Tecnica
La Multiamplificazione – La Teoria
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By Massimo Piantini
Graphic Massimo Piantini
Si parla di Multiamplificazione, quando un diffusore acustico a più vie è pilotato da due o più amplificatori ed ognuno di essi amplifica una via.
La Multiamplificazione può essere “Passiva”, quando sfrutta il crossover interno del diffusore, o “Attiva” quando invece adotta un crossover attivo esterno prima dell’amplificazione, con l’esclusione di qualunque filtro passivo in serie al segnale.
Questa seconda prassi è largamente diffusa in campo professionale, poiché spesso vi è il bisogno di gestire grandi potenze per sonorizzare grandi ambienti.
In ambito Hi Fi è invece pochissimo usata, nonostante sia portatrice di innegabili vantaggi qualitativi.
Dato che, probabilmente, il 30/40% delle casse acustiche disponibili sul mercato ha più di una coppia di morsetti, qui prenderemo in considerazione la Multiaplificazione Passiva.
La Multiamplificazione si dice “Orizzontale” quando i canali destro e sinistro di due o più amplificatori stereo pilotano il diffusore destro e il diffusore sinistro.
Fig. 1 MultiAmplificazione passiva orizzontale senza regolazione livelli
Si dice invece “Verticale” quando un amplificatore pilota con i suoi canali il diffusore destro e l’altro amplificatore pilota con i suoi canali il diffusore sinistro. Ovviamente in questo caso i due amplificatori devono essere identici, al contrario dell’MultiAmplificazione orizzontale, nella quale i due amplificatori possono essere di marche e potenze diverse.
Fig. 2 MultiAmplificazione “passiva verticale” senza regolazione livelli
Da un punto di vista acustico e tecnico è da preferire la Multiamplificazione Verticale, perché assicura una situazione dual-mono con una perfetta separazione tra i due canali. Infatti, in un amplificatore stereo l’interazione tra il canale destro e sinistro è significativa e, specialmente su sistemi di elevate prestazioni, rappresenta un ostacolo alla riproduzione corretta del soundstage.
Questa configurazione permette inoltre di collocare l’amplificatore molto vicino al diffusore, con una drastica riduzione della lunghezza dei cavi di potenza, sempre molto influenti sul risultato sonico finale.
I benefici della Multiamplificazione
I benefici della Multiamplificazione sono riassumibili in un aumento:
-della dinamica
-del micro contrasto
-della separazione dei piani sonori
-minor affaticamento sonico
Sommando tutti questi benefici possiamo affermare che Multiamplificazione permette un miglioramento generale e decisivo delle prestazioni totali del sistema audio.
Il limite della Multiamplificazione così strutturata risiede nel non poter regolare il volume tra le varie vie.
Come si vede dalla Fig 1 e 2 manca una regolazione del volume a valle del preamplificatore. Tale mancanza comporta una impossibilità di regolare le emissioni delle varie gamme audio, con una consistente perdita di qualità.
Sul mercato audio praticamente non esistono dei preamplificatori, che potremmo chiamare “slave”, da inserire dopo il preamplificatore “master” per compiere questa regolazione.
Un raro esempio di questi “pre slave” si trova su BlueMoon 3CH Multi-Amp preamplifier (vedere anche in “pratica” le varie configurazioni possibili).
Inserendo questi “pre slave” il collegamento risulta essere questo:
Fig. 3 MultiAmplificazione passiva orizzontale con regolazione livelli
Sono immediatamente evidenti i vantaggi di questo settaggio.
Si acquista la possibilità di equilibrare in ambiente il livello delle vie, compensando, in bassa frequenza una eccessiva o carente emissione di woofer.
Sulla parte alta della gamma audio, invece, si ha la possibilità di dare quella rifinitura che quasi sempre manca, per aumentare la definizione e la tridimensionalità del messaggio sonoro.
La Multiamplificazione, quella orizzontale, permette di usare amplificatori diversi per le varie vie.
Questo permette di scegliere quello più idoneo, per prestazioni sonore e capacità di pilotaggio, al raggiungimento della idea di “riproduzione dell’evento sonoro” più adatta ad ogni audiofilo.
Fig. 4
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I vantaggi tecnici della Multiamplificazione
Senza approfondire troppo l’argomento, i vantaggi tecnici della Multiamplificazione sono essenzialmente tre:
1 – Gli amplificatori vedono una parte dell’impedenza totale del diffusore.
Generalizzando molto, al solo scopo esemplificativo, il modulo dell’impedenza di un diffusore ha normalmente un picco alla frequenza di risonanza del woofer.
Ha poi un andamento più o meno irregolare, centrato all’incirca sull’impedenza nominale, da questa frequenza fino all’estremo superiore.
Sempre generalizzando, avvicinandoci all’estremo superiore della gamma audio, l’impedenza tende ad abbassarsi perché i tweeter di solito hanno impedenze nominali piuttosto basse ( 4 ohm o meno).
Per quanto riguarda la fase poi, su tutto l’arco di frequenza riprodotta, si avranno rotazioni sul picco del woofer e nell’intorno della frequenza di taglio dei crossover.
Appare evidente che l’amplificatore, che ha in ingresso un segnale complesso e con frequenze che spaziano su un ampio spettro audio, deve erogare contemporaneamente tensioni e correnti molto diverse.
Questo lavoro comporta che il dispositivo lavori vicino al limite di potenza erogabile, con conseguente aumento della distorsione, ma soprattutto con una diminuzione della capacità di rendere, in uscita, un segnale privo di spurie.
Queste problematiche hanno, come conseguenza, una riduzione del micro contrasto, della ricostruzione ambientale, e inducono quella sorta di velo che si rileva quando si spinge l’ascolto al reale livello della riproduzione.
Con la Multiamplificazione questa richiesta di corrente viene ridotta, perché ogni amplificatore vede la sua porzione di impedenza, che è normalmente più regolare e costante rispetto a quella dell’intero diffusore.
Grafico impedenza cassa 2 vie.
2 – Si ha un aumento della capacità dinamica (non solo per l’aumento della potenza).
Questo parametro migliora per l’aumentata potenza (che normalmente raddoppia). Altro vantaggio, la potenza è meno influenzata da segnali parassiti introdotti dai dispositivi attivi (transistor o altro), che lavorano al limite delle prestazioni.
In senso generale è sempre bene far lavorare qualunque apparecchio per la riproduzione audio (amplificatori, diffusori) per una frazione della sua capacità massima.
Il miglioramento del parametro “capacità dinamica”, farà percepire una riproduzione più viva, coinvolgente e più vicina all’evento reale.
3 – Vi è la possibilità di regolare finemente l’emissione di ampi spettri di frequenza.
Per quanto un diffusore sia progettato correttamente, non sarà certo in grado di esprimersi al meglio in tutti gli ambienti domestici i quali hanno caratteristiche molto diverse tra loro.
La regolazione in volume delle gamme audio, offerta dalla Multiamplificazione, aiuta in maniera fondamentale a migliorare l’interazione tra ambiente d’ascolto e cassa acustica. Questo si traduce in una migliore risposta in bassa frequenza e una superiore intellegibilità su tutto lo spettro audio.
Conclusioni
In conclusione possiamo affermare che la Multiamplificazione, opportunamente strutturata, sia l’unica soluzione che permetta di ottenere un decisivo passo avanti nel mondo della riproduzione audio.
(quella da noi maggiormente consigliata è la Passiva Verticale per i motivi sopra esposti)
Riteniamo che, rispetto ad una amplificazione tradizionale con elettroniche importanti, costose e blasonate, sia di gran lunga preferibile una Multiamplificazione con elettroniche di medio livello qualitativo.
Questo perchè riteniamo permetta tutti i vantaggi di cui abbiamo sopra parlato, oltre alla possibilità irrinunciabile di regolare l’emissione dei diversi range di frequenza.
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