Harbeth Monitor 40 + Tri-amping

Giu 26, 2018 | P Diffusori, P Magazine, P Tecnica

Tecnica

Harbeth Monitor 40 + Tri-amping

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By Bruno Fazzini

Graphic Massimo Piantini

 

I componenti della prova

La prova si presentava interessante. La curiosità di ascoltare le prestigiose  Monitor 40, modello che con qualche variazione è ancora in produzione, nel migliore dei modi possibili, ci ha portato ad abbinamenti classici riguardo le amplificazioni, impiegando elettroniche in linea con le tipiche sonorità inglesi delle Harbeth.

 

Harbeth Monitor 40. Accanto l’amplificatore Colosseum D4

 

Abbiamo prima utilizzato due ottimi finali mono in Classe A della Sugden, i modelli MPA-4, da 160 watt ciascuno.  Ma i risultati non ci hanno dato soddisfazione, a causa dell’impasto sonico troppo denso e con una finezza di grana espressa dalla coppia casse-amplificazione non all’altezza.

 

Amplificatori Sugden MPA-4 dato di targa 165 Watts into 8 Ohms

 

Siamo passati, allora, a due finali stereo NAIM modello 250, che abbiamo collegato in bilanciato, uno per ogni canale.

 

 

Naim Nap 250 2×80 watts

Per questa configurazione, il segnale bilanciato in ingresso, è stato veicolato tramite la connessione XLR, mentre per il segnale in uscita verso le casse, sono stati usati i soli morsetti positivi del canale destro e sinistro, di ogni amplificatore.

 

 

In configurazione bilanciata possiamo spettarci una potenza totale ben più elevata di quella di targa per singolo canale

Ma anche in questo caso il risultato mancava di ariosità, di definizione e di coinvolgimento dinamico.

In tutti e due i casi la timbrica risultava troppo scura e mielosa,

il controllo del basso modesto, la trasparenza offuscata, andando a perdere punti nel micro dettaglio, impedendo una ricostruzione scenica corretta per volumetria.

Abbiamo optato, allora, per due finali moderni, dal suono arioso e dettagliato, con grana finissima e con una dinamica travolgente: i Blue Moon Audio T. modello Colosseum D4.

 

Blue Moon AT amplificatore Colosseum 4D accreditato per 4×350 watts

Questi, sono stati scelti, perché sono tra le pochissime elettroniche con 4 amplificatori in un solo box. Inoltre sono provvisti di regolatori di livello per i singoli canali.

 

Questa possibilità, dorante la prova, si è rivelata fondamentale per il raggiungimento del miglior risultato sonico.

A quel punto le cose sono cambiate, e abbiamo potuto valutare correttamente le caratteristiche soniche dei non facili diffusori che, finalmente, sono stati “domati” a dovere.

 

 

Il suono delle Monitor 40 in mono amplificazione

 

Conosciamo bene, noi audiofili, le prestazioni soniche di questi apprezzati monitor di scuola inglese.

Le Harbeth M 40 sono state sempre, eccetto rarissimi casi, pilotate in mono amplificazione con i risultati che sappiamo e che si possono riassumere come descritto di seguito.

 

Il basso non troppo snello e non particolarmente veloce, soprattutto se pilotato con amplificazioni valvolari, presenta qualche coda che si attenua solo impiegando amplificazioni a stato solido di una certa potenza e una buona qualità.

 

Harbeth Monitor 40. Woofer 30cm

Il woofer,

Questo woofer anche a causa dell’accordo reflex, mantiene qualche incertezza di focalizzazione con una lieve difficoltà a riportare la sua membrana nella condizione di quiete.

 

Tale caratteristica va ad inficiare inevitabilmente la riproduzione della gamma superiore. Ed è un peccato, perché la forza delle Monitor 40 è proprio la gamma media, suadente, affascinante e ricca di micro informazioni.

 

La timbrica intensa, calda e vellutata, anche in virtù del tweeter decisamente smussato in gamma alta, non affatica la riproduzione, ma al contempo non la esalta. La ossigenazione in alto non è da primato e tanti particolari fini non hanno la dignità che meriterebbero.

A questo aggiungiamo una dinamica che non brilla certo per scioltezza e rapidità, anche con amplificazioni veloci e dinamiche.

Sono perplesso dal successo

di questi diffusori, che hanno dalla loro parte un grande fascino e una buona realizzazione, ma con prestazioni che denotano un progetto datato e una componentistica dalle performance migliorabili.

 

Colosseum D4 vista anteriore

 

Il suono delle Monitor 40 in tri-amplificazione

 

Vediamo se, con la tri amplificazione da noi proposta, si riesce a mettere le Monitor 40 nelle condizioni di esprimersi al meglio.

Le Harbeth sono state collocate su stand di media altezza, da noi scelti per dare un piccolo aiuto al “sonnolento” tweeter e per cercare di creare una decorosa ricostruzione scenica.

 

Una volta tolti i ponticelli abbiamo collegato, con adeguati cavi realizzati per la tri amplificazione, i due diffusori ai due finali Colosseum 4D della Blue Moon Audio T.

 

 

Questi amplificatori prevedono 4 sezioni finali

per ogni elettronica; di queste ne abbiamo collegate 3 alle 3 coppie di morsetti delle casse (per ogni canale).

I Colosseum 4 D sono finali in Classe D di alta qualità, che erogano 350 watt su 8 ohm per ognuna delle quattro sezioni di amplificazione.

 

I cablaggi interni sono tutti eseguiti con cavo di pregio, e dello stesso livello qualitativo è sia la componentistica che il cabinet in rame.

 

Colosseum D4 vista posteriore. Versione con connessioni speakon

 

I risultati sono stati a dir poco entusiasmanti.

I principali parametri della riproduzione (dinamica, trasparenza, timbrica e ricostruzione scenica) sono tutti decisamente migliorati.

I positivi risultati si sono realizzati, non solo grazie all’impiego di finali a stato solido potenti e veloci, ma soprattutto all’adozione della tri-amplificazione.

 

Tutto questo ovviamente insieme all’irrinunciabile possibilità di regolare separatamente le 3 vie.

Di questo parleremo nelle considerazioni tecniche sotto riportate.

La prima sensazione che si apprezza

è l’assenza di ogni minimo indurimento nel fluire della riproduzione. L’elevata potenza, di cui ogni altoparlante utilizza una piccola parte, ha impedito il superlavoro che deve svolgere un singolo finale.

Pilotare ogni singola via con un finale, ha portato a far si che ogni trasduttore avesse tutta la potenza necessaria nel momento del bisogno. In questo modo è sparita la “sofferenza sonica” che si percepiva nella riproduzione in mono amplificazione.

 

 

Si è apprezzata una dinamica prima sconosciuta a questi monitor. La velocità è salita vertiginosamente, coadiuvata da un controllo del woofer e una pulizia che, nonostante lo sfavorevole tipo di accordo, ha evitato l’impastamento sonico ascoltato in precedenza.

 

Il midrange, come potete immaginare, ha gioito per questo, esprimendosi, finalmente, con tutte le sue notevoli potenzialità. Alla pulizia in gamma media e alle tante nouances recuperate, ha fatto seguito una gamma alta lucidata, levigata e con più ariosità.

 

La scena acustica,

come tutti gli altri parametri, ha beneficiato fortemente del trattamento della tri amplificazione. Nonostante la natura del tweeter si sono apprezzati meglio i piani prospettici e la loro separazione, dando volumetria a tutta la scena acustica.

Una nota particolare la merita la timbrica, poiché i drastici miglioramenti apportati non hanno snaturato le connotazioni soniche di questi diffusori, che sono rimasti sempre riconoscibili grazie al loro carattere sonico molto “british.

Finalmente, però, le Monitor 40

hanno conquistato la capacità di liberarsi dei propri limiti, così da arrivare a coinvolgere completamente l’ascoltatore e l’appassionato di questo marchio.

La tri amplificazione permette un decisivo passo avanti nella riproduzione del messaggio sonoro proposto da questi ultra conosciuti e apprezzati diffusori inglesi.

 

 

Tri-Amplificazione e regolazione delle vie

 

Considerazioni tecniche e pratiche.

I miglioramenti apportati dall’uso di tre amplificatori, sarebbero stati vani, senza la possibilità di regolare singolarmente le 3 vie (woofer-midrange-tweeter).

 

Come ormai stiamo dicendo da tempo, non esiste nessun diffusore che possa suonare al meglio in ambienti diversi, senza la possibilità di regolare separatamente i livelli delle sue vie.

 

La regolazione del livello delle singole vie, è l’elemento determinate per il risultato sonoro

 

Questa regola vale

per le piccole casse acustiche, ma ancor di più per i diffusori importanti e con aspirazioni di riprodurre un corretto “evento sonoro in ambiente”.

Con le Harbeth Monitor 40, abbiamo attenuato sia i woofer che i midrange. Il tasso di attenuazione è stato diverso per i 2 componenti e valutato con l’ascolto.

 

Abbiamo usato i nostri brani di riferimento, voci – pianoforte – strumenti a corda – percussioni, per effettuare le regolazioni.

Il loro ascolto, ripetuto ogni volta che venivano modificati i livelli, ha permesso di individuare le criticità dell’accoppiamento diffusori-ambiente.

Durante gli aggiustamenti

abbiamo ascoltato chiaramente il miglioramento di ciascuno strumento man mano che gradatamente provvedevamo alle regolazioni. Questo, fino al raggiungimento di un ottimo compromesso timbrico.

Per verificare il risultato poi, abbiamo ascoltato varie formazioni strumentali, di ottimo livello tecnico audio, diverse da quelle usate per la regolazione. In tutte abbiamo rilevato una buona timbrica e una credibile ricostruzione scenica.

 

Alla fine della prova, durata circa un pomeriggio, abbiamo provato a tornare nella condizione iniziale, mono-amp senza regolazioni.

Il risultato ha confermato

che la nostra modalità, tri-amp + regolazione dei livelli, è irrinunciabile per ascoltare finalmente le potenzialità di questi storici diffusori.

Questa nostra esperienza è ripetibile da  Sophos – Viterbo

 

Il Video

Meglio di ogni parola, il video mostra tutte le fasi e il risultato della prova. Anche se con qualità di ripresa non propriamente esaltante, nel video si possono apprezzare chiaramente le di differenze soniche, prima e dopo le regolazioni.

Per fare una corretta valutazione personale, è imperativo ascoltare le Harbeth M40 nelle due modalità.

 


 

Per info:

 

Blue Moon AT

email: sophoshiend@gmail.com


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Harbeth

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