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AmpTube – 5 a confronto + Infinity

Ecco i risultati

 

 

Per ascolti e info


 

email: sophoshiend@gmail.com


Bruno Fazzini – tel. + 39 347  1402138



 

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By Bruno Fazzini

Graphic Massimo Piantini

 

Abbiamo voluto provare, nella nostra sala d’ascolto BlueMoon House, cinque finali valvolari diversi per potenza, tipologia costruttiva e caratteristiche sonore.

 

Tutti i finali pilotavano la stessa coppia di diffusori, un modello storico, le Infinity 7.2i EVO (la versione Evolution upgradata da Blue Moon Audio), volutamente scelte per le loro doti di correttezza timbrica, ottima tenuta in potenza e completezza armonica dopo gli importanti interventi migliorativi che li hanno portati alla versione EVO.

 

Anche il pre è stato uguale per tutti: abbiamo impiegato un Cello Encore dalle invidiabili doti di trasparenza, naturalezza dinamica e neutralità timbrica, necessarie per non inficiare il segnale inviato ai diversi finali.

 

Per lo stesso motivo abbiamo impiegato un sorgente analogica, il giradischi BlueMoon Technics Vermillion con braccio BlueMoon Audio e testina Denon DL 103 Vermillion, e una sorgente digitale, la coppia Naim CD5XS+Flatcap 2X.

 

Cavi assolutamente neutri come i BlueMoon Audio (segnale, potenza e alimentazione) per tutti.

 

Bruno Fazzini

 

 

 

AmpTube – 5 a confronto + Infinity

 


 

Woodside/Radford SA 240 – StereoAmp

 

 

Abbiamo iniziato con il più piccolo, economico e datato del gruppo, il Woodside/Radford SA240.

Il suono pieno, corposo e caldo del finale è parso sovrabbondante per questi diffusori che certo non difettano di gamma bassa, costituendo un mix un po’ troppo sottolineato in quel range di frequenza.

 

Così, l’equilibrio timbrico si è orientato verso le tonalità calde e ambrate, moderatamente distante dalla massima neutralità e trasparenza riscontrate con altri abbinamenti (per esempio con il BAT e l’AudioDarex).

 

Questo fino a quando, agendo sui regolatori di livello posti sul retro dei diffusori, abbiamo rimesso le sonorità sui giusti binari della timbrica.

 

 

La notevole richiesta energetica da parte delle Infinity ha posto il finale SA240 al limite delle sue capacità di pilotaggio.

Il Radford ci è sembrato più adatto a pilotare diffusori meno esigenti delle K7.2i essendo, queste ultime, casse acustiche piuttosto impegnative.

 

Nonostante l’aiuto del generoso pre, questo finale ha dovuto faticare un po’ per ricreare una scena acustica con le caratteristiche di volumetria che vengono prese come riferimento.

 

E’ questo un finale che, nonostante l’età, sarà ancora capace di regalare emozioni, soprattutto per quegli appassionati che amano il suono all’inglese, rilassante e musicale.

 

 

Link all’articolo Woodside/Radford SA 240 – StereoAmp

 


 

EAR 861 Yoshino – StereoAmp

 

 

L’EAR ha una bella voce, vellutata e ammaliante, grazie probabilmente alla tipologia delle particolari valvole impiegate (EL 519 dei pentodi che Tim de Pravicini ha fatto lavorare come triodi).

Anche questo finale, come il Radford, ha mostrato qualche sottolineatura di troppo in gamma medio bassa e bassa, ma le cose sono tornate subito a posto appena regolato adeguatamente i livelli di quei range sul pannello posteriore delle Infinity (grazie all’upgrade EVO).

 

La timbrica è tornata ad essere corretta, senza eccessive caratterizzazioni, pur mantenendo il suo stile ambrato e regalando un suono affascinante.

Riguardo la trasparenza questo finale ha raggiunto buoni risultati, anche se un paio di altri concorrenti hanno fatto di meglio (Audio Note e BAT).

 

 

Buona la ricostruzione scenica, con un bel palcoscenico immaginario.

La trasparenza si è mostrata all’altezza del compito, ma senza far gridare al miracolo.

 

I pochi watt a disposizione (32 per canale) non hanno permesso alle Infinity di mettere le li, ma se non vengono richieste grandi pressioni sonore, allora non si sono palesate grosse difficoltà di pilotaggio.

Per questo parametro, la dinamica, il BAT e l’AudioDarex hanno raggiunto superiori risultati.

 

 

Link all’articolo EAR 861 Yoshino – StereoAmp

 


 

Bat VK-76SE StereoAmp

 

 

Con questo finale la musica è cambiata. La superiore potenza a disposizione (75 watt per canale) ha permesso alle impegnative Infinity di essere governate e domate a dovere.

La dinamica ha preso vita e un soffio vitale ha portato il messaggio riprodotto ad essere convincente e molto vicino all’evento reale.

 

Meglio del BAT, per questo parametro, ha fatto solo l’AudioDarex che, nonostante abbia meno potenza del BAT, ha però un maggiore contrasto dinamico dovuto alle differenti valvole impiegate (le 211).

 

Ottima la timbrica che, priva di caratterizzazioni, eccessi o mancanze, ha reso l’ascolto piacevole e con un elevato livello di musicalità. La timbrica sempre corretta ha portato questo parametro verso un elevato livello di neutralità.

Il grande respiro ha generato due importanti benefici.

 

 

Il primo ha riguardato la scena acustica che ha acquistato volumi e spazi a disposizione degli esecutori, con i piani prospettici ben distinti sia sul piano orizzontale che verticale, facendo quasi sparire i diffusori.

 

Il secondo è stato relativo alla trasparenza, che si è posizionata su un livello piuttosto alto e superiore sia a quella dell’EAR che, soprattutto, a quella del Radford, ma non a livello di quella espressa dall’Audio Note.

Questo BAT si è dimostrato un vero tuttofare, governando al meglio tutti i parametri esaminati

 

 

Link all’articolo Bat VK-76SE StereoAmp

 


 

Audio Note Conquest – MonoAmp

 

 

Questi finali sbaragliano tutti i concorrenti riguardo la capacità di essere trasparenti e, con una riproduzione raffinatissima, vincono a mani basse per quanto concerne la musicalità.

La timbrica molto corretta ha presentato solo lievi venature color ambra, ma i Conquest si sono sempre dimostrati lontani da coloriture o eccessi; insieme ai BAT sono stati i migliori del gruppo.

 

La timbrica corretta ha portato ad avere una naturalezza di esposizione sempre al top.

La loro bassa potenza erogata (18 watt ciascuno), però, non li mette in condizione di pilotare adeguatamente questi tre vie da pavimento, nonostante abbiano fatto miracoli nel cercare di governare le ostiche casse acustiche.

 

 

La dinamica è modesta, ma se ci si accontenta di ascolti a volumi non elevati (o se si scelgono diffusori più facili), allora si avrà un grande piacere d’ascolto.

Riguardo questo parametro hanno fatto meglio BAT e AuduioDarex, mentre la partita si pareggia con l’EAR (nonostante quest’ultimo abbia quasi il doppio della potenza).

 

L’alto livello di musicalità fa il paio con un elevato grado di trasparenza che permette al messaggio riprodotto di essere perfettamente a fuoco e preciso, senza mai cadere nell’iperdettaglio. Per questo parametro i Conquest non hanno rivali.

 

Qualche rigidità si percepisce solo quando si portano questi finali al limite delle loro possibilità, cioè molto vicini al clipping.

 

Ottima anche la ricostruzione scenica, con un palcoscenico ampio, pieno di aria e con tanto spazio a disposizione. I piani prospettici si staccano bene e non vi è mai la sensazione di appiattimento della scena.

 

 

Link all’articolo Audio Note Conquest – MonoAmp

 


 

AudioDarex MT 45 – 211 MonoAmp

 

 

Gli MT 45 sono finali con due muscolosi e mitici triodi (le 211) per canale che, pur non erogando una potenza elevatissima, 45 watt ciascuno, forniscono un deciso contrasto dinamico, in grado di regalare un alto livello di vitalità sonica.

 

La scioltezza dinamica è evidente e subito percepita, al pari del risultato del BAT, che ha portato gli ascolti verso la realtà dell’evento sonoro, senza troppe preoccupazioni nel pilotaggio delle Infinity.

Ma l’ottima dinamica non basta per una corretta riproduzione audio. Sono necessarie anche trasparenza, correttezza timbrica e ricostruzione scenica.

 

Riguardo la trasparenza gli AudioDarex presentano una grana sonica un po’ grossa che non ha permesso a questo parametro di elevarsi troppo in alto.

 

 

La scena acustica ha risentito della trasparenza non adeguata, posizionandosi al pari del Radford. Ciò non ha permesso alla ricostruzione di essere particolarmente stabile e con i piani prospettici ben distaccati.

 

L’aria a disposizione degli esecutori era modesta, non permettendo agli artisti di muoversi agevolmente sul palcoscenico immaginario.

 

La timbrica non ha mostrato particolari sottolineature, né eccessi o mancanze, mantenendosi su un livello di generale correttezza, comportandosi meglio dell’EAR e del Radford, ma non a livello del BAT e, soprattutto, dell’Audio Note.

 

Grazie a questo non sono stati necessari interventi di correzione timbrica sui regolatori di livello delle casse acustiche.

Chi desidera finali valvolari dal suono sostanzialmente corretto, dalla buona dinamica e in grado di pilotare molti diffusori, troverà in questi MT45 dall’abbordabile costo, dei validi compagni di viaggio. 

 

 

Link all’articolo AudioDarex MT 45 – 211 MonoAmp

 


 

Infinity 7.2 EVO

 

Queste sono i diffusori che abbiamo utilizzato per valutare le caratteristiche e le prestazioni dei nostri

TubeAmp – 5 a confronto.

 

Nell’articolo ha loro dedicato, troverete tutte le caratteristiche e le motivazioni delle modifiche effettuate.

 

Buona lettura

 

 

 

Nella parte posteriore delle Infinity 7.2 EVO si notano le regolazioni per ogni singola via.

Queste sono responsabili della grande adattabilità a ad ambienti di ascolto e amplificazioni diverse.

Link all’articolo Infinity K7.2i EVO

 


 

Quali risultati ha portato la prova dei

AmpTube – 5 a confronto + Infinity ?

 

Riassunto per posizione in funzione dei 4 parametri:

Timbrica – Trasparenza – Dinamica – Ricostruzione Scenica.

 

Posizione

1

2

3

Timbrica

BAT

Audio Note

AudioDarex

EAR

Woodside Radford

Trasparenza

Audio Note

BAT

EAR

AudioDarex

Woodside Radford

Dinamica

AudioDarex

BAT

Audio Note

EAR

Woodside Radford

Ricostruzione

Scenica

Audio Note

BAT

EAR

AudioDarex

Woodside Radford

 

 


 

Le Infinity 7.2 EVO sono nate seguendo le linee guida dell’EVO Project.

 

Questo progetto vuole superare le anomalie costruttive riscontrate sui diffusori progettati anni fa.

La lettura di questo articolo, pertanto chiarirà le motivazioni delle scelte e delle modifiche operate sulle

Infinity 7.2 EVO per portarle alle attuali prestazioni.

 

Buona lettura

 

 

EVO Project by BlueMoon AT. Cosa è e perché è nato.

 

Il progetto EVO (Evolution), nasce dalla necessità di adeguare casse acustiche, attuali o del passato, alle odierne necessità che si incontrano durante l’inserimento in sistemi audio nelle più disparate sale di ascolto.

 

Sull’articolo Diffusori e ambiente domestico pubblicato sulla nostra web a cui rimando per gli approfondimenti, abbiamo messo in evidenza quali siano le problematiche che abbiamo verificato esistere, nell’assemblare un sistema audio HiEnd in una qualunque sala di ascolto domestica.

 

Abbiamo anche individuato le soluzioni che possono portare grandi benefici per avvicinarsi, quanto più possibile, alla riproduzione reale dell’evento sonoro in ambiente e…. see more

 


 

Diffusori e ambiente domestico

 

Partiamo “dall’inizio”

 

Della catena audio, il diffusore è il componente che interagisce direttamente con l’ambiente domestico, e dal quale ne viene condizionato pesantemente il funzionamento.

L’esempio più lampante è l’emissione della parte bassa da parte dei woofer.

 

Le dimensioni della sala di ascolto e la sua struttura, assorbenza o riflessione delle pareti, condizionano pesantemente il suono che percepiremo durante l’ascolto e ….. see more

 


 

 

AmpTube – 5 a confronto + Infinity

 

I componenti del sistema

 

Infinity K7.2 EVO – Loudspeakers

Cello Encore + Phono – Preamplifier

Naim CD5XS + Flatcap2x – CD Player

BlueMoon Vermilion Islands – Giradischi 

Blue Moon DeepBlue – Braccio 

BlueMoon Vermilion Denon DL103 – Testina 

Direct Vinyl Cut

Cables

 

     

    

     

     

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