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Jeff Beck la leggenda della chitarra
Goodbye Jeff…….
Per ascolti e infoemail: sophoshiend@gmail.comBruno Fazzini – tel. + 39 347 1402138 |
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By Bruno Fazzini
Graphic Massimo Piantini
Insieme a Jimmy Page, Eric Clapton, Mick Jagger, Brian May e David Gilmour, Jeff Beck è stato la colonna portante di quel monumento al Rock/Blues edificato negli anni sessanta e, ancora oggi, stabilmente in piedi.
Senza Jeff Beck questa cattedrale mancherà di un pilastro.
Ma come diceva Michael Schenker “The rock will never die”, poiché l’eredità che Jeff ci ha lasciato è immensa in termini di materiale discografico prodotto, di concerti live e di insegnamenti, a cominciare da quelli rivolti verso il suo amico Jimmy Page all’interno degli Yardbirds prima e dei Led Zeppelin poi.
Saputo della sua morte, Jimmy Page ha scritto”:
Il Guerriero a sei corde non è più qui a permetterci di ammirare l’incantesimo che poteva intrecciare attorno alle nostre emozioni mortali. La sua tecnica era unica. La sua immaginazione senza limiti. Jeff, mi mancherai come ai tuoi milioni di fan!”
Sostituì Clapton all’interno degli Yardbirds nel 1965 (in quel periodo, conosciuto come il British Blues, a Londra cominciavano a farsi sentire i Rolling Stones di Mike Jagger ed i Bluesbreakers di John Mayall), ben prima dell’invasione dirompente portata da Jimy Endrix.
E’ delizioso il video nel quale si vedono i quattro giganti (May, Clapton, Page e Beck) ricevuti da Elisabetta II nel 2005, nel quale la regina ha dato l’impressione di non conoscerli troppo bene.
https://fb.watch/i6poMc8Shn/
Restò con gli Yardbirds per tre anni, poi era già maturo per fondare una sua band, la Jeff Beck Group con Rod Stewart alla voce.
A differenza di Clapton, che preferiva sonorità “svisate”, Beck mostrava una concretezza basata sulle distorsioni, portando alcuni critici a considerarlo come il padre dell’heavy metal.
Ma torniamo un momento indietro all’epoca degli Yardbirds, per non dimenticare quel cameo nel quale il regista Michelangelo Antonioni li volle nel suo capolavoro Blow up.
Di seguito il video tratto dal film Blow Up dove suonano gli Yardbirds con Jimmy Page e con Jeff Beck che rompe la sua chitarra (come da richiesta del regista) per darla in pasto al pubblico.
Antonioni era ad un concerto degli Yardbirds nel 1968 alla Royal Albert Hall.
Gli Yardbirds erano il gruppo di apertura dei già affermati Rolling Stones, e colpirono così tanto il regista italiano, da fargli cambiare idea sulla scelta del gruppo per le sue riprese, scelta dapprima caduta sui Velvet Underground.
Tutti i grandi gruppi lo volevano
Dopo la morte di Brian Jones, i Rolling Stones volevano nel gruppo Jeff Beck, ma non si riuscì a trovare un accordo.
Mick Jagger scrive in questi giorni :”abbiamo perso una persona meravigliosa e uno dei più grandi chitarristi al mondo”.
Anche il gruppo dei Pink Floyd, dopo la morte di Syd Barret, pensò di chiamare al suo interno Jeff Back, ma come ha ricordato Nick Mason, nessuno ebbe il coraggio di chiederglielo.
Pochi giorni fa Gilmour ha scritto: ” Sono sconvolto dalla notizia della morte del mio amico ed eroe Jeff Beck.
La sua musica mi ha entusiasmato e ispirato, e come me innumerevoli altri, per tantissimi anni. Il pensiero mio e di Polly corre alla moglie Sandra. Resterà per sempre nei nostri cuori”.
La rivista Rolling Stones scrive: Jeff non era solo uno dei grandi guitar heroes del rock.
Era anche lo snodo di tante esperienze musicali, il tutto sullo sfondo della scena britannica anni ’60 in cui musicisti che si conoscevano, si avvicendavano nelle formazioni, si ammiravano, si invidiavano, ponevano le basi per la musica rock come la conosciamo oggi, rielaborando il linguaggio del blues afroamericano.
Jeff Beck tribute, video con Yardbird, Jimmy Page, Eric Clapton, Rod Stewart
La rivista Rolling Stone lo ha inserito nella classifica dei migliori 100 chitarristi, ponendolo al quinto posto. Nel 2009, invece, è stato ufficialmente inserito nella Rock and Roll Hall of Fame.
I migliori brani di Jeff Beck
A differenza di Jimmy Page o di Eric Clapton che hanno un brano che li rende immediatamente riconoscibili, Jeff Beck ha, invece, un insieme di brani che solo lui poteva suonare, ma che non lo fissano nell’immaginario collettivo.
Jeff Beck……. Goodbye Jeff
Di seguito i 10 brani che la rivista Rolling Stones ha considerato essere i migliori brani del chitarrista scomparso.
1 – 1965 Heart Full of Soul https://youtu.be/pM1qZBFiOLU
2 – 1966 Jeff’s Boogie https://youtu.be/T3js5Zn4uDM
3 – 1966 Stroll On https://youtu.be/CF7KiQGq2P4
4 – 1967 Beck’s Bolero https://youtu.be/Q8y-066wr4c
5 – 1968 I Ain’t Superstitious https://youtu.be/JqpclYuZabs
6 – 1968 You Shook Me https://youtu.be/M7VNqSozhfw
7 – 1973 Superstition https://youtu.be/wwIJk0C0xY0
8 – 1975 Cause We’ve Ended as Lovers https://youtu.be/xiOPvOBd8IA
9 – 1976 Blue Wind https://youtu.be/MDTcmavN5Rc
10 – 1985 People Get Ready https://youtu.be/yC_j_dzkaVE
Jeff Beck……. Goodbye Jeff
Di seguito alcuni video che meritano di essere visti, da noi scelti con particolare attenzione verso la qualità dell’incisione.
VIDEO
Jeff Beck……. Goodbye Jeff
Nascita della Jeff Beck Stratocaster
A Londra nel 1986 venne organizzato, dall’azienda Fender, un party per la presentazione della prima Stratocaster arrivata in Inghilterra. Vi parteciparono, tra gli altri, David Gilmour, Steve Howe, Jeff Beck, Eric Clapton ed altri.
Fu in quella presentazione che Jeff Beck s’innamorò della Stratocaster, e ne ordinò una per il suo tour in Giappone, ma doveva avere il manico un po’ più grosso del normale, modifica che però, per questioni di tempo, non venne mai realizzata.
Nel 1990 la Fender regalò a Jeff una Stratocaster particolare perché vi era dipinta una automobile vintage, la Ford Chopped del 1932 che lui amava particolarmente.
Nel 1991, a seguito di un accordo tra la casa costruttrice americana e il chitarrista nacque la Jeff Beck Stratocaster che aveva, oltre al manico un po’ più grande, anche uno speciale profilo denominato Special Deep ‘50s.
Nel 2001 questa versione venne aggiornata dalla Fender che realizzò la seconda serie, che aveva alcune modifiche alla testiera e ai magneti.
Infine, nel 2004, venne presentata la versione Custom che venne chiamata Jeff Beck Signature Stratocaster con la firma non più sulla parte anteriore della paletta, ma sul retro.
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Jeff Beck……. Goodbye Jeff
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