La memoria delle emozioni 4°

Apr 8, 2014 | Musica

La memoria delle emozioni IV apertura

 

 

La memoria delle emozioni IV parte  – Barbara Pasqualini

 

I Romani

La memoria delle emozioni IV parte

By Barbara Pasqualini

Cari lettori, che mi avete seguito in queste settimane nel nostro piacevolissimo e ormai consueto appuntamento con la storia delle emozioni del cuore, (così amo parafrasare il termine “musica”), oggi, dopo le tre sessioni dedicate al popolo dei Greci, cambiamo rotta ed andiamo a curiosare un po’ cosa accadeva a Roma

 

 inglese 30pixDear readers, you have followed me on our weekly, more pleasant appointment with the heart emotions history (as I like to translate the word “music”); today, after the three sessions around Greeks, we let to talk about Romans.See more

 

La memoria delle emozioni IV parte . Cari lettori, che mi avete seguito in queste settimane nel nostro piacevolissimo e ormai consueto appuntamento con la storia delle emozioni del cuore, (così amo parafrasare il termine “musica”), oggi, dopo le tre sessioni dedicate al popolo dei Greci, cambiamo rotta ed andiamo a curiosare un po’ cosa accadeva a Roma.

 Dear readers, you have followed me on our weekly, more pleasant appointment with the heart emotions history (as I like to translate the word “music”); today, after the three sessions around Greeks, we let to talk about Romans.

 

 

Probabilmente la musica, presso i Romani, fu in origine di importazione etrusca. La scarsità di tali notizie, in proposito, ha reso possibile l’affermazione che Roma, priva di musica propria, l’abbia ereditata dalla Grecia.

 

Se, infatti, abbiamo diverse fonti informative in merito alla pratica musicale di quest’ultima, nulla è documentato riguardo all’arte degli Etruschi, perciò alcuni studiosi affermano che i Romani conobbero la musica dopo la conquista greca.

 

Alcune notizie della musica dei Romani ci sono state tramandate da Dionigi di Alicarnasso, storico greco vissuto tra il 60 a.C. e il 7 a.C., che narrò di un trionfo romano celebrato da Romolo, in cui l’esercito vittorioso, diviso in tre ali, sciolse un inno di ringraziamento agli dei (alternis versibus). La sua opera maggiore è intitolata Ῥωμαική ἀρχαιολογία (Rhomaikè archaiología, Antichità romane), e abbracciò la storia romana dal periodo mitico fino all’inizio della Prima guerra punica (264-241 a.C.). Il suo obiettivo principale fu riconciliare i Greci con l’Impero Romano, mettendo in risalto le buone qualità dei conquistatori.

 

 

La memoria delle emozioni IV Figura 1

 

Figura 1: Incisione raffigurante Dionigi di Alicarnasso, ricavata dal Codice Ambrosiano ed antecedente al 1823. Fonte: Le antichita romane, Volume 1, Dyonisius Halicarnasseus, Marco Mastrofini

Picture 1: Engraving representing  Dionigi di Alicarnasso, by Ambrosian Code (before 1823). Source:Le antichita romane, Volume 1, Dyonisius Halicarnasseus, Marco Mastrofini

 

 

E’ indubbio che la Grecia, sottomessa da Roma, improntò con la sua perfezionatissima arte, quella nascente della sua dominatrice, come è chiaro che Roma seppe adattare al proprio spirito i modelli ellenici.

 

Così anche alla musica i Romani seppero dare uno sviluppo, in certo modo, originale, poiché la ritennero atta, soprattutto, a suscitare sentimenti guerreschi. In tal modo la musica, sorta fra i Romani da un imperioso bisogno della loro indole bellica, fu onorevolmente coltivata fino a che le loro aquile dominarono le lontane contrade del vastissimo impero.

 

Presso i Romani, occupati in azioni di guerra e di conquista, la musica fu dapprima praticata dagli schiavi, come ornamento dei banchetti. Infatti Cicerone (106 – 43 a.C.), nelle “Tusculanae disputationes”, riferendosi alle “Origines” di Catone (234 – 149 a.C.), accennò ai carmina convivalia. Ma non ci è pervenuto nulla di questi canti. Per nostra curiosità: l’argomento delle “Origines” era la storia romana, dalla leggendaria fondazione fino al II secolo a.C.. Dell’opera, pur significativa dal punto di vista ideologico, si conservano scarsi frammenti.

 

« […] Nelle Origines, quell’autorevolissimo scrittore che è Catone ci dice che ai banchetti dei nostri antenati vigeva questa usanza: quelli che sedevano dovevano cantare a turno, accompagnati dal flauto, le nobili imprese e le virtù dei grandi uomini, Questa è una prova evidente che anche allora esistevano la musica e la poesia. »

(Cicerone, Tusculanae disputationes, IV, 2, 3; adattamento della trad. di A. Di Virginio, Mondadori, Milano 1962.)

 

 

La memoria delle emozioni IV Figura 2

 

Figura 2: Marco Tullio Cicerone, busto. Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/File:Cicero.PNG

Picture 2: Marco Tullio Cicerone, bust. Source: http://it.wikipedia.org/wiki/File:Cicero.PNG

 

 

La memoria delle emozioni IV Figura 3

 

 

Figura 3: Marco Porcio Catone il Censore. Fonte:

http://it.wikipedia.org/wiki/File:Copia_dall%27antico,_marco_porzio_catone,_fine_XV_o_inizio_XVI_secolo.JPG

Picture 3: Marco Porcio Catone il Censore. Source:

http://it.wikipedia.org/wiki/File:Copia_dall%27antico,_marco_porzio_catone,_fine_XV_o_inizio_XVI_secolo.JPG

 

 

 

Nei giochi ginnici praticati dai Romani, chiamati ludi scaenici, si eseguivano danze accompagnate dal suono delle tibiae (oboi, strumenti a fiato del gruppo dei legni, muniti di un’ancia doppia. Nel tubo, leggermente conico, si aprono alcuni fori e lungo di esso sono collocate le chiavi. L’estremità inferiore è leggermente svasata).

 

Nel 364 A.C. Roma fu afflitta da una terribile pestilenza. Per placare l’ira degli Dei furono istituiti dei LVDI SCÆNICI in cui dei Ludiones (danzatori-attori Etruschi) “danzando al suono delle tibiae ma senza cantare essi stessi e senza mimare una qualsiasi rappresentazione del canto, si muovevano non senza grazia alla maniera Etrusca” (Livio VII, 2). N.B.[Tito Livio: 59 a.C. – 17 d.C.)_“Ab urbe condita”] Fu questa la prima forma di spettacolo musicale, in ambito romano, slegata dai rituali, dal teatro e dal circo.

 

Più tardi si rappresentarono le saturae, commedie improvvisate, specie di farse con la musica, e le pantomime, con satire per gli uomini politici, azioni sceniche mimate, ricavate anche dalla mitologia. Queste ultime furono introdotte a Roma in età imperiale, nel 22, da Pilade da Cilicia e Batillo d’Alessandria, e consistevano in una danza con orchestra (flauti e zampogne) e coro, su soggetti sia comici sia tragici o simili al dramma satiresco.

 

La memoria delle emozioni IV Figura 4

 

Figura 4: Molte raffigurazioni evidenziano lo stretto legame esistente tra musica e danza nella Roma antica. Il personaggio a sinistra suona la tibia e lo scabellum, descritti in dettaglio più avanti. Fonte:

http://demiurghiracconti.blogspot.it/2012/06/storia-i-romani-e-larte-la-danza.html#!/2012/06/storia-i-romani-e-larte-la-danza.html

Picture 4: There are various images that represent the link between dance and music among Romans. On the left: A man plays  tibia and scabellum (for other details, see the text). Source:

http://demiurghiracconti.blogspot.it/2012/06/storia-i-romani-e-larte-la-danza.html#!/2012/06/storia-i-romani-e-larte-la-danza.html

 

 

La memoria delle emozioni IV Figura 5

 

Figura 5: Mosaico Verdiales – “Scena comica con suonatori ambulanti” – Museo Archeologico Nazionale di Napoli, mosaico dalla Villa del Cicerone a Pompei, firmato da Dioscoride di Samo. Si tratta di una copia in mosaico romano del secolo I di una pittura ellenistica del III secolo a.C. Nella Scena appare un gruppo di musici della Grecia antica che usano un pandero decorato con nastri, dei piccoli crotali (crotalillos) o platillos di bronzo, una conchiglia che annunzia l’entrata dei musici, e un flauto doppio tipo aulòs.

Le Verdiales sono una manifestazione socio-musicale di origine contadina, i precursori delle quali sono di epoca romana.

 

Per ascolti e info


 

email: sophoshiend@gmail.com


Bruno Fazzini – tel. + 39 347  1402138







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Picture 5: Mosaic Verdiales – “Comic scene with ambulant player” – Archeologic National Museum of Naples, Dioscoride di Samo’s mosaic, from Villa del Cicerone, Pompei. It’s a Roman, first century, mosaic copy, of a third century a.C. Ellenistic picture. The scene represents ancient Greek players using a pandero, ribbons decorated, some little bronze crotali (crotalillos), a shell announcing music’s entry and an aulòs.

Verdiales are rural events; their precursors are finded during Roman age.

 

 

Se, quindi, la musica fu inizialmente considerata dai Romani come un mezzo per incitare i soldati alla guerra, e per questo eseguita quasi esclusivamente con strumenti a fiato, nel tempo si raffinò, assimilando, in un certo modo, lo spirito e le forme musicali greche. La tragedia greca, invece, così austera e nobile, presso i Romani perse la sua natura classica e si trasformò nella pantomima, che era, come si è poc’anzi detto, una commedia musicale di carattere popolaresco, più vicina, perciò, allo spirito della plebe.

 

A Roma, però, musica e poesia non formarono più un tutto artistico omogeneo. In Grecia il poeta era anche musicista e cantava i suoi versi. A Roma li recitava soltanto. La musicalità fresca e gagliarda dei versi di Catullo (84 a.C. – 54 a.C.), Orazio (65 a.C. – 8 a.C.) e Virgilio (70 a.C. – 19 a.C.), lascia supporre che essi fossero ornati di musica. Le egloghe di Virgilio (Bucoliche), componimenti della poesia bucolica in forma dialogica, con significato allegorico e celebrazione della vita agreste, si recitavano con il canto.

Con gli imperatori Augusto (63 a.C. – 14 d.C.), Claudio (10 a.C. – 54 d.C.) e Nerone (37 – 68 d.C.) fu dato un forte impulso agli spettacoli. Tiberio (42 a.C. – 37 d.C.), invece, fece esiliare musici e attori.

 

I Romani avevano una predilezione per gli strumenti a fiato, specialmente:

tibiae (poc’anzi descritte, flauti di origine greca, denominati presso questo popolo con il termine generico di αὐλός, che comprendeva strumenti vari di specie analoga), buccinae (tube curve come il corno), tubae (trombe diritte), fistulae (una sorta di zampogne) e corni, ma usavano anche lire e cetre, come strumenti a corda, e nei primi secoli cristiani lo psalterio e la sambuca. Come strumenti a percussione, erano diffusi il tympanum, lo scabellum e il sistro. Infine, non va dimenticato l’organo idraulico inventato da Ctesibio alessandrino, nel IV secolo a.C., e perfezionato da Erone alessandrino (La sua collocazione cronologica non è sicura e oscilla fra il I secolo a.C. ed il II secolo d.C., verosimilmente 10 – 70 d.C.).

 

Vediamo, nel dettaglio, qualche curiosità relativa a questi strumenti.

Le tibiae sono uno strumento musicale doppio a fiato in osso, canna, bronzo od argento della tipologia ad ancia sia doppia che singola. Simile, come già ricordato, all’ αὐλός dell’antica Grecia, era molto utilizzato dai Romani. Il suo nome deriva dall’essere prodotto a partire dalla tibia di un animale, solitamente un ovino. Secondo Orazio le tibiae venivano costruite con ossa di asino.

 

 

La memoria delle emozioni IV Figura 6

Figura 6: Tibicina. Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/File:Tibicina.jpg

Picture 6: Tibicina. Source: http://it.wikipedia.org/wiki/File:Tibicina.jpg

 

 

 

 

 

Figura 7: Tibicen etrusco, dalla Tomba del triclinio, Tarquinia, circa 470 a.C..

Picture 7: Etruscan Tibicen, from Tomba del triclinio, Tarquinia, ca. 470 a.C..

 

La bùccina è uno strumento musicale appartenente al gruppo degli ottoni, usato nelle fanfare delle legioni dagli antichi Romani. Essa era originariamente un cilindro stretto, lungo circa 3 metri e mezzo. Veniva suonato soffiando in una imboccatura. Il tubo era ripiegato a forma di un’ampia “C” ed era rinforzato con una barra che collegava le curve e che serviva per l’impugnatura del suonatore stabilizzandone l’uso e il movimento.

 

Veniva messa a tracolla del suonatore e si appoggiava alla spalla. La buccina era usata per le segnalazioni negli accampamenti durante la notte e per altri numerosi motivi. Lo strumento fu probabilmente il predecessore della tromba e del trombone moderni.

 

 

La memoria delle emozioni IV Figura 8

 

 

Figura 8: Buccina.

Illustrazione dall’ Encyclopædia Britannica, undicesima edizione (11th ed.,), 1910- 1911, FIG. 1.— Buccina, Museo Nazionale di Napoli, da una foto di Brogi.

Picture 8: Buccina.

From Encyclopædia Britannica, eleventh Edition (11th ed.,), 1910- 1911, PIC. 1.— Buccina, National Museum of Naples, photo by Brogi.

 

 

La memoria delle emozioni IV Figura 9

 

Figura 9: Strumenti vari. Fonte: http://poliremi.altervista.org/greci1.html

Picture 9: Various instruments. Source: http://poliremi.altervista.org/greci1.html

 

 

La memoria delle emozioni IV Figura 10

Figura 10: Immagine da un vaso greco, raffigurante un uomo che suona la cetra, pubblicata nel 1911. Fonte: Encyclopædia Britannica, 11th ed., Vol. 6, p. 396

Picture 10: Image from a Greek vase, representing zither player, 1911. Source: Encyclopædia Britannica, 11th ed., Vol. 6, p. 396

 

 

Il salterio è uno strumento musicale a corde, la cui origine risale almeno al 300 a.C. Ci sono molte varianti di questo strumento (uno particolarmente noto è l’harpejii), stante la sua datazione e diffusione in tutto il mondo. Generalmente viene suonato pizzicando le corde come in un’arpa. Si tratta di uno strumento sufficientemente piccolo da essere portatile, quindi molto utilizzato anche per accompagnare il canto.

 

 

La memoria delle emozioni IV Figura 11

 

Figura 11: Salterio. Fonte: http://eziozerziani.blogspot.it/2011/10/hands-strumenti-corda-salterio-ad-arco.html

Picture 11: Salterio. Source: http://eziozerziani.blogspot.it/2011/10/hands-strumenti-corda-salterio-ad-arco.html

 

 

La sambuca deve il suo nome alla latinizzazione del corrispettivo nome greco sambýkē, a sua volta di derivazione orientale. La tradizione vorrebbe il poeta lirico greco Ibico (attivo verso la metà del VI secolo a.C. in Magna Grecia) inventore dello strumento. Era simile come forma a quella di una piccola arpa o salterio e come suono a quello della lira, anch’essa greca.

 

 

La memoria delle emozioni IV Figura 12

Figura 12: Sambuca. Fonte: http://www.musicacolta.eu/2009/03/27/sambuca/

Picture a 12: Sambuca. Source: http://www.musicacolta.eu/2009/03/27/sambuca/

 

Il tympanum era formato da un cerchio di legno o di bronzo sul quale veniva tesa una pelle di bue o di asino battuta ritmicamente con le mani.

Lo  scabellum era usato in genere per dare il tempo ai danzatori e per annunciare la fine dello spettacolo. Era composto da due tavolette di legno sovrapposte e legate sotto al piede destro, nella faccia interna delle quali una castagnetta battuta con forza al piede produceva il suono.

 

 

La memoria delle emozioni IV Figura 13

Figura 13: Scabellum.

Picture 13: Scabellum.

 

La memoria delle emozioni IV Figura 14

Figura 14: Scabellum.

Fonte: http://www.alfonsotoscano.it/forum/subject.asp?Page=3&S_id=633&H_ID=36&pageid=2&show=1

Picture 14: Scabellum.

Source: http://www.alfonsotoscano.it/forum/subject.asp?Page=3&S_id=633&H_ID=36&pageid=2&show=1

 

Il sistro era uno strumento a percussione, utilizzato inizialmente dai sacerdoti appartenenti al culto di Iside che si diffuse a Roma soprattutto dopo la conquista dell’Egitto (31 a.C.), costituito da una intelaiatura di metallo a forma di ferro di cavallo, sulla quale si infilavano aste metalliche ripiegate che si muovevano e producevano il suono quando venivano scosse.

 

 

 

La memoria delle emozioni IV Figura 15

Figura 15: Sistro. Fonte: http://www.homolaicus.com/storia/antica/roma/strumenti.htm

Picture 15: Sistro. Source: http://www.homolaicus.com/storia/antica/roma/strumenti.htm

 

 

L’organo idraulico viene considerato l’antico predecessore del moderno organo a canne, nonché il primo strumento musicale a tastiera; i suoni venivano prodotti per mezzo dell’aria generata da un salto d’acqua che, a sua volta, azionava un mantice. Il nome idraulico significa proprio azionato ad acqua. La sua invenzione fu attribuita allo scienziato greco Ctesibio di Alessandria (285 a.C. – 222 a.C.), un ingegnere del periodo ellenistico.

 

Nell’organo, che è descritto sia da Vitruvio (80 a. C. – 15 a.C.; Vitruvio, De Architectura, X, viii) che da Erone (I sec a.C. – I sec. D.C.???- collocazione incerta- Erone, Pneumatica, I, 42), l’acqua comprime l’aria contenuta in un serbatoio, che è spinta nelle canne. Il serbatoio è continuamente rifornito di aria per mezzo di una o più pompe del tipo già descritto. La funzione dell’acqua è quella di mantenere approssimativamente costante la pressione nel serbatoio durante il funzionamento.

 

 

La memoria delle emozioni IV Figura 16

Figura 16: Organo idraulico di Ctesibio secondo la descrizione di Erone di Alessandria. Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/File:Wasserorgel.png

Picture 16: Hydraulic organ, made by Ctesibio, according to Erone di Alessandria description. Source: http://it.wikipedia.org/wiki/File:Wasserorgel.png

 

 

 

La memoria delle emozioni IV Figura 17

 

Figura 17: Ricostruzione di un organo idraulico. Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/File:Hydraulis.jpg

Picture 17: Hydraulic organ (reconstruction). Source: http://it.wikipedia.org/wiki/File:Hydraulis.jpg

 

 

La memoria delle emozioni IV Figura 18

Figura 18: Erone di Alessandria come immaginato in una stampa del 1688. Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/File:Heron_von_Alexandria.jpg

Picture 18: Erone di Alessandria, print, 1688. Source: http://it.wikipedia.org/wiki/File:Heron_von_Alexandria.jpg

 

Le melodie, come ampiamente descritto, furono spesso d’accompagnamento anche alla danza. Gli strumenti atti a scandirne il ritmo erano soprattutto quelli a percussione come i crotala, realizzati in argilla, legno o avorio e corrispondenti alle moderne nacchere e il cymbalum, formato da due dischi di bronzo legati e battuti l’uno contro l’altro, di provenienza orientale e simile ai nostri piatti.

 

Negli spettacoli era generalmente difficile trovare donne dirette esecutrici di musica; non mancavano invece attestazioni di questo tipo in ambito privato e varie testimonianze iconografiche ci mostrano degli strumenti musicali come arpa, pandura, siringa, lira e cetra utilizzati anche da donne e interpretati come simbolo di vita raffinata e colta, nonché proprio di virtù femminili.

 

 

La memoria delle emozioni IV Figura 19

 

Figura 19: Crotalo. Fonte: http://www.markon.net/areatest_daniele/museo2005-06-01/strumento1.asp?id=185

Picture 19: Crotalo. Source: http://www.markon.net/areatest_daniele/museo2005-06-01/strumento1.asp?id=185

 

 

L’harpa, di provenienza orientale secondo i Greci e i Romani, aveva una forma all’incirca triangolare ed era dotata di corde di diversa lunghezza ma di uguale spessore. La pandura, suonata esclusivamente dalle donne, era composta da una cassa armonica emisferica e da un manico lungo e ricurvo alla cui estremità si trovavano i cavicchi ai quali erano fissati le corde.

La siringa, la lira e la cetra erano utilizzati come accompagnamento anche negli spettacoli, in gare e declamazioni poetiche. La syrinx o flauto di Pan, vista l’origine associata al dio come ci raccontano Ovidio (43 a.C. – 17 d.C. ) e Virgilio (Ovidio, Metamorphoses, I, 685-712; Virgilio, Eclogae, II, 31 ss.), era un piccolo strumento a fiato, progenitore dell’organo, costituito da una serie di canne di misura decrescente allineate nel senso della lunghezza, tenute insieme da cordoncini e otturate con della cera alle estremità inferiori; soffiandoci dentro ogni canna emetteva una nota della scala musicale. La lyra e la cithara furono gli strumenti prediletti dai Greci.

 

Abbiamo già avuto modo di descriverle nei nostri precedenti appuntamenti. Entrambe si componevano di una cassa armonica, di due bracci imitanti due corna attorte che partendo dalla cassa erano congiunti in alto da una traversa orizzontale e di un numero variabile di corde tese che venivano pizzicate con le dita della mano.

 

Rispetto alla cetra, la cui cassa di risonanza era realizzata interamente in legno, il carattere primitivo della lira sopravvisse nell’uso di ricavarla da un guscio di tartaruga, come nella prima lira inventata da Hermes, e anche quando negli esemplari più tardi si usò il legno per costruire la cassa armonica, la forma e la concavità dell’originario guscio furono rigorosamente mantenute.

 

Il lituus, di origine etrusca era costituito da un tubo bronzeo lungo e sottile, pressoché cilindrico e terminante in una sorta di cono ripiegato all’indietro.

 

 

La memoria delle emozioni IV Figura 20

Figura 20: Spettacolo – WALTER MAIOLI e SYNAULIA“I SUONI DEI MISTERI” – Gli strumenti musicali dei culti misterici nella Roma Imperiale.

Fonte: http://www.lucasitalia.it/schedaevento.asp?id=866

 

 

WALTER MAIOLI è uno dei più noti archeologi della musica al mondo. Il progetto SYNAULIA fu fondato nel 1995 da Walter Maioli, Nathalie van Ravenstein e Luce Maioli, in Olanda, nel parco Archeon, dove Walter Maioli coordinò per un anno e mezzo la parte musicale (Preistoria, Roma, Medioevo) realizzando il CD “ 200.000 anni in musica”. Il gruppo internazionale Synaulia si avvale della collaborazione di noti archeologi tra cui la Dott.ssa Anna Maria Liberati del Museo della Civiltà Romana, e Maurizio Pellegrini del Museo Etrusco di Villa Giulia.

 

Lo scopo  di questi studiosi è riscoprire il patrimonio musicale dell’antica Roma, identificando nuovi strumenti e dando vita ad uno strumentario, unico al mondo, con centinaia di apparecchi musicali ricostruiti da loro stessi o dirigendo abili artigiani.  Con i loro spettacoli hanno acquisito fama mondiale.

 

Picture 20: Event – WALTER MAIOLI e SYNAULIA“Mysteries sounds” – The musical instrument of rituals during Imperial Roman age.

Source: http://www.lucasitalia.it/schedaevento.asp?id=866

WALTER MAIOLI is one of the most famous music archeologist all over the world. SYNAULIA was founded on 1995 by Walter Maioli, Nathalie van Ravenstein and Luce Maioli, on Holland.

The international group Synaulia work with some famous archeologist. They studied the ancient Roman music and rebuild a lot of instruments, shown during their performances.

 

 

 

 

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