Franz Liszt – Sogno d’amore
Prima dell’opera, accompagnatemi a scoprire (o, semplicemente, riscoprire!) l’artista!
Franz Liszt (Raiding, Ungheria, 22 ottobre 1811 – Bayreuth, Germania, 31 luglio 1886) fu ritenuto il più grande pianista dell’epoca.
by Barbara Pasqualini
Gentilissimi lettori,
questa settimana ho pensato di dedicare il nostro consueto e piacevole appuntamento a un virtuoso del pianoforte e a una delle sue più celebri composizioni, dalla dimensione prepotentemente romantica e onirica: parlo di Franz Listz e del suo “Sogno d’amore”. Parlo di note che colpiscono dritto al cuore, regalando forti emozioni e suscitando stati d’animo e sensazioni personalissimi e, forse, incomunicabili a parole.
Ma procediamo per gradi.
Prima dell’opera, accompagnatemi a scoprire (o, semplicemente, riscoprire!) l’artista!
Franz Liszt (Raiding, Ungheria, 22 ottobre 1811 – Bayreuth, Germania, 31 luglio 1886) fu ritenuto il più grande pianista dell’epoca. Tutti, anche i più grandi musicisti, fra cui Beethoven (Bonn, Germania, 1770 – Vienna, Austria, 1827), furono attratti dal suo virtuosismo, cosicchè, in breve, la sua fama corse per tutta l’Europa. Fu legato a Fryderyk Chopin (Żelazowa Wola, Polonia, 1810 – Parigi, Francia, 1849) da amicizia e stima. Ho già auto modo di presentarvelo in una delle nostre precedenti chiacchierate, a proposito di Wagner (1813 – 1883), per la precisione: ne era il suocero, avendo quest’ultimo sposato sua figlia Cosima.
La sua opera musicale comprende 123 composizioni per pianoforte, 77 lieder (composizioni per voce solista e pianoforte), 25 composizioni per orchestra, 65 brani corali sacri e 28 profani, svariati arrangiamenti, musiche per organo e altre composizioni. Liszt ha aperto la strada al poema sinfonico, in cui la musica diventa un mezzo narrativo e descrive momenti scenici.
Nel 1811 la regione del Burgenland, in cui si trova la città natale di Liszt, era compresa nella parte ungherese dell’impero austroungarico. Ricevute, già in tenera età, lezioni di pianoforte dal padre, un severo e ambizioso maestro di musica, si trasferì a Vienna, dove fu allievo anche di Antonio Salieri (Legnago, 18 agosto 1750 – Vienna, 7 maggio 1825, un compositore e didatta di musica italiano del Classicismo, autore sia di musica sacra che di melodrammi) e poi si recò con la famiglia a Parigi, dove a 12 anni cercò di frequentare il conservatorio. Ma a causa della sua nazionalità, al ragazzo prodigio venne negata l’iscrizione. Il padre cercò di sopperire intensificando le ore d’esercizio.
A Parigi fu in contatto con tanti artisti, ma la conoscenza di grandi musicisti a lui contemporanei, come Frédéric Chopin, Hector Berlioz (Francia, 1803 – 1869) e Felix Mendelssohn Bartholdy (Germania, 1809 – 1847), gli diede l’occasione per misurarsi con i propri limiti e migliorare. In una lettera del maggio 1832 scrisse al suo allievo e amico Pierre Wolff: “Da 14 giorni il mio spirito e le mie dita lavorano come due dannati. Omero, la Bibbia, Platone, Locke, Byron, Hugo […], Beethoven, Bach, Hummel, Mozart, Weber sono tutti intorno a me. Io li studio, li osservo, li divoro con focoso ardore, e per di più mi esercito da quattro a cinque ore […]. Ah! Se non impazzisco prima, ritroverai un artista!”
Gli anni seguenti furono caratterizzati da viaggi senza sosta attraverso tutta l’Europa, con numerosi concerti e nuove composizioni. Sposò una donna di sei anni più grande di lui, Marie d’Agoult, che gli diede tre figli.
Soggiornò in Svizzera e in Italia per poi fare tappa in diverse città d’Europa. In questo periodo Liszt conobbe grandi successi artistici e severi giudizi critici. Negli anni 1841/42 a Berlino la sua bravura di pianista ottenne un tale entusiastico successo, in particolare tra il pubblico femminile, che il poeta tedesco Heinrich Heine (1797 – 1856) coniò addirittura il termine “lisztomania”.
Alla fine del 1843 Liszt e Marie d’Agoult si separarono a causa dei tradimenti del pianista. Dopo un burrascoso confronto legale, Liszt riuscì ad aggiudicarsi l’affido dei figli, che poi consegnò alle cure di sua madre, Anna Liszt.
Dal 1843 al 1861 Franz Liszt fu maestro di cappella a Weimar dove strinse amicizia con Richard Wagner. Sarà proprio quest’ultimo a sposare più tardi sua figlia Cosima, contro il volere del padre. In questo periodo Liszt allacciò una relazione sentimentale con la vivace principessa Carolyne zu Sayn-Wittgenstein, nella quale il musicista trovò una degna interlocutrice e sostenitrice della sua arte.
Gli anni di Weimar furono i più produttivi nella vita artistica di Liszt. In questo periodo concepì molte delle sue opere per pianoforte, due composizioni sinfoniche, brani di musica profana (diversi lieder, melodrammi, brani per coro maschile) e di musica sacra. Eppure la sua fama di compositore rimase alquanto limitata.
Ugualmente nel suo lavoro di direttore d’orchestra incontrò approvazioni ma anche nette stroncature. Per 36 volte diresse opere di Richard Wagner, oltre a opere di Berlioz, Mendelssohn e Schumann (Germania, 1810 – 1856).
Bayreuth_LisztMuseum
Nella casa in cui morì Franz Liszt, la città ha costituito un museo dedicato al grande pianista.
liszt-piano-budapest
Foto di uno degli ultimi pianoforti di Liszt, sito nella vecchia Accademia di Musica a Budapest: fondata il 14 novembre 1875 dal grande pianista, ne prese il nome solo nel 1925. (Photo: Tamcgath.)
http://www.musicwithease.com/liszt-pictures.html
Dopo quasi vent’anni trascorsi a Weimar, Franz Liszt si trasferì a Roma con l’intenzione di celebrare in quella città le sue nozze con Carolyne zu Sayn-Wittgenstein. Ma il giorno prima della cerimonia Carolyne negò il suo consenso, incalzata dalla famiglia contraria a quel matrimonio. Questa aspettativa disattesa ebbe forti ripercussioni sulla loro relazione e portò, infine, alla sua conclusione.
In seguito Liszt si dedicò intensamente a composizioni religiose e a opere di musica sacra. Papa Pio IX gli conferì gli ordini minori e la carica di abate, coronando infine la sua aspirazione giovanile ad appartenere agli ordini ecclesiastici. Negli anni della sua vecchiaia finalmente vene riconosciuto il valore della sua opera di compositore, in particolare delle sue opere per orchestra e nella sua musica sacra. Nel 1865 divenne accolito nell’ordine francescano della Chiesa cattolica. Fu inoltre abate nella Cattedrale di Albano Laziale (Roma). Nel 1886, gravemente ammalato, si mise in viaggio per assistere al Festival di Bayreuth, diretto dalla figlia Cosima. Il 31 luglio, pochi giorni dopo il suo arrivo, Franz Liszt morì e fu sepolto nel cimitero civico di Bayreuth.
Fu un eccellente compositore; le sue opere sono di un’estrema difficoltà, tanto che, per eseguirle perfettamente, occorre essere pianisti di grande valore. Apro una parentesi: negli anni in cui mi sono dedicata allo studio del pianoforte, non ho mai suonato una sola composizione di Liszt! Ahimè!
L’abbondanza e la bellezza delle sue creazioni si stemperano nei Poemi sinfonici, negli Studi, nelle Rapsodie ungheresi, nelle Leggende (2 composizioni d’ispirazione religiosa, la prima è tratta dal XVI capitolo dei Fioretti di Francesco d’Assisi dal titolo La Predicazione agli Uccelli, e in essa è evidente l’uso degli arpeggi e del cromatismo per ricordare il suono degli uccelli, la seconda fa parte del XXXV capitolo della Vita di San Francesco di Paola, che narra del miracolo dell’attraversamento dello stretto di Messina, e la potenza dell’episodio centrale descrive la pacificazione degli elementi marini), nella Musica Sacra, nelle Liriche e nelle trascrizioni.
Una curiosità: gli venne attribuito l’appellativo di “mago del pianoforte”, per le ricchezze armoniche che seppe trarre dallo strumento, per il magico virtuosismo e la maniera trascendentale delle sue composizioni. La mutevolezza del suo cuore esuberante e inquieto è tutta nelle Annate del pellegrinaggio, nelle Consolazioni, e la sua fantasia folcloristica nelle Rapsodie e nelle Leggende. Il suo modo di essere pianista, prodigioso e trascendentale, diede nuovi indirizzi anche alla musica strumentale, con abbaglianti effetti coloristici.
Bayreuth_LisztMuseum
http://it.wikipedia.org/wiki/Franz_Liszt
http://www.austria.info/it/arte-cultura/biografia-franz-liszt-1444082.html
Il sogno d’amore (Liebesträume) è un gruppo di tre composizioni per pianoforte solo:
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Hohe Liebe
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Seliger Tod
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O lieb, so lang du lieben kannst!
La terza, destinata a diventare celeberrima, è un notturno in la bemolle maggiore che inizia in “poco allegro” con un dolce tema cantabile, per poi crescere sempre più in un animato molto appassionato. Al tutto fanno da contorno i caratteristici virtuosismi del musicista magiaro, intervallati qua e là da cadenze, scale e funamboliche invenzioni.
Il Sogno d’amore n.3 è stato anche orchestrato dall’operettista Victor Herbert e negli ultimi anni, alla composizione originale per pianoforte è stata affiancata l’orchestrazione di Herbert [Victor Herbert (Dublino, 1º febbraio 1859 – New York, 26 maggio 1924), è stato un compositore, violoncellista e direttore d’orchestra irlandese. Viene ricordato soprattutto per le sue operette e le sue commedie musicali che, dal 1890 fino alla prima guerra mondiale, riscossero grande successo a Broadway].
http://it.wikipedia.org/wiki/Sogno_d’amore_(Liszt)
Bayreuth_LisztMuseum
La Boston Pops Orchestra ha inciso sotto la direzione di Arthur Fiedler Il Sogno d’amore insieme alla celeberrima Rapsodia Ungherese n.2 sempre dello stesso Liszt.
http://it.wikipedia.org/wiki/Boston_Pops_Orchestra
Tra le numerose esecuzioni di questo celebre pezzo, ho oggi scelto di proporvi proprio quest’ultima, perché ha suscitato la mia curiosità, dapprima, e poi ha scatenato un mare di emozioni, dopo averla ascoltata!
Avete voglia di seguirmi alla scoperta di questi magistrali esecutori?
Arthur Fiedler (Boston, 17 dicembre 1894 – Brookline, 10 luglio 1979) è stato un direttore d’orchestra statunitense. Per cinquant’anni, è rimasto alla guida della Boston Pops Orchestra, un’orchestra sinfonica specializzata nell’esecuzione di musica popolare, e musica classica di facile approccio. A metà fra musicista e showman, egli fece della Pops una delle più note orchestre statunitensi. Molti lo criticarono per la contaminazione della musica seria, particolarmente nell’adattamento di canzoni popolari e nella riduzione di porzione di pezzi del repertorio classico, ma Fiedler, deliberatamente, teneva dei concerti informali, leggeri e spesso autoironici, per attrarre più pubblico.
La Boston Pops Orchestra è stata fondata nel 1885. Quando il direttore della Boston Symphony Orchestra (BSO), anno di fondazione 1881, la più grande del mondo e la più classica d’America, si accorse che la maggior parte dei professori, alla fine della stagione sinfonica, prendevano il largo in cerca di lavoro, senza fare più ritorno nell’anno successivo, decise di fondare una nuova orchestra parallela alla BSO e un doppio organico, ove poter impiegare questi ottimi professionisti e quindi servirsene al momento opportuno. Nacque in questo modo, nel 1885 la Music Hall Promenade Concerts ove confluivano tutti questi professionisti. Già nel luglio del 1885 avvenne il primo concerto in pubblico sotto la direzione del maestro Adolf Neuendorff nella vecchia sede della Boston Music Hall. Questa orchestra muterà ben presto denominazione già nel 1890 in “Boston Popular Concert” che poi diverrà “Boston Pops Orchestra” (Boston Pops). La Boston Pops subito si distinse dalle altre orchestre dell’epoca con un variegato programma di musiche classiche, erano soprattutto spezzoni di concerti e di opere facilmente orecchiabili che erano sì conosciute dagli addetti ai lavori ma sconosciute alla maggior parte delle persone che normalmente non assistevano né ai concerti né tanto meno sapevano cosa essi fossero.
Artefice di tutto questo fu Arthur Fiedler, il primo nativo americano a salire su quel podio, che diresse la Boston Pops, come accennavo prima, per cinquant’anni, dal 1929 al 1979. Sotto la sua direzione si intensificarono gli appuntamenti concertistici in America e in ogni parte del mondo; fu nel 1952 che iniziarono le trasmissioni radiofoniche americane e dal 1972 i concerti per la televisione nazionale. Nel 1974 fu l’anno della fondazione della festa del 4 luglio bostoniano denominata: 4th July on the Esplenade (zona di Boston sul Charles river che la divide dalla città di Cambridge). Qui ogni anno tengono il concerto i Boston Pops con il prosieguo in serata degli spari dei fuochi artificiali. È curioso osservare che in quest’occasione viene eseguita l’Ouverture 1812 di Čajkovskij nella sua versione integrale, senza coro però, con spari di cannone, rintocchi di campane e i famosi fuochi d’artificio. A questa festa nello stesso anno se ne aggiunse un’altra, l’annuale Concerto di Natale sempre tenuto dalla Boston Pops.
Sotto la direzione del suo diciassettesimo direttore, il maestro nonché compositore di prestigio, John Williams (New York, 8 febbraio 1932, è un direttore d’orchestra e compositore statunitense) succeduto a Fiedler nel 1980, si celebrarono nel 1985 i cento anni dalla fondazione con l’esecuzione di musica dei ben noti compositori quali: Henry Mancini, Peter Davies e lo stesso John Williams. Dopo ben tredici anni, dal 1980 al 1993, nel 1994 salì sul podio Keith Lockart (7 novembre 1959), trentacinquenne, che deteneva anche la direzione della Utha Symphony, diventandone il ventiduesimo direttore.
In tutti questi anni, come già si è detto, la Boston Pops ha spaziato da un genere all’altro della musica mondiale selezionando con oculatezza i brani da eseguire, con estrema elasticità musicale e con quella professionalità che l’ha sempre distinta dall’avvento di Fiedler. Da questa orchestra sono usciti pezzi sinfonici dai più popolari ai più sconosciuti, questi ultimi portati all’attenzione del pubblico ottenendone riconoscimenti ed enormi successi. Si eseguono pezzi che vanno da Bach a Beethoven, da Igor Stravinsky a Sergei Prokofiev, da Enrico Toselli a Glenn Miller, da Franz von Suppé a Giuseppe Verdi, fino ad arrivare a quella musica più vicina ai nostri giorni, quella del Jazz e del Rock. Con queste splendide esecuzioni, a volte adattate, arrangiate, persino rifatte dal nulla, la Boston Pops, ha sedotto la popolazione di un’epoca, ha rivisitato brani antichi e nuovi dandogli una veste musicale da far sognare chiunque l’ascolti.
Qui viene a decadere la cosiddetta musica “seria”, le opere lunghe e i concerti snervanti per l’ascoltatore poco attento; qui vengono proposte, in pagine brevi, concise, una scelta dei brani di più facile presa sul pubblico, modificandone a volte l’organico originale o addirittura brani trascritti per bande militari, non diminuendone però il loro valore artistico. La Boston Pops, da questo lato, non viene più considerata un’orchestra doppione della BSO o una sua complementare ma una vera e propria entità a parte, che sviluppa da sé i suoi programmi, gli investimenti sulle scelte future che non sono più legate, o imposte, ma libere. Questo lo si deve ancora a Fiedler che ha reso accessibile la musica di pochi, non a molti, sicuramente a tutti.
L’opera che vi propongo è edita dalla RCA Victor.
http://it.wikipedia.org/wiki/RCA_Victor
La RCA Victor fu una casa discografica statunitense nata dalla fusione della Radio Corporation of America-RCA e della Victor. In Italia l’etichetta venne usata dalla RCA Italiana per la stampa nazionale di dischi d’oltreoceano, spesso modificando il titolo e, in alcuni casi, anche la copertina.
Inoltre su RCA Victor vennero anche realizzati dischi di artisti stranieri espressamente per il mercato discografico italiano e, in alcuni casi anche incisioni di cantanti italiani.
Per visualizzare le tracce e per l’acquisto del CD, elenco di seguito, alcuni link utili:
http://www.amazon.com/Pops-Stoppers-Arthur-Fiedler/dp/B00000I9M4
https://itunes.apple.com/it/album/pops-stoppers/id345181708
http://www.discogs.com/Boston-Pops-Orchestra-Arthur-Fiedler-Pops-Stoppers/master/161107
Caricatura di Franz Liszt pubblicata da Vanity Fair il 15 Maggio 1886.
Artista: Leslie Ward (“Spy”)(1851-1922)
Sir Leslie Matthew Ward è stato un pittore inglese. Disegnò o dipinse numerosi ritratti, regolarmente pubblicati sulla rivista inglese Vanity Fair, con lo pseudonimo (“Spy”).
Video:
Boston Pops Orchestra – Arthur Fiedler – Liebestraum No. 3
Liebestraum No. 3, ad opera di Van Cliburn, pianista statunitense (1934 – 2013):
(Mi è parso gradevolissimo osservare questo video, che quindi vi segnalo, in quanto costituito da una serie d’immagini relative a Liszt, vita e opera, spesso anticipate da qualche sintetica nota esplicativa)
Liebestraum No. 3, Victor’s Herbert Orchestra
Liebestraum No. 3, Daniel Barenboim (pianista e direttore d’orchestra argentino – israeliano, 1942)
Buonissimi ascolti, alla prossima!