Review
Dionisio, La nascita di un mito
Be’ Yamamura
Per ascolti e infoemail: sophoshiend@gmail.comBruno Fazzini – tel. + 39 347 1402138 |
---|
Google translator is available
By Massimo Piantini
Era il 1994 quando incontrai per la prima volta Be’ Yamamura.
Nella mia perenne ricerca di sistemi audio da ascoltare e componenti Hi.End da provare, in quel periodo giravo l’Italia appena mi era possibile.
Nei primi mesi di quell’anno 1994, seppi che in Italia, vicino a Firenze, c’era in progettista e costruttore giapponese che faceva oggetti molto particolari.
Insieme al mio amico e appassionato Dr. Ferrini, compagno da sempre di queste scorrerie, partimmo per fare la sua conoscenza.
L’incontro fu cordiale e molto interessante.
Già allora costruiva un diffusore a tromba molto simile alle Dionisio, usando il legno e sagomando le curve e i condotti pezzetto per pezzetto. Un lavoro davvero certosino e raffinato.
Nel lontano 1994, sono ripreso accanto al primo prototipo delle Dionisio
Aveva già costruito il suo mitico giradischi sospeso su un cuscinetto d’aria e con il piatto tornito interamente in grafite. Una vera opera d’arte.
Aveva anche iniziato la progettazione e la costruzione delle elettroniche a stato solido, sia preamplificatori che amplificatori. Fino a quel momento infatti, aveva lavorato con le valvole di ogni tipo.
Dopo quel primo incontro ci vedemmo altre volte, e qualche settimana dopo, mi chiese di trovare una casa vicino a dove abito io, perchè voleva fare un laboratorio più grande e mi propose di aiutarlo nel suo lavoro.
Da quel momento abbiamo lavorato insieme per 4 anni e in questo periodo sono nate le Dionisio.
Be’ voleva costruire un diffusore a tromba più grande di quello fatto fino a quel momento, e che non richiedesse il grande lavoro necessario con la costruzione in legno.
La soluzione fu di farle in vetroresina ricoperte di sughero, lo stesso materiale usato su quelle già esistenti.
Usava infatti il sughero perchè è un materiale sonicamente neutro, smorzante e relativamente facile da sagomare.
Una fase dello stampaggio. Sono presenti Mr. Robert Churchill e Be ’Yamamura
La costruzione delle Dionisio.
Furono costruiti degli stampi con le forme dei pezzi della grande tromba, per essere usati come forme su cui modellare la vetro resina.
Una ditta che si occupava di nautica, fece i gusci con gli stampi e iniziammo la copertura delle superfici esterne ed interne.
Il sughero usato era in grani contenuto in grandi balle. La lavorazione prevedeva che i gusci fossero spalmati di colla Bostik su cui veniva spolverato il sughero e poi pressato con le mani fino a farlo aderire.
Potete immaginare come questo fosse un lavoro immane e faticoso, per di più eseguito indossando maschere per combattere le esalazioni della colla.
Tutti i pezzi una volta essiccati, venivano rifiniti e assemblati insieme per comporre la Dionisio.
Tutto il procedimento richiedeva quasi tre settimane di lavoro, ma il risultato finale era mastodontico.
Mr. Robert Churchill (nipote del famoso Winston Churchill) nella “bocca” delle Dionisio
Le Dionisio misuravano 2,40 mt di altezza, con la bocca della tromba di quasi 2 metri ai larghezza e altezza.
Una scultura suonante.
Gli altoparlanti, a gamma intera, erano costruiti a mano modellando il cono con strati successivi di carta giapponese trattata.
Le sospensioni invece, perlomeno per la prima produzione, erano fatte con filamenti di fibra di carbonio.
Le bobine degli altoparlanti, anch’esse avvolte a mano venivano incollate al cono su quegli stampi.
Tutto questo era un lavoro manuale che richiedeva giorni di lavoro.
Ma, come sempre avviene quando è l’entusiasmo a guidare, tutto risultava possibile e di soddisfazione.
Una coppia di altoparlanti della 1° serie interamente costruiti a mano
Il suono delle dionisio
Le Dionisio emettevano un suono caldo ma veloce, ambrato con le alte frequenze presenti ma non invadenti. La parte bassa emessa dalla grande tromba, aveva un ottimo controllo, anche se non presentissimo all’estremo inferiore.
La caratteristica più saliente era la velocità di emissione.
Le sospensioni in fibra di carbonio dell’altoparlante erano molto reattive e tendevano, dopo la sollecitazione, rapidamente a tornare nello stato iniziale, donando al suono immediatezza.
Non erano diffusori facile da interfacciare. Richiedevano elettroniche molto neutre e amplificatori esenti da qualunque venatura ambrata nella loro timbrica.
Le ho ascoltate pilotate da amplificatori a valvole, anche di livello assoluto. Il suono si impastava e la parte bassa diveniva lunga e non controllata. Infine svaniva la principale caratteristica positiva: la velocità di emissione.
A questo scopo Be’ progettò e costruì degli amplificatori in corrente, per esaltare al meglio questi diffusori.
Ricordo ancora un ascolto fatto nel castello di Robert Churchill, amico e sponsor di Yamamura, in un grande salone abbastanza riverberante, con le casse a circa 6 metri l’una dall’altra e pilotate da questi amplificatori.
Il concerto di pianoforte, risultava essere molto reale, uno stimolo pressante per il traguardo che ancora oggi perseguo: riprodurre l’evento sonoro in più vicino possibile a quello della registrazione.
Erano dei diffusori perfetti?
No tutt’altro.
Nonostante la progettazione accurata e l’eccellente realizzazione, la vetroresina ci metteva del suo nell’emissione finale del suono.
Le media frequenze erano colorate da questo materiale, sollecitato dalle basse frequenze.
C’era un po’ la sensazione di una diffusa nasalità, non esasperata, ma che era sempre presente.
La versione dell’altoparlante con le sospensioni in fibra, era abbastanza delicata e richiedeva cura nell’uso, pena la sua rottura.
Le dimensioni obbligavano ad usare ambienti molto grandi ed equilibrati nell’arredamento.
Sicuramente un diffusore non per tutti gli appassionati, ma certamente per coloro che apprezzavano quel tipo di suono.
Le Dionisio si amano per quello che sono, o si odiano per quello che emettono, non ci sono vie di mezzo.
Ancora oggi nonostante tutto, restano un esempio di genialità e di spasmodica ricerca dell’eccellenza acustica, battendo strade totalmente diverse dalla grande uniformità della produzione mondiale.
Be’ Yamamura
Be’ Yamamura è stato uno dei più geniali e conoscitore dei materiali, tra i grandi costruttori di HiFi di ogni tempo.
Ha dedicato la sua vita alla ricerca della perfezione audio e dell’uso dei materiali.
Per me è stato il maestro ed ispiratore di quello che ho fatto fino ad oggi.
In ogni mia realizzazione c’è sempre un pezzo della sua sapienza che mi ha trasmesso e che mi ha consentito di progredire nel tempo.
Grazie Be’.
Per ascolti e infoemail: sophoshiend@gmail.comBruno Fazzini – tel. + 39 347 1402138 |
---|
Review
Non solo Audiofili
Ho visto un re
Per chi come me ha dato fondo al suo repertorio di aggettivi ed iperboli per costruire dei mirabolanti racconti, recensioni “casalinghe” o piacevoli serate a casa di ospitali amici che siano arriva il momento di non avere più frecce al suo arco da scoccare. L’aggettivo dovrebbe avere il potere di evocare in chi legge le sensazioni di chi scrive, riportarne la soggettività, pensandoci bene però nessun impianto come quello di Pietro ……. see more
Mono&Stereo
Jean Hiraga meets ALE and Be Yamamura
The ultimate system, that as it seems I’ll might have a privilege to hear soon. Until then, here is in mighty overview by our own Stefano Bertoncello… see more
Gallery
Le fasi di lavorazione delle Dionisio, pubblicate dalla rivista in Giappone
Gli altoparlanti larga banda costruiti interamente a mano