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Cello Palette Preamplifier
Un “gigante” della preamplificazione
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By Bruno Fazzini
Graphic Massimo Piantini
Classificazione
Pre Amplificatore Stereo : Stato solido con alimentazione separata
Neutralità: Per questo parametro il Palette deve dare strada solo a suo fratello Encore, che risulta ancora leggermente superiore. Tutti gli altri pre della nostra classifica (e molti di quelli in commercio), devono inchinarsi a sua maestà.
Il Palette non è ammaliante, al contrario, è un pre che non perdona.
Non addolcisce per accontentare l’audiofilo, non smussa per evitare problematiche soniche, non sottolinea la gamma media di frequenza per ottenere consensi, non strizza l’occhio agli amanti del suono vellutato.
Il Cello Palette (ma ancora di più il Cello Encore), non perdona.
Timbrica: E’ di una correttezza disarmante.
Ancora una volta solo il Cello Encore è riuscito a fare meglio (non a caso si è guadagnato la prima posizione).
Inutile parlare della correttezza assoluta delle tre gamme principali di frequenza. Qui si può parlare solo della “riproduzione” della realtà sonora e non della “riproposizione”.
Micro contrasto: La grana extrafine e impalpabile, la levigatezza assoluta e la trasparenza di altissimo livello, portano il micro contrasto a raggiungere un risultato che soli i migliori di questo gruppo sono stati in grado di offrire. Eccellente.
Ricostruzione scenica/Sonud Stage: Il Palette non permette di percepire due sole dimensioni ( orizzontale e profonda), ma si ha la sensazione di ascoltare in 3D.
Scolpiti e ben scontornati appaiono i piani prospettici. Questo risultato è possibile solo grazie al fatto che a livello timbrico il pre della nostra prova non cede al minimo rilassamento timbrico.
Questa neutralità assoluta concorre all’ottimo risultato della ricostruzione scenica.
Dinamica: Pochi altri pre in commercio hanno questa innata vitalità (il Cello Encore e, in parte, il Viola Cadenza, il VTL 7.5, e poche altre elettroniche).
Grazie all’assenza di mollezze soniche e al rigore espositivo, la dinamica fluisce snellissima, veloce, netta, precisa, coinvolgente e viva.
I contorni degli strumenti acquistano una precisione sconosciuta alla maggioranza dei pre in commercio, mentre solo quelli che abbiamo impiegato come riferimento tengono testa, ognuno a suo modo, al Palette.
Musicalità: Sembra impossibile che un pre con le caratteriste sopra descritte possa essere anche musicale.
Di solito l’estremo rigore non si abbina con la musicalità. Ma nel Palette accade la magia.
Qui siamo in presenza di un grande pre perché è stato realizzato da un grande progettista in grado di fare qualche magia. E anche se sono passati 40 anni, la magia non ha perso la sua efficacia, perché, come tutti sanno, le magie sono immuni dal logoramento del tempo.
Rapporto Qualità/Prezzo: Usato –5– (1=sotto la Parità, 2=Parità e da 3 =Favorevole a 5= Molto
Favorevole)
Gli “Abbinamenti Audio”
Sistema: prodotto centrato per sistemi tra i 30.000 e i 50.000 euro. Questo range così ampio è dovuto al fatto che il pre in oggetto è un vero jolly e può essere inserito in catene di livello medio, ma anche e soprattutto in catene di livello alto e molto alto, sostenendo sempre l’abbinamento con elettroniche e diffusori di grande qualità.
Gli anni sulle sue spalle non sembrano minimamente appesantire i risultati sonori espressi.
Il Cello Palette è un preamplificatore, con in più, la sezione dedicata all’equalizzazione (disinseribile) delle varie gamme di frequenza.
Questo sistema è particolarmente utile per adattare l’emissione del segnale in ambiente, soprattutto per quei diffusori, e sono la maggioranza, che non presentano regolatori di livello.
Sorgenti: streamer di alto livello o lettori CD di qualità indiscussa, timbricamente neutri e dinamicamente capaci di assecondare le snellezze dinamiche del pre. Con convertitori moderni il Palette non sfigurerà minimamente, assecondando lo svolgimento del segnale ricevuto dalla sorgente.
A livello di analogico da preferire giradischi che privilegiano la naturalezza di emissione, evitando quelli che tendono a sottolineare la zona del calore o quelli che fanno delle tinte pastellate il loro credo.
Preferibili, perciò, giradischi a telaio rigido o semi rigido piuttosto che quelli a telaio flottante. Testine ricche di mille sfumature soniche.
Finali: valvole o stato solido a scelta. L’importante è che la qualità sia di livello assoluto. Il Palette si merita il meglio.
La sua dote più grande, che è la capacità di districare con scioltezza anche i passaggi dinamici più complicati, lo mette nella condizione di pretendere partner di livello molto, molto alto.
Ovvi risultati a livello di eccellenza li abbiamo avuti con i suoi finali mono Encore, che hanno fornito un abbinamento elettrico eccellente. Ottimi i finali Mark Levinson della stessa epoca, ma altrettanto bene con altri finali a stato solido che seguono la stessa scia produttiva, anche se di progettazione più moderna, come i Viola.
Tutti gli atri finali a stato solido vanno provati, non per difficoltà di abbinamento, ma per soddisfare i propri gusti personali.
Impiegando i valvolari, questo pre è in grado di “dar loro la scossa”, contrastando, vivacizzando e ossigenando il segnale rispettando, però, le caratteristiche timbriche del finale abbinato.
Le nostre prove hanno fornito eccellenti risultati con finali valvolari diversi, dai VTL agli Audio Tekne.
Diffusori: anche qui la qualità progettuale deve essere senza compromessi.
Oggetti di questa portata si meritano solo prodotti top.
Certamente i diffusori andranno scelti in funzione del finale, ma timbricamente e dinamicamente sarà il Palette a dettare le regole, facendo preferire casse acustiche moderne, che non mortifichino la dinamica di cui questo pre è il principe, e che timbricamente non concedano troppo ai voli pindarici di cui alcuni diffusori sono afflitti.
In ogni caso, grazie alla sezione di equalizzazione presente è sempre possibile rimettere a posto alcuni eccessi.
Nella nostra prova abbiamo avuto risultati emozionanti sia con diffusori ad alta efficienza e di costruzione Monitor come la grandi JBL 4355 Evo che con diffusori più tradizionali come le Wilson Audio.
Cavi: Neutri, neutri, neutri!
Sembra una cosa da poco, ma non è sempre facile trovarne.
Impiegare cavi inadeguati per timbrica caratterizzata o per mollezza dinamica, potranno rovinare la magia di cui il Palette è capace.
Noi abbiamo avuto eccellenti risultati con i Blue Moon Audio T.
Cello Palette Preamplifier
Per questo “gigante” della preamplificazione, oltre alla scheda “Abbinamenti”, abbiamo condotto anche una prova di ascolto prolungata nel tempo. Con oggetti di questa classe non potevamo farne a meno.
Abbiamo preso i componenti più performanti della nostra sala, e li abbiamo alternati al Cello.
Di seguito le conclusioni e le note che sono emerse da queste combinazioni.
Anticipando quanto scritto sotto, direi che è un “oggetto da non perdere”
Massimo Piantini
Come dovrebbe suonare un preamplificatore che sfida il tempo, che passa indenne per i decenni e mantiene inalterata la sua fama tra gli audiofili più esigenti e navigati?
Noi di Blue Moon House abbiamo cercato di capirlo, indagando in maniera approfondita le caratteristiche soniche questa mitica macchina.
I partner della prova
Un preamplificatore di questo livello doveva essere messo nelle migliori condizioni di lavoro e inserito in catene audio con componenti di eccellente qualità.
Come pre di confronto abbiamo impiegato un Conrad Johnson Premier Seven, un Convergent Audio T. e un Counterpoint SA 5000E per quanto riguarda i valvolari. Ma poiché il Cello è una elettronica a stato solido abbiamo utilizzato un pre Viola Cadenza, che ha mostrato, ovviamente, una certa somiglianza sonica con il Palette, un Burmester modello 011, oltre ad un pre tre telai (due alimentazioni separate oltre che dual mono), il top di gamma della Blue Moon Audio T.
Per quanto riguarda i pre a stato solido usati come confronto, sono stati scelti soltanto quelli che nulla concedono alle “divagazioni timbriche” fornite da altre elettroniche.
Cello Palette Preamplifier
L’ascolto
Il Palette non è per tutti. Come le fuoriserie vanno capite e sapute governare, così non tutti gli appassionati sono piloti di formula uno.
Con il Palette è facile andare fuori strada. Basta sbagliare un abbinamento, inserire dei cavi inadeguati, interfacciarlo con partner non all’altezza per vanificare la magia che questa elettronica è in grado di regalare.
Ma se tutto viene tenuto sotto controllo e il pre della nostra prova viene messo nelle giuste condizioni di esprimersi, allora il risultato ottenuto non si dimenticherà tanto facilmente.
Ma cosa ha questo pre non più giovane che lo rende ancora oggi un oggetto speciale?
E’ la magia di un risultato sonoro superiore alla moltitudine dei preamplificatori che ammaliano. Il Palette non è ammaliante, al contrario, è un pre che non perdona. Non addolcisce per accontentare l’audiofilo, non smussa per evitare problematiche soniche, non sottolinea la gamma media di frequenza per ottenere consensi, non strizza l’occhio agli amanti del suono morbido e vellutato.
Come in un’opera d’arte che si rispetti, il Palette riproduce la realtà, non la ripropone.
E se questa sembra una cosa da poco, un piccolo e insignificante dettaglio, vi assicuro che non è così.
Qualcuno potrebbe pensare che il suono del Palette sia privo di carattere, che non abbia anima. Ma anche in questo caso io dico che non è così. Anzi secondo me questa è proprio la sua grande forza.
E’ la forza di avere il carattere d’imporsi con le proprie idee e le proprie certezze riguardo la sua modalità di riproduzione, che nulla concede al superfluo e che io trovo assolutamente condivisibile.
Grazie a questa rigorosa neutralità e a questo assoluto rispetto della realtà sonora, il Cello Palette infonde una energia vitale ad ogni riproduzione che, grazie alla carica di ossigenazione che ruota intorno al brano riprodotto, produce una ricostruzione della scena acustica solidissima e stabile. Ma soprattutto la scena si avvicina alla tridimensionalità che solo sistemi multicanale più complessi sono in grado di fornire.
Scolpiti e ben scontornati appaiono i piani prospettici. Questo risultato è possibile solo grazie al fatto che a livello timbrico il pre della nostra prova non cede al rilassamento timbrico. Questa neutralità assoluta concorre anche all’ottimo risultato della ricostruzione scenica.
Grazie poi all’assenza di mollezze soniche e al rigore espositivo, la dinamica fluisce snellissima, veloce, netta, precisa, coinvolgente e viva. I contorni degli strumenti acquistano una precisione sconosciuta alla maggioranza dei pre in commercio, mentre solo quelli che abbiamo impiegato come riferimento tengono testa, ognuno a suo modo, al Palette.
Riguardo la trasparenza e la finezza di grana nemmeno voglio soffermarmi a commentare, tanto siamo in alto, praticamente fuori scala rispetto alla media dei concorrenti, mentre con i tre pre a stato solido di riferimento si è ingaggiata una avvincente partita.
Probabilmente altri pre a stato solido di livello altissimo come gli svizzeri Solution, CH Precision e Dartzeel potrebbero fornire gli stessi assoluti risultati. Per questo, a noi di Blue Moon House, piacerebbe poter fare questi confronti. Ma soprattutto ci piacerebbe capire se un pre progettato nel 1984 sia ancora in grado di competere con gli attuali mostri sacri oggi disponibili per gli appassionati.
Al momento, per quello che posso ricordare a memoria, l’ascolto dei pre svizzeri sopra citati non mi ha lasciato sottopelle l’emozione prodotta dal nostro Cello Palette. Dico nostro perché questa macchina attualmente è stabilmente nella nostra Blue Moon House come preamplificatore di riferimento.
In conclusione, una nota la vorrei dedicare al fatto che il Palette ha la possibilità di equalizzare il segnale su sei range di frequenza. Che orrore diranno gli audiofili puristi, ma anche in questo caso non sono d’accordo. Senza entrare nel merito di possibili polemiche, vorrei citare uno stralcio di una recensione apparsa qualche anno fa su Stereophile:
“Non tutti gli equalizzatori sono uguali. In effetti, tutte le registrazioni sono equalizzate in una certa misura, perché ogni microfono disponibile in commercio ha una curva di equalizzazione incorporata. La maggior parte delle console di missaggio per la registrazione ha capacità di equalizzazione e gli ingegneri utilizzano regolarmente l’equalizzazione esterna (sia nel dominio analogico che digitale) per il mastering finale.
Potrebbe essere una sorpresa per i puristi dell’audio che la maggior parte delle loro preziose registrazioni contenga un certo grado di equalizzazione in post-produzione. Allora perché è un crimine così atroce usare EQ di alta qualità in situazioni di riproduzione domestica?
Mark Levinson affermava che l’obiettivo originale di Cello era quello di offrire una combinazione di due prodotti con questa unità: un preamplificatore di altissima qualità e un equalizzatore per coloro che si rifiutano di compromettere la loro musica.
Cello Palette Preamplifier
Conclusioni
A questo punto siamo in grado di rispondere alla domanda iniziale relativa alla capacità di tenuta qualitativa di una elettronica di oltre 40 anni. E la risposta è che se una elettronica aveva uno straordinario progetto, come nel caso del nostro Cello Palette, allora è ancora in grado oggi di non sfigurare affatto a confronto con macchine moderne e dall’impegno economico molto più alto.
Personalmente mi chiedo se sia possibile andare ancora un po’ più avanti, se oltre a scegliere un preamplificatore di livello assoluto, come quelli citati, ci sia un’altra strada per avvicinarsi ancora di più alla realtà dell’evento sonoro.
Direi, infine, che la scelta del “non pre” potrebbe essere una strada da esplorare.
Con le potenzialità offerte oggi dal digitale si aprono nuove possibilità che vanno attentamente valutate. Noi ci stiamo lavorando.
Ma questa è un’altra storia.
Cello Palette Preamplifier
TECHNICAL SPECIFICATIONS
Descrizione: preamplificatore / equalizzatore a livello di linea e alimentatore separato.
Risposta in frequenza: 20Hz-20kHz, +0.2 -0.6dB (EQ out); +0.3 -0.8dB (EQ in).
THD (rif. 6V): 0,084%.
Uscita massima: 8 V RMS (single-ended), 16 V RMS (bilanciato).
Impedenza di ingresso: 1 megohm (solo single-ended).
Impedenza di uscita: 150 ohm.
Dimensioni: 7,3 “H x 19” W x 13 “D. Peso: 21 libbre.
Preamplificatore fono opzionale: RMC (bobina mobile) o RMM (magnete mobile) : $ 2000 (1992)
Produttore: Cello, Ltd., New Haven, CT. (1992)
Prezzo di listino oggetto nuovo Usd 6.500 (anno 1992)
Non più disponibile (2004).
(Prezzo usato stimato alla data dell’articolo
Eur 6.000 /10.000 a seconda delle condizioni dell’oggetto)
Per ascolti e infoemail: sophoshiend@gmail.comBruno Fazzini – tel. + 39 347 1402138 |
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Link
Cello Palette Pre 1° – “Mon Amour”
Cello Palette Pre 2° – Come Suona?
Website Cello – Matthew James
Cello Link Review
Cello Palette Preamplifier – Dowload PDF review
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Our Systems
System: JBL 4355 Evo – Grayphon S100 – Cello Palette Preamplifier – Blue Moon Interface (files player)
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System: JBL Paragon – Cello Encore 50 – Cello Palette Preamplifier -Blue Moon Interface (files player)
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