The Dukes of September (Donald Fagen, Boz Scaggs, Michael McDonald)
By Calandrino
Live al Lincoln Center, Blu-Ray/Dvd 429 records
Difficile trovare la frutta buona come quella di una volta. Quella di oggi ha i colori da Kodak Gold, più belli del vero, ma spesso non sa di niente. Difficile trovare moto divertenti come quelle di una volta. Oggi sono potentissime, ma si perde tanto tempo a settare l’elettronica (controllo di trazione, Abs, sospensioni) che non ne rimane più per di godersi la strada. Difficile trovare politici onesti come quelli di una volta… Ahi, mi sono incartato.
Diciamo che non è sempre vero che le cose del passato sono migliori di quelle attuali, solo che non le ricordiamo bene. Però nel pop non c’è discussione, neppure Candido sosterrebbe che quello di oggi è migliore. Negli Anni Sessanta c’erano i Beatles in Inghilterra, mentre al di là dell’Atlantico gli Stati Uniti rispondevano come potevano permettersi all’epoca, esagerando: i Beach Boys di Brian Wilson, le piccole sinfonie pop firmate Bacharach-David e il Wall of Sound di Phil Spector. Negli anni Settanta, sempre in America, gli Steely Dan sono andati oltre inventando un pop che rinunciava all’apparente innocenza dei Maestri sopra citati, con testi adulti ed ironici e una musica influenzata dal soul e dal jazz, elegante come i capi di Lord Brummell.
Circondandosi di musicisti capaci di ogni virtuosismo, ma con grande disciplina. Gli Steely Dan collaborarono anche con Michael McDonald, ottimo strumentista e voce (che voce!) dei Doobie Brothers, mentre Boz Scaggs ha un pedigree lungo così, e appena l’anno scorso ci ha regalato Memphis, uno dei suoi album migliori. Così come Donald Fagen, come è noto il 50% degli Steely Dan, che ha pubblicato il notevole – ok, non è The Nightfly – Sunken Condos.
I Tre Moschettieri, Donald Fagen, Boz Scaggs e Michael McDonald, come The Dukes of September, cercano di far rivivere i fasti di un loro precedente supergruppo, la New York Rock and Soul Review, che oltre agli artisti citati comprendeva anche Charles Brown, Phoebe Snow, Eddie e David Brigati dei Rascals. Come testimonianza di quel gruppo ci è rimasto il memorabile Live at the Beacon (1991) ma è passato tanto tempo e The Dukes of September non sono così smaglianti. Quello che si è conservato meglio è Boz Scaggs, che a sorpresa si rivela persino più indispensabile del sempre grande Donald Fagen.
Ad apparire un po’ appannato, purtroppo, è Michael McDonald, almeno come cantante proprio non ce la fa più a raggiungere le vette di un tempo. Ma pure con le sue rughe la musica di Live at Lincoln Center è una gioia da ascoltare. Questi straordinari artigiani del pop’n’soul non hanno lasciato eredi, dopo di loro il diluvio, certe finezze sembrano non essere più apprezzate dal pubblico generalista, la cura certosina di Fagen, con le giornate passate a cercare la sfumatura giusta, appartengono al Novecento, non all’era del copia e incolla.
Nel concerto al Lincoln Center, la registrazione è del Novembre 2012, i Duchi rileggono alcuni classici degli Anni Sessanta, per lo più di matrice nera (James Brown, Isley Brothers,…) oltre che alcune gemme delle rispettive carriere, in una scaletta ben equilibrata.
La band è davvero spettacolare: Jon Herrington (chitarra), Freddie Washington (basso), Shannon Forrest (batteria) Jim Beard (organo), una sezione fiati formata da Jay Collins, Michael Leonhart e Walt Weiskopf e poi le vocalist Carolyn Leonhart e Catherine Monet Owens. Se vi piace la musica “suonata” è quasi irrinunciabile, ma giudicate voi, basta un clic sui video…
The Dukes of September Live at Lincoln Center, Blu-ray 429 Records
“People Get Up and Drive Your Funky Soul”
“Who’s That Lady?”
“Sweet Soul Music”
“I Keep Forgettin’”
“Kid Charlemagne”
“The Same Thing”
“Miss Sun”
“You Can Never Tell”
“What A Fool Believes”
“Hey Nineteen”
“Love T.K.O.”
“Peg”
“Lowdown”
“Takin’ It To The Streets”
“Reelin’ In The Years”
“Lido Shuffle”
“Pretzel Logic”
“Them Changes”
Video