Albedo Aptica

Ott 20, 2014 | Diffusori da pavimento, P Diffusori, P Magazine

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Albedo Aptica

 

 

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di Bruno Fazzini

Recensione delle casse acustiche intermedie delle Albedo, le Aptica.
Questi diffusori mostrano con assoluta chiarezza la mano e le intenzioni del progettista.

 

Conosco Massimo Costa, progettista delle Albedo, da molti anni, da quando qualche decennio fa condividevamo le esperienze lavorative per la rivista Fedeltà del Suono.

Massimo è sempre stato un raffinato tecnico, un progettista di diffusori dall’approccio scientifico e che, a differenza di me, era più propenso ad affrontare i problemi dell’acustica con un atteggiamento gnostico, piuttosto che umanistico.

La sua impostazione orientata alla gnoseologia lo ha sempre portato alla conoscenza dei limiti di un progetto, nell’equilibrio tra le teorie della conoscenza e l’oggetto da conoscere (da realizzare).

E’ in quest’ottica epistemiologica che nascono tutte le realizzazioni di Massimo, di cui i tre modelli delle Albedo fanno parte. La sua passione per l’astronomia lo ha portato alla scelta del none dell’Azienda e non solo.

In questo articolo vi presento le casse acustiche intermedie delle Albedo, le Aptica, modello che si avvicina molto più alle piccole HL 2.2 che alle grandi Axcentia MKII.

Le Aptica sono diffusori che hanno almeno tre caratteristiche particolari.

 

 

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La prima caratteristica che colpisce dando una occhiata a questa realizzazione è il mobile che appare diverso dal solito cabinet che costituisce un due vie da pavimento: è stretto in basso e più largo in alto, dando alla struttura una certa originalità. Il tutto realizzato con uno stile e una eleganza tutte italiane. La struttura così armonicamente sbilanciata e inclinata ha bisogno di una notevole base di sostegno affinché l’insieme possa risultare stabile e fermo. La base è costituita da una spessa piastra in metallo (in questo modo aumenta molto la massa) su cui è possibile avvitare quattro punte regolabili. L’insieme del cabinet risulta estremamente rigido, anche grazie all’accoppiamento meccanico molto solido del cabinet al supporto e alla terra mediante barra vincolata in acciaio smorzato. La cura dei particolari, delle finiture in legno e in metallo, i morsetti per i cavi di potenza, concorrono a dare all’insieme un senso di notevole pregio.

Una seconda caratteristica delle Aptica riguarda i trasduttori di assoluta qualità e dalla notevole particolarità sonica. Si tratta di due ceramici, un woofer da 12.5 cm e un tweeter da 25 mm dalla spiccata neutralità timbrica. Sarà poi il rimanente progetto (crossover, cabinet e, soprattutto, accordo) a consentire ai due ceramici di dare forma al suono. Certo è che i coni in ceramica sono oggi il miglior compromesso tra rigidità, leggerezza e smorzamento della membrana.

Una terza caratteristica riguarda proprio il tipo di accordo. Si tratta di un sistema a linea di trasmissione, sistema che impiega un condotto debitamente dimensionato per ricombinare in fase l’emissione anteriore diretta dell’altoparlante con quella posteriore. Il risultato è un basso profondo, frenato e caratterizzato da una scarsa colorazione timbrica.

Tale principio è però poco utilizzato dalle aziende perché le linee di trasmissione sono assai complicate da progettare. Per i costruttori è molto più semplice adottare la sospensione pneumatica o il bass reflex.

La linea di trasmissione ha, però, una serie di particolari caratteristica da tenere sotto controllo: si tratta dei picchi secondari a frequenza medio bassa che portano, solitamente, a sgradevoli colorazioni nel range medio-basso di frequenza, proprio nell’arco della riproduzione delle voci maschili.

Solitamente si tende ad eliminare questi fastidiosi picchi inserendo dell’assorbente acustico all’interno del condotto. Questa soluzione, però, oltre a non risolvere completamente il problema, concorre ad ostruire la linea con conseguente perdita del livello di emissione. La Albedo, invece, impiega un sistema molto più sofisticato e progettualmente raffinato, adottando un sistema di risuonatori interni (risuonatori di Helmholtz) alla linea che si occupano di modellare per via acustica l’emissione della linea di trasmissione. Il sistema, denominato Helmholine®, risulta unico e originale, non avendo eguali per principio di funzionamento.

 

 

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Il sistema utilizzato per la prova

Ho ascoltato le Aptica nella sala più grande della nostra rivista, poiché la generosa emissione in gamma mediobassa di questi diffusori mi ha fatto preferire tale ambientazione rispetto a quella della sala più piccola.

Ho cercato di mettere le Aptica nelle condizioni di esprimersi al meglio, adottando diverse amplificazioni, sia valvolari che a stato solido, sia integrati che pre e finali.

Sono passato da un integrato valvolare da pochi watt come l’Almarro A318B da 18 watt per canale, al Cary Audio SLI 80, sempre valvolare, da 40 watt a triodo e 80 watt a tetrodo. Come integrati a stato solido ho impiegato un piccolo Sugden in classe A, un Electrocompanioet ECI-3 da 100 watt per canale e un sontuoso Symphonic Line 5885 Kraftquelle da 140 watt per canale con alimentazione separata.

La sorgente digitale per la lettura dei file era l’Interface Reference, mentre come convertitore ho utilizzato il Matrix DAC, e il convertitore Omega Audio Concept con alimentazione separata.

Cavi Blue Moon Audio Technology dalla assoluta neutralità.

Come diffusori di confronto ho impiegato le Thiel CS 2.7, le Vienna Acoustics Beethoven Concert Grand, le Gato Audio PM6 e le Gamut PHI 5.

 

 

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L’ascolto

Le Aptica mantengono il family sound di tutte le Albedo: neutralità timbrica ottenuta ad opera dei trasduttori ceramici i quali, grazie alla loro bassa massa ed elevata rigidità, forniscono velocità e articolazione del basso, ottima trasparenza unita ad una notevole ricchezza armonica della gamma medio bassa ad opera dell’accordo in trasmission line.

Altra spiccata caratteristica di questi diffusori è la buona propensione a sparire in sala d’ascolto, per dare spazio ad una precisa ricostruzione della scena acustica. La tenuta in potenza e la conseguente ottima sensazione di dinamica, rendono le Aptica diffusori coinvolgenti nonostante la loro non alta sensibilità (85 dB).

Le Albedo suonano così, tutti e tre i modelli mostrano con assoluta chiarezza la mano e le intenzioni del progettista. Queste caratteristiche principali appena descritte sono riscontrabili a cominciare dalle importanti Axcentia MKII che ho avuto il piacere di mettere a punto, insieme all’importatore italiano, nella passata manifestazione internazionale di Monaco High End. Questi diffusori, se adeguatamente pilotatati (e a Monaco lo erano), hanno fornito risultati davvero entusiasmanti e, nonostante le compatte dimensioni, hanno insonorizzato e inondato di Musica il grande salone che era a disposizione, riscuotendo consensi internazionali.

Ma torniamo alle più piccole Aptica. Vorrei soffermarmi sulla caratteristica principale di queste casse acustiche: l’accordo in linea di trasmissione. Molti costruttori in tutto il mondo adottano altoparlanti ceramici; Albedo li impiega in questa tipologia di accordo. I risultati sono molto interessanti ed hanno una loro precisa caratterizzazione. Parlo, naturalmente, della gamma medio bassa, dal momento che il piccolo midwoofer da 12,5 cm collocato in un volume non ampio, i miracoli in gamma bassa non li può proprio fare. Ma grazie al particolare accordo, ecco che viene fuori il carattere del diffusore: ricchezza armonica generale e gamma medio bassa che non credo di esagerare nel definire lussureggiante.

 

 

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Non bisogna pretendere di ascoltare i 40 Hz “veri” con le Aptica, ma date le compatte dimensioni, queste casse acustiche compiono una piccola magia: danno la sensazione di una grande energia nel range basso di frequenza.

Abituato ad ascoltare con i miei diffusori di riferimento (woofer da 28 cm in sospensione pneumatica in un volume di 50 litri), con le Aptica ho ascoltato una gamma medio bassa grande, potente e discretamente articolata. Nessun difetto, allora? Naturalmente no, perché la linea di trasmissione, benchè “aggiustata” con il sistema Helmoline, ha comunque una sua impostazione sonica, fatta di calore e ricchezza nella gamma di frequenza che va dal limite inferiore fino al range di competenza delle voci maschili.

Personalmente avrei preferito un maggior controllo del medio basso con la conseguenza di avere una minore sensazione di calore sonico, ma è un mio gusto personale, gusto di uno che considera la sospensione pneumatica il migliore sistema per accordare un altoparlante. E’ vero che la gamma bassa, con questo accordo, fornisce una certa avarizia nella risposta, ma per avere maggiore energia basta aumentare le dimensioni del woofer e, di conseguenza, il litraggio del mobile.

 

 

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In realizzazioni come quella delle Aptica, in cui si voleva realizzare un diffusore da pavimento estremamente compatto, la scelta della linea di trasmissione ha permesso al progettista di ottenere risultati insperati in gamma medio bassa, avendo a disposizione un piccolo trasduttore e un piccolo volume.

La compattezza e la rigidità del cabinet hanno fatto il resto riguardo gli ottimi risultati ottenuti.

Complimenti, dunque, per la realizzazione che, pensata per ambienti non grandi e ad un costo ragionevole in funzione dei risultati raggiunti, pone le Aptica della Albedo su un piano di grande considerazione. E poi è un prodotto esteticamente bello, ottimamente rifinito, che utilizza materiale di qualità e che è permeato del migliore gusto estetico italiano.

 

 

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Scheda tecnica   

Tipo: diffusore a due vie da pavimento a fase lineare
Sistema: linea di trasmissione filtrata Helmholine System
Altoparlanti: 1 woofer ceramico da 12.5 cm, un tweeter ceramico da 25 mm con DSD system
Crossover: primo ordine acustico, a fase lineare
Impedenza nominale: 8 ohm
Sensibilità: 85 dB SPL (2.83V/1m)
Risposta in frequenza: 45 – 20.000 Hz
Dimensioni: 26 x 19 x 101 cm
Peso: 19 kg
Finitura: ebano makassar, grafite lucida, laccatura nera

Prezzo: euro 7.750 cp