIFICATIONS

 

Specifiche: Tipo: sistema di altoparlanti a 3 vie, 9 driver.

Frequenza di crossover: 300, 5000 Hz.

Woofer: 1 x 25cm

Midrange: 4 x 7cm a cono in rame

Tweeter: 4 x a nastro Frangia tonda

Peso: (ciascuno) 40kg

Dimensioni: 68cm x 26cm x 54cm

Piedistallo nero opaco

Dimensioni – Altezza 66cm – base superiore 53cm – base inferiore 69cm

Peso 30 kg

 

Altezza TW da terra 107cm

 

Prezzo di listino Cello Amati EVO

 

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