Nakamichi PA 7 – StereoAmplifier

Ott 1, 2021 | Amplificatori stereo a Stato Solido, P Amplificatori, P Magazine

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Nakamichi PA 7 – StereoAmplifier

 

 

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By Bruno Fazzini

Graphic Massimo Piantini

 

Classificazione

Amplificatore Stereo : a Stato Solido

 

Musicalità/Note d’ascolto: Questa corazzata giapponese è in grado di erogare ben 700 watt per canale su 2 ohm, ma il suo pregio maggiore è quello di poter pilotare diffusori davvero molto, molto difficili in gradi scendere anche a 2 ohm.

Basato sulla tecnologia STASIS che Nelson Pass ha dato in licenza alla Nakamichi, questo finale ricorda molto le sonorità delle amplificazioni del costruttore americano.

La timbrica è calda e caratterizzata da un suono vellutato nella gamma centrale di frequenza.

La grana non particolarmente fine, però, non permette a questo finale di raggiungere alti livelli di trasparenza. A causa di questo l’ossigenazione della gamma alta difetta del respiro a cui ci hanno abituato le amplificazioni moderne.

Va detto che con i diffusori dell’epoca, come le Apogee, le Infinity IRS Beta o le grandi Magneplanar, l’elevato grado di trasparenza e di ariosità in alto non era necessario.

Ottima la dinamica, potente e concreta, che non arretra davanti a nessun diffusore.

La scena acustica è ben piantata, ma a causa della ridotta trasparenza non fornisce elevati volumi di aria agli esecutori sul palco.

Rapporto Qualità/Prezzo Usato: –3– (1=sotto la Parità, 2=Parità e da 3 =Favorevole a 5= Molto Favorevole) 

 

 

Tutti gli appassionati di vecchia data come me conoscono il marchio giapponese Nakamichi, famoso negli anni settanta per i suoi registratori a cassette, presto diventati un riferimento.

 

Pochi, però, conoscono le amplificazioni di questo marchio, che produsse degli ottimi finali con la tecnologia STASIS ceduta in licenza da Nelson Pass. Questo mitico progettista di elettroniche, già affermatosi 40 anni fa con i suoi amplificatori Threshold, segnò una svolta nella realizzazione di circuiti per amplificatori.

 

Nel 1988 vide la luce il Nakamichi PA7, un finale da 200 watt per canale (in realtà erano ben 253 misurati per canale) su 8 ohm, e circa 700 per canale sul carico di 2 ohm. Un finale così concepito (montava un trasformatore toroidale da 700 VA) era quello che ci voleva per pilotare i difficili diffusori dell’epoca. Le Magneplanar, le Apogee, le grandi Infinity, ed altre, non creavano problemi al finale nipponico.

 

 

 

La costruzione era di ottimo livello, sia dal punto di vista elettrico che da quello del cabinet. Di pregio anche la componentistica usata. Una nota particolare la meritava la presenza, sul retro, della vaschetta IEC per il cavo di alimentazione, condizione piuttosto rara per l’epoca, mentre un pò datati per le necessità di oggi, risultano i morsetti per i cavi di potenza.

 

Il frontale era molto semplice ed elegante: due maniglioni ne determinavano la struttura e un solo, grande, interruttore per l’accensione era posto in basso sul pannello. Vicino ad esso due led segnalavano l’avvento del clipping.

 

Il suono del PA 7 ricordava quello di amplificatori prestigiosi degli anni ottanta, senza però arrivare ad eguagliarli. Penso al Gryphon S 100 con il quale aveva in comune la capacità di pilotaggio ma non la musicalità e la grazia; penso al Krell KSA 50 del quale ricordava il timbro ma non la concretezza e la trasparenza; penso ai Classè DR3 dei quali riproponeva la voce ma certamente non la classe e l’eleganza sonica.

 

Pur non arrivando ad eguagliare i mostri sacri dell’epoca appena citati, il PA 7 Nakamichi è comunque un finale piacevolissimo da avere in casa e in grado di fornire innumerevoli soddisfazioni.

 

Oggi un Nakamichi PA 7 si può trovare sul mercato dell’usato intorno ai 600 dollari e, a questa cifra e se la macchina è in buone condizioni, è sicuramente un prodotto da tenere in forte considerazione, specialmente se si hanno diffusori piuttosto impegnativi da pilotare.

 

Lo stesso Nelson Pass preferiva la prima versione alla seconda denominata PA7 II.

 

Bruno Fazzini

 

 

 

 

 

Cosa dice il produttore

 

 La storia

 

Nakamichi è stata fondata da Etsuro Nakamichi nel 1948 come Nakamichi Research Corporation Ltd (中道研究所株式会社Nakamichi Kenkyujo Kabushiki Kaisha ) a Tokyo , Giappone. Si è specializzata nella produzione di radio portatili, bracci , altoparlanti e apparecchiature di comunicazione. Successivamente è stato guidato dal fratello minore del fondatore, Niro Nakamichi.

 

I suoi registratori a cassette erano particolarmente noti, alla società sono anche attribuite innovazioni audio, come giradischi autocentranti , DAT di fascia alta registratori e cambia CD ultracompatti con caricamento a fessura.

 

Negli anni ’50, Nakamichi sviluppò uno dei primi registratori a bobina aperta in Giappone con il marchio Magic Tone . Nel 1957 sviluppò e realizzò le proprie testine per nastri magnetici, oltre a lanciare il registratore a nastro stereo a bobina aperta a 3 teste Fidela .

 

 

A causa della sua esperienza nella produzione di testine e apparecchiature per nastri magnetici, nel 1967 l’azienda ha iniziato a produrre registratori a nastro per numerosi produttori stranieri tra cui Harman Kardon , KLH , Advent , Fisher , ELAC , Sylvania , Concord , Ampex e Motorola .

 

Dal 1973, Nakamichi ha iniziato a vendere registratori a cassette stereo di alta qualità che hanno beneficiato dell’allontanamento del mercato di massa dai registratori a nastro bobina a bobina al formato cassetta. I Nakamichi 1000 e 700, realizzati a metà degli anni ’70, avevano tre teste, un doppio drive cabestano che riduceva il wow e il flutter e la riduzione del rumore Dolby-B per migliorare il rapporto segnale-rumore.

 

L’azionamento a doppio argano ha assicurato un contatto testa-nastro superiore, eliminando essenzialmente la dipendenza dai problematici cuscinetti a pressione della molla integrati negli alloggiamenti delle cassette.

 

Le caratteristiche di fascia alta di questi modelli includevano l’ azimut regolabile della testina di registrazione e la calibrazione Dolby. Il prezzo al dettaglio relativamente alto del 1000 e del 700 ha spinto Nakamichi ad offrire modelli a due teste a basso prezzo, come il Nakamichi 500 e il 600 a forma di cuneo.

 

 

Alla fine degli anni ’70, Nakamichi ha aggiornato e ampliato la sua gamma di modelli, con prodotti rivisti tra cui il Nakamichi 1000-II, il 700-II e il 600-II di fascia bassa. Nakamichi si è esteso ad altri componenti audio come preamplificatori, amplificatori di potenza, sintonizzatori, ricevitori e altoparlanti successivi.

 

All’inizio degli anni ’80, il registratore a cassette top di gamma di Nakamichi era il 1000ZXL, venduto al dettaglio a US $ 3.800, il suo prezzo superato solo dal 1000ZXL Limited a US $ 6.000. Il 700ZXL aggiornato è stato venduto per $ 3.000, ma Nakamichi ha offerto anche registratori a cassette di fascia bassa a meno di $ 300.

 

Questa volta ha segnato un picco nel mercato dei registratori a cassette, prima che perdesse terreno a favore dei supporti di registrazione digitale come i CD.

 

 

 


 

Nakamichi PA 7 – StereoAmplifier

 

TECHNICAL SPECIFICATIONS

 

Power output: 200 watts per channel into 8Ω (stereo)

 

Frequency response: 20Hz to 20kHz

 

Total harmonic distortion: 0.1%

 

Damping factor: 60

 

Input sensitivity: 2V

 

Signal to noise ratio: 120dB

 

Semiconductors: 16 x output transistors per channel

 

Dimensions: 435 x 200 x 421mm

 

Weight: 27kg

Anno di prima produzione 1987/1989

 

Nazione  Giappone

 

Prezzo di listino  (ultimo listino conosciuto)

 

(Prezzo usato stimato alla data dell’articolo

Eur 1.000/2.500 a seconda delle condizioni dell’oggetto)

 

 

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Nakamichi è sinonimo di registratori a cassette ad alte prestazioni, ma non tutti hanno familiarità con il resto della sua elettronica. I primi tentativi dell’azienda di progettare amplificatori e preamplificatori, le serie 400 e 600, sono stati comunque popolari poiché hanno seguito i principi del giorno con un’eccellente capacità misurata anche se un suono un po’ compromessoSee more

 


 

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