Riviera AudioLabs AFM100 SE – MonoAmp

Giu 7, 2024 | Amplificatori mono a stato solido, P Amplificatori, P Magazine

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Riviera AudioLabs AFM100 SE – MonoAmp

 

Finalmente un approccio alla progettazione di elettroniche che tenga presente

la percezione Orecchio/Cervello umano

 

 

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By Bruno Fazzini

Graphic Massimo Piantini

 

Classificazione

Amplificatore Mono Classe A: Ibrido – Tube ingresso, Stato Solido sezione finale

 

In attesa di un ascolto controllato, vorrei fare alcune considerazione su questo interessante amplificatore.

L’aspetto esteriore è di un elegante look vintage, ma con chiare connotazioni moderne. Queste caratteristiche comunicano subito una piacevole sensazione di solidità e di gradevolezza anche al contatto con superfici curve.

 

Sul frontale, quasi quadrato e sagomato in rilievo, spicca uno strumento analogico dal sapore nostalgico, e in basso l’interruttore di alimentazione ed un piccolo LED ambrato.

 

Il posteriore è essenziale, con al centro del pannello gli ingressi RCA e XLR. In basso sono presenti i morsetti per i diffusori e la presa di corrente.

 

Foto di gruppo. Al centro il  preamp APL01SE, ai lati i mono AFM100SE, all’esterno i mono AFM50

 

I fianchi sono caratterizzati dalle poderoso elette di raffreddamento nere, che riprendono la sagoma stondata dell’anteriore e posteriore.

Tutto l’insieme è armonioso, con colori riposanti e rassicuranti.

 

Vorrei però brevemente soffermarmi su quanto scrive il progettista Luca Chiomenti, testo che abbiamo riportato sotto perché lo ritemiamo importante.

Il testo fa riferimento ad un aspetto della percezione umana, noto da diverso tempo, ma mai giustamente evidenziato.

 

Chiomenti riporta studi in cui si dimostra che il nostro orecchio durante la percezione, produce elevata distorsione di II armonica, nell’orine anche del 10%, che poi però il sistema uditivo (orecchio+cervello) cancella, facendoci percepire correttamente quanto ascoltato.

 

Pensiamo poi, come evidenza il progettista, che la controreazione applicata ai circuiti elettronici, abbatte principalmente le armoniche di basso ordine, che in nostro orecchio già compensa, ma accentua quelle di ordine superiore dove il nostro cervello non ha difese.

 

Appare evidente l’incongruenza di questa pratica.

 

Negli anni tra i 70 e i 90, vi fu una corsa sfrenata all’uso della controreazione, per ottenere strabilianti performance di distorsione, dello 0,000 qualcosa di %, per risultare performanti alle misura.

All’ascolto però si percepiva una certa inspiegabile, per allora, freddezza e innaturale emissione, dove invece oggetti che avevano distorsione ben più alte, risultavano però più “musicali” e aderente alle timbriche della musica dal vivo.

 

Ora, dopo la lettura dell’articolo di Chiomenti e alla luce degli studi indicati, iniziamo a capirne il motivo.

 

In conclusione questo AFM100 SE, è un amplificatore che merita sicuramente attento un ascolto prima di scegliere un importante compagno da inserire sul nostro sistema HiFi.

Buon divertimento a tutti.

 

Massimo Piantini

 

 


 

Cosa dice il produttore

 

Riviera Audio Laboratories s.r.l. nasce nel gennaio 2017 per operare e affermarsi nel settore audio Hi-End.

 

A dare vita a Riviera sono tre competenze complementari che si uniscono per sviluppare e portare alla sua massima espressione la potenza e la vita del suono analogico. Una mission al cui servizio ci sono amore, tecnologia e innovazione.

 

Luca Chiomenti progetta e realizza sistemi Hi-Fi già dagli anni ’90, unisce la competenza tecnica nel settore audio ad una pratica specializzata di alto artigianato che trova pieno compimento negli apparecchi Riviera.

 

Silvio Delfino si occupa di import-export di prodotti audio italiani da un capo all’altro del mondo e mette al servizio di chi sceglie Riviera una competenza globale nel campo dell’audiofilia.

 

Marco Muzio è esperto in progettazione e rendering di applicazioni meccaniche speciali in campo industriale ed offre al cliente Riviera una rifinitura di eccezionale precisione. Insieme, in un’epoca digitale, si muovono attraverso nuovi sistemi analogici per cercare la perfezione.

Riviera è il futuro da ascoltare in analogico.

 

 

Riviera AudioLabs AFM100 SE – MonoAmp

 

Breve sintesi tecnica

 

Riportiamo di seguito alcuni passaggi della concezione tecnica del progettista di Luca Chiomenti.

L’intero scritto si trova a questo link https://www.rivieralabs.com/progetto/tecnica/

 

Approssimativamente 25 anni fa, in occasione della presentazione al pubblico del mio primo importante progetto industriale nel mondo audio, scrivevo: “È nostra convinzione che l’alta fedeltà, negli ultimi 20 anni, sia finita in un vicolo cieco”.

 

Si assiste ad una sterile ricerca della perfezione tecnica fine a se stessa. Per troppo tempo è stata proposta un’analisi tesa solo a raggiungere i limiti degli strumenti di misura. Questa scelta ha fatto perdere di vista la funzione stessa di un amplificatore audio: quella di riprodurre segnali musicali attraverso un trasduttore elettroacustico.”…..

 

…….Occorre tornare al principio, alle origini. Un amplificatore audio deve riprodurre il più fedelmente possibile un segnale audio per un ascoltatore, per un essere umano. Non per degli strumenti di misura.

 

Questo è il punto. È fondamentale:

1) comprendere alcuni aspetti del funzionamento del sistema uditivo umano e, di conseguenza,

2) individuare quali caratteristiche deve avere il segnale riprodotto per l’orecchio e non per un sistema di misura elettronico. 

 

Cominciamo con il funzionamento dell’orecchio.

 

 

— Numerosi studi hanno verificato che, quando si ascolta un tono puro, all’interno dell’orecchio e specificamente nella coclea, si generano delle armoniche (ovvero della distorsione armonica). Questa non è certo una scoperta nuova.

 

Le prime indagini su questa distorsione risalgono a Fletcher (sì, proprio quello famoso della curva Fletcher-Munson, negli anni ’20); delle analisi più accurate erano state fatte da H.F. Olson (Acoustics, 1947) e poi da molti altri a seguire.
È interessante notare quanto elevato sia il livello di distorsione (II armonica) generato dall’orecchio: circa il 10% per pressioni di 90dB (non di 120dB, 90dB!).

 

Per le armoniche di ordine più elevato il livello decresce in proporzione all’ordine dell’armonica e si può arrivare a definire uno spettro di distorsione dell’orecchio.

La forma di questo spettro, ovvero della distribuzione di queste armoniche è estremamente importante: c’è una forte predominanza delle armoniche di basso ordine e lo spettro ha un andamento decrescente con la frequenza.
Lo spettro poi si modifica in funzione della pressione alla quale si fanno le rilevazioni ma questo punto diventa un po’ troppo complesso per essere discusso in dettaglio qui ora.

 

I punti chiave sono comunque questi:

1) l’orecchio genera al suo interno un elevato livello di armoniche e
2) il sistema uditivo (orecchio+cervello) cancella queste armoniche e si ha la percezione di un suono puro (come l’originale).

 

In altre parole il sistema uditivo è in grado di sopprimere le armoniche che lui stesso genera al suo interno.

 

 

Interessante, no?
Ma non basta, c’è qualcosa di ancora più interessante: il sistema cancella il contributo di “quella” distribuzione di armoniche anche se queste hanno un’origine “esterna”, a patto che la forma della distribuzione venga mantenuta.

 

È logico, se ci si pensa: il sistema è progettato per cancellare una distorsione con quella forma e non è in grado di distinguere se l’origine della distorsione è interna o esterna (ci sono dei fenomeni ben noti in campo musicale relativi a questo comportamento, uno di questi ad esempio è quello della fondamentale mancante).

 

Se invece la distribuzione delle armoniche ha una forma diversa da quella dell’orecchio, il sistema uditivo percepisce le armoniche come suoni diversi e le riconosce.

 

Partendo da questo comportamento, è nostra opinione che un amplificatore che genera uno spettro di distorsione simile a quello dell’orecchio umano risulti estremamente trasparente e pulito all’ascolto, anche se il suo valore misurabile di THD è relativamente elevato.

 

—Il meccanismo ora menzionato dipende dal livello di pressione acustica. In sintesi, più è alta la pressione acustica, più è alta la distorsione generata dall’orecchio (e quindi accettabile, se ha la giusta forma).
Questo ci porta a ritenere preferibili degli amplificatori che presentino un tasso di distorsione monotonicamente crescente con la potenza di uscita.

 

—Al crescere della pressione acustica, nella distorsione generata dall’orecchio crescono anche le armoniche di ordine più elevato. Questo significa che ai livelli di potenza più elevati si può accettare una quantità un po’ più alta di armoniche di ordine superiore.

 

—La distorsione “percepibile” dipende, tra le altre cose, da:

1) il rapporto tra i picchi ed il livello medio del segnale;
2) la durata di ciascun picco del segnale.

 

Ci sono studi che dimostrano come la distorsione può raggiungere valori anche molto alti senza che risulti udibile, purché ciò avvenga in picchi di durata sufficientemente breve.

 

 

Il mascheramento è quel ben noto fenomeno per cui un segnale di livello più basso e molto vicino in frequenza ad un segnale di livello più alto risulta non udibile.

 

Questo può portare a ritenere meno importante l’influenza della distorsione di intermodulazione in un amplificatore con una caratteristica di distorsione dove prevalgono le armoniche id basso ordine. Questo effetto sembrerebbe essere ancora più pronunciato se lo spettro di distorsione dell’amplificatore risulta molto simile a quello dell’orecchio umano.

 

La controreazione (negative feedback) è la classica tecnica usata per ridurre la THD e migliorare le prestazioni generali di un circuito (THD, IMD, banda passante, rumore ed altro).

 

Sfortunatamente la controreazione riduce le armoniche di basso ordine (meno dannose e più accettabili per il sistema uditivo) molto più di quanto non faccia con quelle di alto ordine.

 

C’è di peggio: elevati tassi di controreazione creano un meccanismo di generazione e “moltiplicazione” di armoniche di elevato ordine (armoniche che il sistema uditivo percepisce come dissonanti e fastidiose).

 

Anche se il livello di queste armoniche di elevato ordine è al di sotto della soglia di udibilità, il meccanismo finisce per generare un “tappeto di rumore” che sembra risultare decisamente sgradito all’orecchio. Tutto questo ci induce ad eliminare il più possibile l’impiego di retroazione (in particolar modo della retroazione totale o overall feedback) ed a cercare di ridurre il suo impiego al minimo……..

 

Dopo questa precisa analisi fatta dal progettista Luca Chiomenti, sul loro website sono enunciati i termini su cui si basa la progettazione e costruzione del AFM100 SE e delle altre elettroniche della Riviera AudioLabs

 

 

 


 

Riviera AudioLabs AFM100 SE – MonoAmp

 

TECHNICAL SPECIFICATIONS

 

Descrizione

 

Amplificatore Finale Monofonico, in Classe A

Amplificatore finale mono Ibrido, Zero Feedback ed in Pura Classe A. Offre 100W su 8 ohm in Classe A ed è in grado di pilotare i diffusori con la massima naturalezza.

Alimentazione di potenza con filtro a Pigreco induttivo e capacità distribuita. Capacità totale: oltre 130.000uF.

 

Volutamente privo di sistemi di limitazione della corrente, non teme i carichi più complessi.

La raffinatezza e le capacità di pilotaggio ne permettono l’impiego sia in sistemi a singola amplificazione sia in sistemi multiamplificati.

 

Potenza 100W (su 8 ohm)

Zero Feedback

In Pura Classe A

Circuitazione Ibrida

1 ingresso linea RCA

1 ingresso bilanciato (vero)

Dimensioni: 26×58,5×27,5(h) cm. Peso: 35 Kg.

 

Prezzo di listino Eur 72.000 pair (anno 2024)

 

(Prezzo usato stimato alla data dell’articolo

a seconda delle condizioni dell’oggetto)

 

 

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Reviews

 

https://audio-life.nl/p/riviera-afm-100/

 

https://www.stereohifi.nl/amplifiers/stereowise-amplifier-r/stereowise-amplifier-riviera-audio-laboratories-ltd

 

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